Cimitero di Sezze: 11 arresti, altri 15 indagati, diverse tombe e cappelle sequestrate. Al centro dell’inchiesta dei Carabinieri l’ex custode Fabio Castaldi
64 anni, nato a Roma, ma setino doc, Fausto Castaldi è un uomo fuori controllo. A stabilirlo l’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, coordinata dal Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Valerio De Luca, che stamani 18 marzo è culminata in due misure cautelari in carcere – Castaldi e l’ex dipendente comunale Maurizio Panfilio – e nove ai domiciliari destinate a tutti i titolari delle pompe funebri di Sezze (Perciballe, Ciarlo, De Angelis e Cerilli) e all’imprenditore casertano Andrea Redi con interessi nel cimitero setino (ha costruito decine di loculi in un rapporto pressoché simbiotico con il custode che otteneva mazzette).
Leggi anche:
OPERAZIONE OMNIA 2, SCANDALO AL CIMITERO DI SEZZE: ECCO I NOMI DEGLI ARRESTATI
In sostanza, Castaldi, con l’ausilio, alla bisogna. dell’ex responsabile comunale Panfilio (pronto a produrre determine ex post per giustificare gli intrallazzi del custode), decideva tutto da solo. Non un mero custode ma uno che stabiliva come e dove disporre le salme, vendeva loculi che possono essere dati solo in concessione (e specificatamente dal Comune, non da lui), decideva a quali ditte private commissionare i lavori da cui otteneva le tangenti, e inventava anche nuovi businness come quello della legna rivenduta o dei fiori sottratti al cimitero, dati alla compagna e rivenduti a coloro i quali dovevano dare degna sepoltura a un caro estinto. “S’è buttato uno da Santa Maria” – dice Castaldi al figlio della donna con cui intrattiene una relazione – “ti guadagni cinquanta, sessanta euro“, intendendo con i fiori del cimitero da rivendere ai parenti del suicida. Non mancano, come non bastasse, anche creste sui buoni benzina del Comune di Sezze utilizzati per carburare il suo Hummer.
Un quadro da brividi se, poi, si tiene a mente che nell’estate 2019 Castaldi risultava indagato per induzione alla prostituzione minorile e favoreggiamento della prostituzione in un’inchiesta che nasceva a Roma dove il custode avrebbe portato a prostituirsi persino minorenni (è probabile che sia in capo alla Procura minorile). Lì deflagrò il caso che rese evidente come il cimitero e la casa dove anche adesso risulta residente (in Via Bassiano) non era una mera abitazione adatta per un custode, ma addirittura un dependance con tanto di piscina (che poi, a quanto pare, sarebbe stata quantomeno coperta). A Sezze tutti sapevano, ma nessuno (o quasi) fiatava.
E gli imprenditori delle agenzie funebri? Tutti supini al capriccio del custode, secondo inquirenti e investigatori. Invece di passare per la burocrazia comunale, andavano da Castaldi. Serviva traslare salme, adoperarsi per lavori all’interno del cimitero, tumulazioni? Tutti dal custode di Via Bassiano che in cambio riceveva soldi e ancora soldi, soppiantando completamente la Spl, la società dei servizi pubblici locali da cui sarebbero dovuti passare tutte le decisioni: dalla ditta che faceva i lavori alle nuove disposizioni logistiche. E invece niente, a decidere, tanto, c’era lui: Fausto Castaldi. Il cimitero era suo.
Quando qualcuno si ribellava erano guai. Ne sa qualcosa un cittadino di Sezze che, munito di autorizzazione comunale, chiedeva solo ciò che gli era dovuto: dare degna sepoltura al fratello. Per farlo c’era già una ditta regolarmente autorizzata solo che quest’ultima non era tra quelle di gradimento del Castaldi.
Ecco, allora, che il cittadino setino si ritrova la sua autorizzazione accartocciata e uno schiaffone ricevuto in pieno volto. Rossore in viso e Castaldi che gli dice: “Che vuoi? Nel cimitero i lavori decido io a chi li deve fare“.
