Azienda speciale e indagini a Terracina, l’Associazione antimafia Caponnetto chiede all’amministrazione un’azione di trasparenza
La stampa ha recentemente focalizzato più volte la propria attenzione sulle indagini in corso sull’Azienda Speciale Terracina. Diversi gli aspetti indagati: dall’ipotesi di estorsioni sulle retribuzioni dei bagnini utilizzati sugli arenili pubblici in gestione all’Azienda Speciale la scorsa stagione ai fatti relativi alla assegnazione degli appalti, sempre per la gestione degli arenili.
Negli articoli si fa riferimento a circa 1.500 postazioni balneari, a ipotesi di turbativa d’asta e all’individuazione di alcuni indagati, affermando che la Polizia Giudiziaria ha provveduto ad acquisire presso l’Azienda Speciale la documentazione d’interesse. In tale contesto ci sembra doveroso sottolineare che, da quanto risulta dall’Albo pretorio dell’Azienda, non risultano vi siano stati bandi, né che tutti i lavori in appalto siano stati preceduti da determine di assegnazione.
Vale ricordare che, come dichiarato dall’attuale Vice Sindaco, all’epoca capo gruppo di Fratelli d’Italia, a seguito dell’esposto della nostra Associazione, anche la Corte dei Conti è intervenuta nei mesi scorsi sulla medesima Azienda Speciale tanto che, a quanto affermato da fonti ben informate degli ambienti amministrativi locali, il Consiglio di Amministrazione della stessa ha ritenuto necessario assumere diversi provvedimenti in autotutela.
In adempimento del proprio compito statutario di contrastare ogni forma di illegalità, l’Associazione A. Caponnetto ha inoltre provveduto a segnalare altre anomalie presenti nella conduzione dell’Azienda Speciale con particolare riferimento alla gestione degli arenili.
Considerato che, per quanto di nostra conoscenza, attualmente a Terracina risultano il presidente del consiglio comunale con un avviso di garanzia per questioni relative al suo precedente ruolo di assessore, due ex assessori indagati, l’ex vice sindaco agli arresti domiciliari, tecnici, dirigenti e posizioni organizzative indagate, un parente di primo grado di un assessore ed un tecnico comunale sotto processo unitamente al Marcuzzi, e non ritenendo esaustivo, come si apprende dalla stampa, questo elenco, ci domandiamo se l’Amministrazione comunale non ritenga che sia giunto il momento, anche in virtù della tanto decantata trasparenza, fare chiarezza.
Si ha il coraggio di dire alla città la verità su una materia tanto delicata, far comprendere cosa si sia fatto per riportare la legalità nei settori coinvolti e quali, invece, siano i settori che ne sono rimasti esenti? Un’azione di trasparenza che si rende necessaria per tutelare l’immagine della città, tranquillizzare i cittadini circa la trasparenza dell’azione amministrativa e, salvaguardare l’immagine e l’onorabilità degli stessi amministratori e della classe politica terracinese, oggi tutta contornata da un alone di sospetto.
Questo, al di là delle parole, è tutelare concretamente il territorio, operare fattivamente nel rispetto della legalità e combattere compiutamente le mafie”.
Così, in una nota, il responsabile dell’Area Pontina La Segretaria Nazionale Vittorio Marzullo e la Segretaria dell’Associazione Simona Ricotti.