LATINA AMBIENTE, L’ELEFANTE NELLA STANZA COMUNALE

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Elephant in the Room

Non solo decreti ingiuntivi milionari, la fallita Latina Ambiente rappresenta un peso per il Comune di Latina anche per via dei conguagli relativi ai ruoli di Equitalia per il recupero della tariffa 2006-2009

Come noto, infatti, negli anni 2006-2007-2008-2009 non fu il Comune a riscuotere la cosiddetta Tia (Tariffa di igiene ambientale) ma l’allora partecipata del Comune, Latina Ambiente. Erano gli anni belli del centrodestra pontino, quando sembrava impossibile scalfire il consenso elettorale ottenuto da Zaccheo e la sua maggioranza. Ormai è storia, siamo nel maggio 2006: il Consiglio comunale prese la decisione di istituire, a decorrere dal 1° gennaio 2006, la Tariffa Igiene Ambientale; approvare il Regolamento per l’applicazione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati; approvare il Piano Finanziario degli interventi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani; approvare la Convenzione per la gestione della T.I.A.; approvare il Listino Tariffario per l’anno 2006.

Fin qui tutto bene, o quantomeno corretto. Sicuramente niente di improvvido, solo che quel deliberato prevedeva all’ultimo punto di di “dare atto che il Soggetto Gestore dei servizi di igiene ambientale“, ossia Latina Ambiente s.p.a., provvedesse, come poi farà e soprattutto non farà, alla riscossione della tariffa. Per molti l’inizio della fine e le conseguenze che portarono, tramite altri passaggi contestati dalla magistratura, al fallimento nel 2016 e alla ritenuta bancarotta ipotizzata dalla Procura di Latina. Ma questa è un’altra storia.

La storia, invece, che si racconta in breve è che la riscossione della tariffa nei confronti degli utenti non andò così bene, tanto è che le morosità salirono a tal punto da indurre a “stracciare” la convenzione tra Ente e Latina Ambiente spa e ricondurre, dal 2010, al Comune la suddetta riscossione per manifesto inadempimento della partecipata.

Il problema è che questa vecchia vicenda, ormai, come detto, assurta alla storia amministrativa “infame” della società e del Comune, ancora fa vedere le sue insidie a distanza di un decennio. Ecco perché, ad esempio, la determina appena firmata dal Responsabile del Servizio Entrate del Comune di Latina Quirino Volpe testimonia in quale imbuto si trova l’Ente di Piazza del Popolo. Come se il fantasma di Latina Ambiente non fosse solo rappresentato dalla curatela fallimentare che, a cadenza, stanga il Comune con decreti ingiuntivi milionari, ma avesse altre facce, non meno arcigne, e comunque fastidiose.

È da quando, infatti, che l’Amministrazione ha deliberato di riprendere in
carico al Comune di Latina la gestione diretta della TIA con riferimento alle annualità 2006-2009 che il Comune stesso sta provvedendo ad incassare le somme derivanti dai ruoli dell’Equitalia, emessi anche dalla Latina Ambiente e riferiti alle suddette annualità.

Incassi che non rimangono in pancia all’Ente di Piazza del Popolo ma che vengono versati alla ex società partecipata fallita nel 2016 per scelta dell’attuale amministrazione: stavolta, ad esempio, come da determina del 27 gennaio 2021, si tratta di 131.995,93, tutti girati dal Comune alla Latina Ambiente in liquidazione.

Un caso esemplificativo di elefante nella stanza che appesantisce il Comune di Latina da tanto tempo e per chissà quanto altro ancora.

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