L’uomo, come qualsiasi persona civile, si rivolge alla legge e querela Castaldi trovando persino un testimone. La risposta è devastante, soprattutto dal punto di vista di società e Istituzioni (una mela marcia che inquina tutto). Il testimone ritratta, minacciato dal custode, ma poi, come si legge nell’ordinanza, accade dell’incredibile. A sostegno di Castaldi arriva l’ex consigliere comunale ex finanziere Antonio Piccolo che fa pressioni sul querelante, prospettandogli una denuncia già presentata nei suoi confronti perché avrebbe pagato un falso testimone per supportare la sua accusa contro il custode.
L’ex consigliere comunale setino (lo è stato fino al 2017) accompagna la vittima al Comando Stazione dei Carabinieri di Sezze per fargli rimettere la querela. Lì il cittadino, già schiaffeggiato e intimidito, trova il Comandante di Stazione e anche il custode Castaldi. Secondo il gip Cario che scrive l’ordinanza, il custode “con la complicità sorprendente del Comandante di Stazione Mattia Benvenuto fu pressato per rimettere la querela sporta contro il Castaldi cosa che fece intimidito dalle possibili conseguenze per lui che si sarebbe trovato a loro dire un testimone falso“.
Nel frattempo, un testimone della vittima ritratta quanto dichiarato a un altro maresciallo dei Carabinieri (che invece si dimostra completamente avulso dalle dinamiche di Castaldi): conferma agli inquirenti solo di aver subito le minacce di Castaldi ma nega di avere assistito alla lite culminata nel ceffone. Alla fine della fiera, l’uomo invalida tutto.
Solo dopo che i Carabinieri del Nucleo Investigativo rimettono in piedi la macchina delle indagini e dei riscontri si scopre ciò che è palese: il testimone ha paura delle ritorsioni di Castaldi e per questo ha ritrattato tutto.
Tramite un riscontro degli investigatori, il testimone ammette di aver subito la costrizione fisica di Castaldi e quella psicologica del Comandante Benvenuto per ritrattare le sue dichiarazioni rese a favore del cittadino picchiato. Inoltre, l’aggressione da parte di Castaldi trova riscontro in un altro testimone che aveva incontrato la vittima visibilmente scossa dopo essere stato schiaffeggiato e con il viso arrossato.
Alla fine, il Comandante della Stazione va in congedo e inizia a vendere i fiori come ambulante, per poi chiedere a Castaldi di poter svolgere la sua nuova attività dentro il cimitero.
“L’asservimento del Carabiniere Benvenuto – scrive il gip Cario – alle iniziative del Castaldi è ancora documentato nella conversazione ambientale deI 30 giugno 2019“.
L’amante del Castaldi riferisce alla figlia riguardo al fatto di essere stata chiamata dai Carabinieri, che indagavano, per una escussione. Al che la donna, non potendo più contare sull’ex Comandante della Stazione di Sezze ora nella nuova veste di fioraio, spiega che prima “ci stava Benvenuto che ci parava il culo, mo’ non ce sta più Benvenuto ce lo faranno sempre il culo…da quanto se ne fiuto (ndr: se n è andato via) Benvenuto, non si capisce più niente“.
Un rapporto del tutto personale con le regole e la legge, quello di Castaldi, che si evince anche in un altro episodio. Stavolta Castaldi, sempre spregiudicato e arrogante nei confronti dei suoi interlocutori (a uno dei titolari delle agenzie funebri dice “fatte da’ i sordi”), abbassa la cresta perché di fronte ha Ermes Pellerani, capozona del Clan Travali a Sezze e uno dei 19 destinatari del provvedimento della DDA denominato “Operazione Reset” (contestata l’associazione mafiosa). Qui Castaldi, per evitare guai con Pellerani e altri due della sua sfera criminale, verso i quali era intervenuto dai Carabinieri per una rissa alla “sagra del carciofo”, convoca il Comandante della Polizia Municipale Lidano Caldarrozzi.
“L’indagato – scrive il gip che accoglie la misura cautelare in carcere richiesta dalla Procura di Latina – è capace di alterare il corso delle indagini anche relative ad altri contesti, giungendo egli (il custode del cimitero) a convocare la Polizia Locale in persona del suo Comandante affinché giustifichi la sua attività nei confronti responsabili di rissa“.
Davanti a un soggetto di peso criminale come Pellerani, Castaldi diventa d’un tratto un uomo di miti consigli.