CASO INCHIESTE A TERRACINA: L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AGITA LA POLITICA

Nicola Procaccini
Nicola Procaccini, europarlamentare con Fratelli d'Italia ed ex Sindaco di Terracina

Caso inchieste a Terracina: l’ex sindaco Procaccini e l’attuale prima cittadina Tintari attaccano i tre senatori che hanno firmato l’interrogazione parlamentare. I 5stelle insorgono

“Stiamo assistendo ad un tentativo inaccettabile e perfino mal costruito da parte di alcuni senatori della Repubblica, di ingerenza e condizionamento dell’operato di una amministrazione comunale, quella di Terracina, e, fatto ancora più grave, del lavoro della Procura della Repubblica di Latina”.

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“Esprimo la mia solidarietà – ha dichiarato Nicola Procaccini, ad oggi europarlamentare di Fratelli d’Italia – al sindaco Roberta Tintari e ai magistrati del capoluogo pontino, certo che continueranno nel loro operato libero da condizionamenti e nel solo interesse dei cittadini”.

“È evidente l’intento persecutorio presente nella interrogazione presentata dai tre senatori del gruppo misto: Elio Lannutti, Margherita Corrado e Rosa Silvana Abate, che con la loro iniziativa hanno dato prova di non conoscere per nulla il territorio e le vicende per le quali ambiscono ad avere chiarimenti. Per costruire la loro teoria, i tre parlamentari sembrano aver messo insieme ritagli di giornale per comporre un castello di carta, considerato che gli episodi citati sono del tutto slegati e si riferiscono a vicende giudiziarie datate e già chiuse o su cui il lavoro della magistratura è tutt’ora in corso”.

“Ecco perché trovo inaccettabile il tentativo di voler gettare discredito verso un’amministrazione comunale democraticamente eletta solo pochi mesi fa ma soprattutto – conclude Procaccini – è grave il tentativo di delegittimare il lavoro della Procura della Repubblica di Latina, invocando una ispezione ministeriale. Si tratta di un indebito condizionamento da parte del potere legislativo verso quello giudiziario, che vede in prima linea il senatore Elio Lannutti, non nuovo ad attacchi nei confronti dei magistrati”.

Sempre nella stessa giornata, il gruppo locale dei 5 stelle ha chiosato sulle affermazione del sindaco di Terracina Roberta Tintari che aveva aspramente criticato l’interrogazione di Lannuti/Corrado/Abate.

L’atto parlamentare, come era riportato in un articolo di Latina Tu, ripercorreva alcuni recenti o più lontani episodi che hanno coinvolto la città di Terracina: rifiuti, concessioni balneari, varianti urbanistiche. Vicende, alcune delle quali, finite sotto la lente della Procura di Latina e degli organi competenti quali Carabinieri, Guardia Costiera e altre forze dell’ordine.

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“Consideriamo assolutamente pericoloso – scrivono gli attivisti pentastellati di Terracina – l’atteggiamento delle istituzioni locali nonché del Sindaco, con il quale si continua a negare e a non voler parlare di mafia o criminalità organizzata sul nostro territorio. Arrivando addirittura ad attaccare un’interrogazione parlamentare, volta a far luce sulle diverse vicende che vedono coinvolta la nostra città, definita dalla Sindaca di Terracina infamante e ingiustificata”.

“L’interrogazione Parlamentare riporta fatti, atti e dichiarazioni rispetto ai quali si vuole sollevare attenzione. È la Direzione investigativa antimafia (DIA) a dichiarare che il Lazio è diventato una sorta di “laboratorio criminale” dove le mafie tradizionali “interagiscono, in equilibrio e secondo una logica di spartizione degli interessi, con associazioni criminali autoctone, con la prospettiva di sviluppare affari condivisi per il controllo del territorio”, grazie anche a “una progressiva integrazione, conseguente ad una coesistenza ultra decennale tra le varie forme di criminalità”.In particolare, il sud pontino caratterizzato dalla presenza di esponenti delle ‘ndrine calabresi ed elementi dei clan camorristici…ma anche da famiglie di sinti stanziali, come i Di Silvio, protagonisti di un salto di qualità criminale che ha permesso agli inquirenti di contestare loro l’associazione mafiosa.La Sindaca ritiene che l’interrogazione dipinga un quadro di Terracina come se fosse una città abitata da delinquenti, percorsa da legami con la criminalità organizzata, fatti dei quali non si ha alcuna notizia. Qualcuno dovrebbe informarla che il 19 febbraio 2021 sono stati condannati all’ergastolo i due killer di Marino. Nel corso del processo hanno dichiarato quanto avviene ormai da decenni nel basso Lazio e in particolare a Terracina, dove ‘ndrangheta e camorra controllano tutto con l’ausilio di clan autoctoni. Dallo stesso processo – concludono i 5 Stelle – è emerso il ruolo preponderante dei basisti, che ha permesso di aprire uno squarcio sulla fitta rete di connivenze garantite da persone del luogo, e che conferma il ruolo di Terracina come comodo rifugio dei clan. Non è storia antica come vuole farla passare la Sindaca ma storia attuale. E se si vuole contrastare questo cancro, bisogna parlarne”.

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