Racket degli stabilimenti balneari a Gaeta, prosciolti tutti gli imputati dal Giudice del Tribunale di Cassino Marco Gioia
Le accuse erano già state fortemente ridimensionata a novembre 2020 dal Tribunale del Riesame di Roma. In quell’occasione, era stato rigettato l’appello proposto dal sostituto procuratore di Cassino Roberto Bulgarini Nomi che si era visto respingere dal Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera la richiesta di misure cautelari formulata a carico di 2 imprenditori e 2 dipendenti. Insussistenti i gravi indizi di colpevolezza per Il Tribunale del Riesame di Roma – Presidente Agrimi, con a latere i giudici Tomei e Guaraldi – nei confronti di due uomini originari di Formia, considerati esecutori degli atti intimidatori ai danni di due donne, insieme ad altre due persone ritenute dagli inquirenti come istigatori dei comportamenti di violenza e minaccia.
La vicenda riguardava, per l’appunto, due donne titolari di una concessione da parte del Comune di Gaeta per un tratto di spiaggia libera di 25 metri quadrati che si trova tra un paio di stabilimenti gestiti da una società che fa capo a due dei quattro coinvolto nell’indagine della Polizia di Stato: Buttaro e Vellozzi.
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Secondo la Procura di Cassino, i quattro, a vario titolo, erano accusati di estorsione, atti persecutori e furto aggravato poiché, con le loro condotte intimidatorie, avrebbero costretto le due donne a rinunciare all’attività di noleggio di attrezzatura da spiaggia che queste legittimamente dovevano poter svolgere avendo una regolare concessione comunale.
Secondo l’accusa, gli atti intimidatori proseguirono con l’imbrattamento di vernice dell’autovettura del bagnino che prestava servizio presso quello stabilimento balneare, la sottrazione delle chiavi dei servizi igienici al fine di farli rimanere chiusi così da provocare la revoca della concessione demaniale. Sarebbe stata inoltre otturata con della colla la serratura di un lucchetto che assicurava l’attrezzatura da spiaggia, con il chiaro intento di impedirne l’utilizzo.
Una ricostruzione che però è stata smontata anche ora dal Giudice del Tribunale di Cassino Marco Gioia che, come fanno sapere i legali degli imputati, ha stabilito che il procedimento penale a carico degli imputati non avrebbe avuto ragione di nascere.
Emesso decreto di citazione a giudizio, questa volta per la più tenue ipotesi di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, all’udienza odierna il Giudice monocratico Marco Gioia, recependo le argomentazioni espresse dagli avvocati del collegio difensivo Renato Ciamarra, Felice Belluomo, Alfredo Zaza D’Aulisio, Vincenzo Macari e Matteo Macari, ha prosciolto gli imputati, disponendo che il giudizio penale a carico degli imputati non dovrebbe avere avuto proprio inizio.