TERME DI FOGLIANO S.P.A.: LA MISTERIOSA SPARIZIONE DEL DECRETO INGIUNTIVO

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L’inchiesta in corso da parte della Procura della Repubblica sul fallimento Terme di Fogliano S.p.A., a seguito dell’esposto redatto da Gianluca Bono e condiviso da altri 11 firmatari, ha di nuovo portato l’attenzione dei mezzi di informazione sulla misteriosa vicenda della sparizione del decreto ingiuntivo di Condotte S.p.A. nei confronti della società partecipata dal Comune.

Procura della Repubblica di Latina
La Procura della Repubblica di Latina ha aperto un’inchiesta dopo l’esposto di 12 cittadini

L’esposto è molto articolato e ripercorre con grande attenzione tutti i vari passaggi che hanno contraddistinto l’annosa storia.

Sono molti quindi i punti degni di approfondimento, ma probabilmente il più importante è appunto proprio quello relativo al decreto ingiuntivo di Condotte SpA per la somma complessiva di € 4.571.184,45 (comprensiva di interessi legali e moratori), che ha determinato il fallimento della Terme di Fogliano S.p.A.

Per tale ragione si ritiene opportuno ripercorrere brevemente la vicenda del decreto ingiuntivo, in quanto caratterizzata da anomalie sconcertanti.

PRIMA ANOMALIA: IL “SUICIDIO AMMINISTRATIVO” DEL PRESIDENTE DEL CDA SALVATORE APOSTOLICO

Terme di Fogliano
Un’immagine d’epoca quando il sogno delle Terme di Fogliano a Latina era molto reale (foto tratta dal libro di Paolo Iannuccelli: “Le Terme di Fogliano. Il sogno di Luigi Coletta”)

Il decreto ingiuntivo di Condotte S.p.A. nei confronti di Terme di Fogliano S.p.A. è corredato da una lettera a firma del Presidente del CdA dell’epoca Dott. Salvatore Apostolico, in cui lo stesso riconosce che la società da lui amministrata è debitrice verso Condotte della somma complessiva di € 4.571.184,45 (comprensiva di interessi legali e moratori).

Veramente sconcertante! Di solito si è abituati a vedere debitori che contestano la sussistenza o l’entità di un credito, magari anche a torto pur di prendere un po’ di tempo, mentre in questo caso il debitore (o presunto tale) offre la propria testa su un piatto d’argento al creditore (o presunto tale).

C’è un altro aspetto assolutamente sconcertante: il Presidente del CdA fa tutto all’insaputa degli altri consiglieri membri del CdA e del collegio sindacale.

Infine, e questa è veramente la circostanza più inquietante: LA PRETESA DI CONDOTTE SPA NON ERA FONDATA.

In data 8/8/1996 il Comune di Latina, durante l’amministrazione Finestra, stipula un atto integrativo della precedente convenzione, nel quale la Società Condotte si impegna a procedere alla prospezione e alla ricerca delle acque mediante la realizzazione di due pozzi, nonché all’accertamento della qualità e quantità delle acque così captate e all’espletamento di altre attività connesse. Il relativo costo viene quantificato fino ad un massimo di 5 miliardi di lire (Euro 2.582.284,40).

È bene precisare che tale importo non è il corrispettivo delle opere, ma un rimborso delle spese e degli oneri connessi alla realizzazione dei pozzi che la società “Terme di Fogliano S.p.A.” si impegna a riconoscere alla società Condotte qualora, per vari motivi indicati nel contratto, non fosse stato possibile realizzare l’impianto termale. In caso contrario non ci sarebbe stato alcun onere a carico di “Terme di Fogliano S.p.A.”. Infatti Condotte avrebbe redatto la progettazione esecutiva definitiva, comprensiva dei pozzi realizzati, da inviare alla Regione per l’approvazione e la conseguente concessione del finanziamento.

Nel novembre 1997 viene dato inizio alle opere di captazione delle falde termo-minerali, che vengono ultimate il 22/6/2009. Successivamente viene riconosciuto dalle Università di Roma e Napoli che l’acqua estratta dai pozzi è utilizzabile per cure termali.

