Tentata estorsione e rapina: confermate le condanne in Appello per i due figli del boss Giuseppe “Romolo” Di Silvio per una vicenda risalente ad agosto 2020
Sono state entrambe confermate, con un piccolo sconto, le condanne dei due fratelli Di Silvio. Si tratta di Antonio detto “Patatino” e Ferdinando detto “Prosciutto”.
L’episodio di tentata estorsione e rapina risale al 27 agosto 2020 quando Antonio detto Patatino fu arrestato dalla Squadra Mobile di Latina. A distanza di due settimane, la Polizia arrestò per il medesimo fatto il fratello più giovane Ferdinando detto Prosciutto. Entrambi, successivamente, a dicembre 2020 furono destinatari di un’altra misura cautelare derivante dall’indagine della DDA di Roma denominata “Movida” e, infine, nello scorso, autunno hanno subito l’ennesimo provvedimento con la maxi operazione antimafia denominata “Scarface”.
“Patatino” fu fermato, nella flagranza del reato, subito dopo aver consumato una rapina ed un tentativo di estorsione nei confronti di un giovane che aveva accumulato un presunto debito di 2.500 euro afferente alla droga.
“Patatino” si era presentato presso l’abitazione del presunto debitore, a Campo Boario in Via Pionieri della Bonifica, e aveva minacciato il fratello di quest’ultimo puntandogli una pistola alla testa, subito dopo essere sceso in strada, trovatosi in presenza del presunto debitore, lo aveva minacciato facendogli intendere di essere armato e gli aveva intimato di saldare il debito, incurante del fatto che la vittima rispondesse che non era con lui che lo aveva contratto. Entrambi i fratelli vittime di aggressione dei due Di Silvio fanno parte del giro della mala in zona Campo Boario.
Le indagini permisero di riscontrare, anche col ricorso ad attività di natura tecnica, il concorso nel reato dei due fratelli, facendo in buona sostanza emergere che “Prosciutto”, intervenuto sul posto su richiesta del fratello “Patatino”, aveva preso parte attiva al tentativo di estorsione, usando personalmente violenza sulla vittima, colpendolo al volto e causandogli lesioni che la parte offesa non denunciava per espresso timore di ulteriori e peggiori ritorsioni.
I due fratelli, con la forza, si impossessarono di alcuni effetti personali quali una felpa, un paio di ciabatte, un IPod e un paio di occhiali da vista.
Ora, la Corte d’Appello di Roma, a cui gli imputati erano ricorsi tramite i loro legali Diddi, Marcheselli, Forte e Melegari, ha confermato le condanne: 7 anni e 6 mesi per “Patatino”, 3 anni e 6 mesi per “Prosciutto”.