Il Circolo Legambiente ha incontrato, su invito del primo cittadino, il sindaco di Sezze per discutere della realizzazione dell’impianto di compostaggio a Sezze Scalo e sulla filiera della raccolta differenziata
“Sulla vicenda continuiamo a registrare la latitanza dell’assessore all’ambiente che su questo vicenda ha la competenza. Premesso che Legambiente ritiene che gli impianti di compostaggio, come trattamento della frazione umida dei rifiuti, siano un’ottima soluzione, il Circolo lepino è contrario alla realizzazione dell’impianto a Sezze Scalo in quanto, il progetto, non si basa sulla reale esigenza del territorio comunale”. Così, in una nota, Legambiente Sezze.
“A nostro avviso, la proposta risulta inadeguata in quanto il progetto presenta delle anomalie. Il progetto è stato riformulato due volte. Il sito è stato spostato da Via degli Archi, troppo vicino al centro abitato, a Via del Pesce nella zona del Cavatella su un’area dove sono presenti numerose sorgenti d’acqua da cui parte il sistema di irrigazione del Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino che copre la maggior parte dell’area agricola di Sezze, con forte presenza di aziende agricole ed agrituristiche.
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I terreni indicati non sono, attualmente nella disponibilità del comune di Sezze, e risultano di proprietà privata, cosa che viene indicata come importante dal PNRR, per la cui acquisizione si dovrebbe procedere all’acquisto con aggravio di costi per la comunità.
Sono state evidenziate da più parti, alcune “curiosità” come, nella prima stesura del progetto, dove si afferma “Pianificazione di settore: Piano del Parco del Circeo”, il territorio comunale non ricade nell’area del Parco del Circeo; “Al progredire delle tecnologie con future progettazioni potrà essere sviluppata un’impiantistica per l’essiccazione e recupero della Posidonia spiaggiata”. Il territorio di Sezze non essendo sulla costa non ha la necessità di trattare tale tipo di frazione organica. Il che ci fa domandare se il primo progetto non sia stato fortemente condizionato dalla brezza marina proveniente dal Circeo.
Il progetto non è sostenibile dal punto di vista economico. Il centro prevede il trattamento di una quantità di FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) pari a 3mila tonnellate/anno. Per raggiungere tale livello Sezze dovrebbe riuscire a differenziare almeno il 90% dei rifiuti prodotti.
La realtà di oggi, secondo i dati ufficiali ISPRA 2020, dice che siamo fermi al 32% con una produzione di FORSU di 1050 tonnellate/anno; raggiungendo il 40% di R. D. non si andrebbe oltre le 1300 tonnellate/anno, meno della metà di quanto dovrebbe lavorare l’impianto di cui al progetto.
Inoltre entro fino anno andranno in funzione, a Pontinia e a Latina Scalo, due centri di trattamento della FORSU che produrranno biometano, una tecnologia superiore a quella dell’impianto di Sezze. I due centri hanno una potenzialità totale di circa 70mila tonnellate anno, mentre a Cisterna è prevista la realizzazione di un altro impianto da 82mila tonnellate/anno. Tali impianti hanno una potenzialità quasi doppia rispetto alla produzione totale di FORSU di tutta la provincia di LT, che è di circa 90mila tonnellate/anno.
Va ricordato che l’Italia è al secondo posto per la produzione di biogas in Europa ed al quarto nel mondo e lo sviluppo tecnologico si sta orientando nella produzione di biometano per autotrazione.
La soluzione migliore per Sezze è il compostaggio domestico: a nostro parere la produzione di FORSU del territorio di Sezze può essere abbattuta all’origine. I numeri ci dicono ancora che il 77% delle utenze ad uso residenziale, sono costituite da abitazioni a uno/due piani e che il 68% delle stesse utenze residenziali sono costituite da uno/due interni civici. Escludendo le utenze con più di due interni (circa 2100) e le circa 1100 utenze a carattere non residenziale, si può ragionevolmente affermare che la gran parte degli abitanti di Sezze potrebbe gestire la frazione organica direttamente in proprio attraverso l’uso di compostiere domestiche, sgravando la SPL di tutti i costi diretti ed indiretti prodotti dal prelievo ed il trasporto presso l’impianto di compostaggio come: personale impiegato, carburante, usura mezzi, gestione dell’impianto. Quindi il cittadino, non verrebbe liberato del costo dellaTARI così come avverrebbe trattenendo la frazione umida presso il propriogiardino/terreno.
Il costo medio per lo smaltimento della FORSU, attualmente, si aggira intorno ai €125 a tonnellata; se fosse conferita in un impianto di compostaggio dedicato si arriverebbe a circa €70/80 a tonnellata. Mentre nelle utenze con il compostaggio domestico i costi verrebbero abbattuti completamente limitando lo smaltimento della frazione organica dove ciò non fosse possibile, sostanzialmente nel Centro storico di Sezze e parte di Sezze Scalo.
Per ottenere questi risultati va riprogettata completamente la filiera della raccolta differenziata”.
Un nuovo piano per la gestione del ciclo dei rifiuti
“Da quanto sostenuto dal sindaco di Sezze l’amministrazione comunale sta elaborando un nuovo regolamento per la gestione del ciclo dei rifiuti, che dovrà essere realizzato entro il mese di giugno.
Il Circolo Legambiente di Sezze ha chiesto che, a differenza di quanto è stato per l’impianto di compostaggio caduto dal cielo senza nessun tipo confronto e discussione preliminare con la città, venga convocata una conferenza dei servizi coinvolgendo tutte le realtà produttive, le associazioni di categoria e di volontariato affinché tutta la città possa contribuire alla riprogettazione della filiera della raccolta dei rifiuti a Sezze”.