Inizia quindi la procedura per ottenere il riconoscimento ufficiale delle proprietà terapeutiche delle acque termo-minerali da parte del Consiglio Superiore della Sanità, che chiede ulteriori relazioni tecniche ad integrazione della documentazione presentata. All’espletamento di tali attività era convenzionalmente obbligata la società Condotte che però, nonostante i solleciti del Comune di Latina (l’ultimo ufficiale con raccomandata del 26/5/2000), rimane inadempiente. 

SECONDA ANOMALIA: LA SPARIZIONE DEL DECRETO INGIUNTIVO

In data 22/10/2003, a un anno e mezzo dall’elezione di Vincenzo Zaccheo, diventato sindaco a maggio del 2002, la Società Condotte notifica all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Latina un decreto ingiuntivo nei confronti della Società Terme di Fogliano S.p.A., che ha la propria sede legale presso il Comune. Nell’atto in questione viene richiesta la somma complessiva di € 4.571.184,45 (comprensiva di interessi legali e moratori), presuntivamente dovuta per il mancato pagamento dei lavori di realizzazione dei pozzi per la prospezione delle acque.

Comune di Latina
Comune di Latina

Per quanto sopra esposto, è evidente che la società “Terme di Fogliano s.p.a.” avrebbe solide argomentazioni per opporsi al decreto ingiuntivo, ma il decreto ingiuntivo scompare misteriosamente e non arriva mai al destinatario, che pertanto non presenta opposizione nei termini di legge.

Da quanto si è saputo l’atto è stato trasmesso dal protocollo generale all’Avvocatura comunale. Quest’ultima, però, non aveva alcuna competenza in merito, in quanto il destinatario del decreto ingiuntivo non era il Comune di Latina, ma la società “Terme di Fogliano S.p.A.”. Pertanto il decreto ingiuntivo è stato rispedito al protocollo generale. Da questo punto in poi non è dato sapere più niente.

IL FALLIMENTO DELLA SOCIETÀ

A seguito degli sconcertanti ed inquietanti avvenimenti di cui sopra si arriva alla paradossale situazione in cui la società Condotte si trova creditrice nei confronti di Terme di Fogliano S.p.A. per l’importo di € 4.571.184,45, a fronte di possibili spese sostenute pari a € 2.582.284,40, che comunque Terme di Fogliano S.p.A. non era tenuta a rimborsare per via delle inadempienze della stessa società Condotte.

In data 20/12/2017 viene dichiarato il fallimento della società.

Siamo quindi di fronte a un danno enorme per la città.

L’unico responsabile accertato finora è il Presidente del CdA Dott. Salvatore Apostolco.

Quest’ultimo è stato condannato in sede civile ad un risarcimento di centomila euro. L’importo potrebbe apparire irrisorio, ma il punto è che il danno, sebbene inizi con la scellerata lettera di cui abbiamo parlato, si è perfezionato con la sparizione del decreto ingiuntivo.

L’opposizione a tale atto avrebbe potuto rimettere molto probabilmente le cose a posto. Ritorniamo quindi sul punto più dolente.

CHE FINE HA FATTO IL DECRETO INGIUNTIVO?

Qualsiasi persona dotata di un minimo di buon senso e ragionevolezza si aspetterebbe che il Sindaco Vincenzo Zaccheo, all’epoca capo dell’amministrazione comunale, si sia attivato per verificare cosa fosse successo e individuare quindi le relative responsabilità. In realtà è caduto tutto nel dimenticatoio e non è dato sapere quale sia stato il cammino di quel decreto ingiuntivo all’interno dell’amministrazione comunale una volta restituito dall’Avvocatura al Protocollo Generale.

Vincenzo Zaccheo
L’ex sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo

A nostro parere non è certamente credibile che l’ufficio del protocollo generale di fronte ad un atto così importante sia rimasto inerte. Del resto, nessun dipendente comunale è stato ritenuto responsabile per la sparizione del decreto ingiuntivo.

Ecco quindi che ritornano i dubbi e  le domande che all’epoca qualcuno si pose.

Il decreto ingiuntivo è arrivato o no sulla scrivania del sindaco Vincenzo Zaccheo?

Questa domanda potrebbe avere una risposta solo se cessasse l’omertà che sicuramente c’è stata in ordine alla vicenda in esame.

