E sono sei. Il Conad di Formia non poteva licenziare Domenico Avagliano dal suo lavoro di macellaio del punto vendita e avrebbe dovuto reintegrarlo sin dalla prima sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Cassino. E invece dopo quasi 5 anni da quel licenziamento illegittimo nel giugno 2014, arriva oggi anche la sentenza della Corte di Appello di Roma – la seconda – che conferma quanto riconosciuto dai precedenti gradi di giudizio.
Domenico Avagliano si lesionò il menisco mentre si trovava sul posto di lavoro. La società “Spanida 2 srl” lo aveva ingiustamente licenziato. Dopo la sentenza di reintegro del Tribunale di Cassino, Avagliano fu chiamato a fare una duplice visita medica che ne accertasse l’abilità al lavoro. Ma nel periodo che intercorse tra quelle due sedute mediche – nell’agosto 2015 – la società gli contestò, di nuovo illegittimamente, l’assenza dal lavoro. E lo licenziò di nuovo, superando così il primo provvedimento del giudice.
Da allora una lunga battaglia giudiziaria che ha visto ben sei condanne per la società Spanida 2 srl senza che però di fatto nulla cambiasse da quel primo licenziamento. E nemmeno il pagamento delle mensilità e delle indennità riconosciutegli sono state totalmente corrisposte. Avagliano è persino dovuto ricorrere all’ufficiale giudiziario per confiscare 50 forme di parmigiano per la vendita all’asta. L’ex macellaio è riuscito in cinque anni di battaglie, e grazie all’assidua azione del suo avvocato Daniele Lancia, a recuperare appena 50mila euro, mentre si sarebbe dovuto regolarmente trovare sul proprio posto di lavoro.
Una battaglia che ha trasformato il desiderio di tornare sul posto di lavoro in un vero e proprio incubo, tanto che già da qualche tempo ha deciso di non tornare mai più in quel Conad. Ma non prima di avere quanto gli spetta di diritto e che ben sei giudici gli hanno riconosciuto.