Visit Gaeta, un’associazione che promuove il turismo nel Golfo, finisce nel mirino di una petizione: le si imputa l’utilizzo abusivo del logo dell’Ente Parco Riviera di Ulisse
A lanciare la petizione è il giornalista Adriano Pagano (già collaboratore di Latina Tu) che, da qualche tempo, ha preso a sferzare politici e imprenditori dalla sua pagina Facebook.
La storia di Visit Gaeta, a quanto si apprende dalle parole di Pagano, nasce la scorsa estate quando il sito di promozione turistica, dalla sua pagina Facebook omonima, promuove l’attività di un imprenditore nel campo del noleggio ombrelloni e sdraio a Fontania, la nota spiaggia di Gaeta meta di turisti e cittadini. Attività che, secondo Pagano, viene svolta in spregio di chiunque voglia mettere il proprio ombrellone sul tratto di litorale che comunque rimane libero. Una battaglia, quella delle spiagge libere a Gaeta, che è annosa e dura da anni, comprese proteste, gruppi di cittadini che si associano contro l’utilizzo aggressivo e inchieste della magistratura (l’ultima delle quali ridimensionata e praticamente incenerita dal Tribunale del Riesame di Roma).
Dall’episodio di Fontania avvenuto la scorsa estate, – per il quale Pagano, dopo un diverbio con l’imprenditore, sporge querela – lo stesso giornalista scopre, appurando della pubblicità fatta su Visit Gaeta all’attività del noleggiatore, che il sito di promozione turistico utilizza sulla sua pagina anche il logo dell’Ente Parco Riviera di Ulisse.
Nel sito Visit Gaeta, in effetti, tra le collaborazioni e i patrocini che promuovono e danno lustro all’associazione medesima non c’è solo il Parco Riviera di Ulisse ma anche il Comune di Gaeta e altri loghi riconducibili ad associazioni.
A quanto sostiene il promotore dell’associazione “Visit Gaeta” Paolo Iorio, che minaccia querele nei confronti di Pagano, definendolo “vermetto”, i Patrocin furono richieste sia al Comune di Gaeta che all’Ente Parco Monte Orlando (Riviera di Ulisse), “i quali ci risposero felicemente consenzienti, aderendo moralmente al progetto lusinghiero che “Visit Gaeta” si proponeva di esercitare“.
Solo che, nel dicembre scorso, il Presidente dell’Ente Parco Riviera di Ulisse, Carmela Cassetta, inviò una formale diffida a “Visit Gaeta” affinché fosse rimosso il marchio dell’Ente in quanto utilizzato in maniera impropria e abusiva e arrivando a ipotizzare azioni legali che non sappiamo se essere state effettivamente portate a compimento.
“A regolamentare questo reato di natura civile – scrive Pagano nel suo post su Facebook che ha scatenato la veemente reazione di Iorio – è l’articolo 6 comma 2 del Tuel che rimanda anche all’articolo 7 del codice civile, ovvero quello che disciplina lo stemma e lo riconosce “oggetto di proprietà dell’ente che, pertanto, esercita facoltà e poteri propri di questo diritto: anzitutto la tutela contro atti appropriativi, quali quelli di usurpazione del titolo ma anche contro un uso improprio o comunque non consentito”.
Dal canto suo, Iorio che, rispondendo a Pagano, ha fatto presagire una querela per diffamazione, continua a ribadire che “nella nostra Brochure “Visit Gaeta” non vi è nessuna forma pubblicitaria delle attività che hanno versato il contributo gratuito, ma è semplicemente una Brochure di forte impatto fotografico delle bellezze del nostro territorio, della Città di Gaeta e delle sue tradizioni enogastronomiche“. Insomma, un utilizzo “no profit” dei loghi che, però, a leggere la diffida del Presidente dell’Ente Parco Riviera di Ulisse Cassetta non è tollerato.
Intanto, Pagano lancia una petizione sulla piattaforma “change.org” in cui rilancia, portando in essere anche un altro patrocinio con il benestare della Regione Lazio: “Nonostante una diffida perentoria da parte del parco regionale Riviera di Ulisse nel Lazio, il sito Visit Gaeta continua ad usare abusivamente il logo del parco regionale. Non solo i responsabili del reato civile non sono stati sanzionati ma ora sarebbero anche premiati per un nuovo patrocinio ad una iniziativa presentata in Regione Lazio. Ci chiediamo di chi sia l’omissione di un procedimento a carico dei responsabili e chi abbia omesso di comminare le dovute sanzioni.
Il sito è lo stesso che qualche mese fa elogiava il signor Giuseppe Valente come imprenditore di “cui andare orgogliosi” dopo che costui si è contraddistinto per aver commesso numerose e reiterate violazioni e abusi sulla spiaggia di Fontania, minacciando i bagnanti (pende una querela) e persino finendo nel codice penale col rischio di deturpare un bene archeologico di epoca romana.
Il logo va immediatamente rimosso ma soprattutto vanno cercato i responsabili che hanno permesso e hanno omesso di impedire tutto ciò e di comminare le dovute sanzioni previste dalla legge”.
La petizione può essere sottoscritta a questo link.