È mai possibile che l’amministrazione comunale non sia stato in grado di verificare cosa fosse veramente accaduto in ordine a una vicenda tanto importante?

Non solo l’amministrazione dell’epoca fece cadere tutto nell’oblìo, ma addirittura mise in scena una vera e propria pagliacciata.

LA PAGLIACCIATA DEL CENTRO-DESTRA

All’indomani della notizia che il decreto ingiuntivo di Condotte S.p.A. emesso nei confronti di “Terme di Fogliano S.p.A.” era stato smarrito all’interno dell’amministrazione comunale, con la rilevante conseguenza di un danno di € 4.571.184,45 nei confronti di una società partecipata dal Comune in misura pari all’85,92%, l’opposizione è insorta, e non poteva essere altrimenti.

La maggioranza dell’epoca (siamo alla fine di gennaio del 2004) con indomito servilismo, scese in campo a difesa del proprio sindaco con un comunicato stampa al tempo stesso vergognoso e ridicolo.

Ne riportiamo alcuni estratti.

“Anziché stringersi attorno alla città la sinistra fa soltanto propaganda”.

 “Grave strumentalizzazione politica, ai limiti dello sciacallaggio, compiuta da taluni partiti ed esponenti dell’opposizione di centro sinistra sul caso dello smarrimento e/o sottrazione del decreto ingiuntivo della Società Condotte Spa; un caso che, semmai, avrebbe dovuto veder convergere la solidarietà di tutte le forze politiche nella difesa degli interessi della città e delle rigorose iniziative di tutela in tal senso realizzate dallo stesso sindaco”.

Totale solidarietà e piena fiducia al sindaco Vincenzo Zaccheo”.

Si condivide “la ferma intenzione del Sindaco di procedere con rigore e con la massima trasparenza nella individuazione delle persone fisiche responsabili del grave disservizio burocratico verificatosi.

Si concorda e si approva “l’operato del sindaco che ha provveduto con immediatezza alla istituzione di una’ apposita commissione amministrativa interna con l’incarico di accertare le cause che hanno determinato la scomparsa dell’importante atto civilistico”.

“Il lavoro di indagine che sarà svolto da tale commissione sarà sicuramente di estrema utilità alla locale magistratura inquirente, già personalmente attivata dal Sindaco, Vincenzo Zaccheo, non appena avuta notizia della sottrazione del carteggio amministrativo concernente il decreto ingiuntivo”.

Ovviamente si è trattato solo di avanspettacolo, perché alle parole non sono seguiti i fatti.

FRATONI D'ITALIA MADE IN LATINA
Enrico Tiero e Nicola Calandrini

Giusto per ritornare al presente, ci preme in conclusione ricordare i personaggi della maggioranza dell’epoca che ancora ritroviamo nel panorama politico locale:

  • Nicola Calandrini, al tempo Forza Italia ora Fratelli d’Italia
  • Enrico Tiero, al tempo Forza Italia ora Fratelli d’Italia
  • Massimiliano Carnevale, al tempo UDC ora Lega
  • Angelo Tripodi, al tempo Alleanza Nazionale, ora Lega
  • Matteo Adinolfi, al tempo Alleanza Nazionale, ora Lega
  • Alessandro Calvi, al tempo e ora Forza Italia

IL FUTURO DELLA CITTÀ

Ribadiamo che è fondamentale chiedere conto del proprio operato a chi fa politica.

Pensiamo che un corretto criterio di giudizio sia la valutazione delle cose fatte quando sono stati ricoperti incarichi pubblici.

Crediamo che ogni cittadino dovrebbe porsi la seguente semplice domanda: perché mai chi nel passato recente ha amministrato male la città causando anche sperpero di risorse pubbliche, ora dovrebbe trasformarsi in un oculato e diligente amministratore?

Valutare le persone e la loro credibilità è un esercizio inderogabile per la coscienza di ciascuno e, per farlo, occorre conoscere la vicende amministrative, l’integrità dei protagonisti della politica e la competenza con cui è stato gestito il bene pubblico. In una parola: la storia della città, nonostante, come diceva Indro Montanelli, l’Italia è un paese di contemporanei. E Latina non fa difetto.

 

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