Concorso Asl di Latina da 70 posti: il Tar respinge il ricorso di 50 partecipanti che chiedevano l’annullamento della revoca
Nuovo capitolo per i concorsi Asl truccati e finiti in un’ampia indagine di Squadra Mobile e Guardia di Finanza di Latina che ha portato agli arresti di Dirigente e Funzionario dell’azienda sanitaria: Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito. Un’indagine che ancora non è conclusa e che ha visto ascoltati dalla Procura anche l’attuale Direttore Generale Silvia Cavalli, il suo predecessore Giorgio Casati (ora con lo stesso ruolo all’Asl Roma 2) e l’Assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato. Senza contare che, come appariva sin da subito scontato, sia per il concorso da 70 posti che per quello da 23 posti, entrambi oggetto di indagine, ci sono nuovi indagati, ossia i commissari che insieme a Rainone e ed Esposito facevano parte delle due Commissioni di valutazione delle prove: si tratta rispettivamente di Pietro Masi e Luciano Corinti (concorso 70 posti) e Anna Guadagnini e Marco Molinari (concorso 23 posti). Sono indagati per falso ideologico e abuso d’ufficio in concorso con Raione ed Esposito.
Tornando al ricorso, non è il primo per cui viene interpellato il Tar. A marzo, 14 candidati dello stesso concorso per 70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina, Viterbo e Roma 3, ricorsero al Tribunale amministrativo per ottenere la sospensione dell’atto che approvava la graduatorie della prova scritta. Secondo i candidati, assistiti dall’avvocato Antonio Nobili, il concorso, per quanto riguardava lo scritto, non sarebbe stato legittimo in ordine alle domande della prova e al regolare svolgimento di essa poiché, a detta dei suddetti candidati, non sarebbe stato salvato l’anonimato. Il Tar respinse.
Un’era geologica fa poiché, all’epoca, l’Asl resistette nel ricorso dei 14 partecipanti, mentre a fine aprile la nuova Dirigente Generale Silvia Cavalli ritirò lo stesso concorso revocandolo, dopo che già da gennaio la prova era stata ampiamente raccontata su siti e giornali come il concorso dei “figli di” tra candidati legati da parentela a dipendenti Asl e esponenti politici, soprattutto di area Partito Democratico. Non mancavano, peraltro, politici stessi partecipanti al concorso.
Successivamente, a fine maggio, come noto, si è saputo che quel concorso da 70 posti su cui pendeva un’indagine della Guardia di Finanza non era l’unico attenzionato dagli inquirenti e tutto sfociò negli arresti di Rainone ed Esposito accusati di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio aggravati in ordine anche a un concorso precedente: quello per 23 posti da collaboratore amministrativo indetto sempre in forma aggregata con l’Asl di Latina capofila.
Ad ogni modo, ieri, il Tar del Lazio sezione Latina ha respinto il ricorso dei 50 partecipanti del concorso da 70 posti che da sempre chiedono che la Asl, difesa dagli avvocati Vincenza Di Martino e Antonio Cordasco, torni sui suoi passi. Questi partecipanti, difesi dagli avvocati Antonino Galletti e Antonio Domenico Rizzello, infatti, non hanno avuto nulla a che vedere con i suggerimenti di Rainone e vorrebbero che la loro prova non fosse annullata.
Niente da fare. Per i giudici amministrativi “non sussiste una situazione di affidamento definitivo dei ricorrenti che una eventuale sospensione del provvedimento impugnato possa tutelare” e, inoltre, la scelta del Dg Cavalli di revocare il concorso è “un esercizio di potere discrezionale da parte della pubblica amministrazione, congruamente motivato a cui i ricorrenti stessi non possono sostituirsi con la prospettazione di altre soluzioni”.