SPESE PAZZE IN REGIONE: PER DEL BALZO E NOBILI CONDANNA CONFERMATA

Romolo Del Balzo
Romolo Del Balzo

Spese pazze in Regione Lazio: respinto il ricorso degli ex consiglieri regionali Romolo Del Balzo e Lidia Nobili condannati dalla Corte dei Conti

Assolto sul piano penale, l’esponente del centrodestra, originario di Minturno, Romolo Del Balzo, aveva fatto ricorso sulla sentenza d’Appello che gli confermava, riducendolo, il risarcimento alla Regione Lazio.

Come noto, i fatti contestati risalgono alle annualità  2010 e 2012 e, secondo l’accusa, Stefano Galetto, Lidia Nobili e Romolo Del Balzo, tutti all’epoca nel Pdl, avevano utilizzato, insieme ad altri consiglieri regionali, i soldi a disposizione del gruppo regionale in modo illecito, gonfiando fatture e rimborsi non dovuti.

Ne scaturì, come altrettanto noto, lo scandalo della Regione Lazio impersonato da Franco “Batman” Fiorito che portò alle dimissioni dell’allora Presidente Renata Polverini.

A dicembre 2020, la seconda sezione penale del Tribunale di Roma aveva assolto dall’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato Nobili e Del Balzo, condannando invece Galetto, ex delfino di Vincenzo Zaccheo, per peculato a due anni con sospensione della pena.

Per Del Balzo e Nobili rimaneva pendente la condanna in sede di giustizia contabile. Ecco perché, a differenza di Galetto anche lui condannato dalla Corte dei Conti, i due ex consiglieri regionali hanno fatto ricorso. Tuttavia per la Corte dei Conti è vero che sul lato penale sono stati assolti dall’aver commesso una truffa ma “non è stato affatto escluso che la gestione del denaro pubblico assegnato al gruppo avvenisse in modo approssimativo”.

La Corte dei Conti, quindi, ribadisce che tutti e tre gli esponenti dell’allora centrodestra devono risarcire la Regione. Per Galetto sono 76mila euro, ossia per aver corrisposto somme all’Unione Rugby Pontina. Stesso destino per Del Balzo e Nobili, assolti in sede penale ma condannati dalla magistratura contabile a restituire rispettivamente 25mila euro e 64.500.

Peraltro, sia Del Balzo e Nobili nel primo grado di giudizio della Corte dei Conti erano stati chiamati a rifondere cifre più alte: rispettivamente 35mila euro e e 125mila euro. Risarcimenti ridotti dopo il ricorso in Appello.

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