Furbetti del cartellino in azione all’Ares 118 di Latina: timbravano senza essere presenti sul lavoro. L’operazione “Trincea” dei Nas di Latina coordinati dalla Procura
I Carabinieri del NAS di Latina, coadiuvati dai militari della Compagnia di Terracina, hanno dato esecuzione a un’ordinanza – emessa dal Gip del Tribunale di Latina – di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dal pubblico servizio, per la durata di 10 mesi e del sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma complessiva di euro 1.533,32 euro, nei confronti di 2 dipendenti dell’A.R.E.S. (Azienda Regionale Emergenza Sanitaria) 118 di Latina, in possesso della qualifica di infermiere ma in servizio quali operatori presso la centrale operativa.
Si tratta di un 60enne e di un 54enne, entrambi residenti a Terracina, Marco Pannozzo e Mario Parisella, accusati di concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver in più occasioni attestato falsamente la propria presenza in servizio mediante l’alterazione del sistema di rilevazione delle presenze, percependo indebitamente la somma di denaro, oggi confiscata, quale ingiusto profitto nel periodo compreso tra i trascorsi mesi di dicembre e gennaio.
L’attività d’indagine – denominata “Trincea” – condotta dai militari del NAS pontino – è stata avviata a seguito di specifica delega del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Latina Giuseppe De Falco, mirata ad accertare presunti fenomeni di assenteismo dal lavoro commessi da alcuni dipendenti dell’ARES 118 di quel centro cittadino.
Le investigazioni – consistite in reiterati servizi di osservazione, pedinamenti e riscontri effettuati anche con l’utilizzo di sistemi di localizzazione GPS e analisi di tabulati di traffico telefonico – hanno permesso di accertare a carico dei 2 indagati ben 58 episodi di abusiva timbratura del badge nei soli 2 mesi monitorati, con conseguente indebita retribuzione di ore di lavoro (sia ordinario che straordinario) non effettuate e di buoni pasto non maturati, calcolati complessivamente in 1.533,32 euro.
Nel corso delle indagini, i militari hanno appurato che gli indagati, nel breve periodo attenzionato, si servivano anche della complicità di altri colleghi – in via di identificazione – a cui consegnavano il badge da passare. In particolare, uno dei due destinatari delle misure cautelari odierne, sebbene rivestisse l’incarico di responsabile di posizione organizzativa, con funzione di controllo sugli altri dipendenti della Centrale Operativa dell’A.R.E.S., ha certificato, consapevolmente, le timbrature irregolari dell’altro dipendente indagato.
I Carabinieri del NAS hanno documentato come uno dei due, in numerose circostanze, anziché sul luogo di lavoro si trovasse al bar, altre volte a fare la spesa e addirittura in alcune occasioni al mare per fotografare il panorama per poi postare sui social le foto scattate.
La somma di denaro, indebitamente percepita in danno della Regione Lazio, è stata interamente recuperata e sottoposta a sequestro sui rispettivi conti correnti.