LAVORI MAI INIZIATI ALL’ORATORIO, COMUNE DI LATINA RIDÀ INDIETRO I SOLDI ALLA REGIONE

Parrocchia di San Luca
Parrocchia di San Luca

Lavori di ristrutturazione e ampliamento alla Parrocchia San Luca di Latina: il Comune, dopo anni, è costretto a restituire alla Regione Lazio i soldi stanziati per eseguire le opere

Per il terzo stralcio dei lavori di ampliamento, ristrutturazione e integrazione delle opere esistenti nella Parrocchia di San Luca, la Regione Lazio, nel 2011, trasferì al Comune di Latina la bellezza di 181.547 euro e qualche centesimo.

E pensare che quei lavori servivano a “fornire gli strumenti ai giovani per poter svolgere attività di oratorio della parrocchia“, un tema bipartisan ché quando si parla di Chiesa e affini amministrazioni, partiti, donne e uomini politici in Italia vanno tutti sull’attenti, senza se e senza ma. Figurarsi per un oratorio il cui peso sociale, se non proprio rilevante quanto nell’Italia del boom economico, rappresenta ancora un obiettivo dal consenso largo e facile.

Ad aggiudicarsi i lavori fu la ditta campana di Nola, Aerre srl, per la cifra ribassatta, dopo l’esito della gara, di 137.512 euro. Si era nel 2013.

Al che, la Regione Lazio erogò un importo di 73.069 euro come acconto del finanziamento concesso. Tutto liscio? Macché. Il 5 luglio 2013, il giorno dopo la consegna, i lavori furono sospesi dal Dirigente e Rup del Comune di Latina poiché non erano ancora conclusi i lavori di ampliamento e ristrutturazione della stessa chiesa di San Luca, riferibili al secondo stralcio.

Intoppi del mestiere e della burocrazia, si dirà. Due anni dopo, nel luglio 2015, ecco le dimissioni del Direttore dei Lavori e, l’anno successivo, nel marzo 2016, quelle del Coordinatore della Sicurezza.

Eventualità che, più che intoppi, hanno causato l’irrimediabile. Il 23 ottobre 2018, considerato che i lavori del terzo stralcio non erano mai iniziati – nonostante soldi, progetto esecutivo e impresa pronta ad adoperarsi – la Regione Lazio revocò, con apposita determina, il finanziamento, dato come acconto al Comune di Latina, di oltre 70mila euro. Al Comune di Latina rimase solo una piccola parte, ossia quella riconosciuta dalla Regione all’Ente di Piazza del Popolo per le le spese relative alla progettazione: poco più di 11.300 euro. Soldi spesi in modo inutile sia dalla Regione che li aveva trasferiti sia dal Comune che si era dato da fare per progettare i lavori.

La Regione, dunque, tolti quei soldi, chiedeva indietro al Comune di Latina 61.707 euro che non saranno tanti, e non costituiscono il maggior spreco andato in onda in questi anni, ma evidenziano, come caso tra i tanti, di ciò che significa sapere spendere male o bene i soldi. E in tempi di Recovery plan è bene prendere nota, vista la pioggia di miliardi che cadranno sul Paese.

Sulla scorta della decisione di revoca della Regione, il Comune di Latina ha proceduto al recesso dell’appalto alla ditta campana Aerre. D’altra parte, come accertato in una nota del giugno scorso, nella parrocchia di San Luca non c’era traccia di alcuna attività da parte della ditta appaltatrice, né l’installazione di alcuna opera provvisionale e né tantomeno la presenza di macchinari o personale.

L’ente di Piazza del Popolo ha comunicato alla Aerre srl di rescindere il contratto d’appalto senza, tuttavia, ricevere alcuna risposta. Ricorsi in vista? Chissà.

Fatto sta che, ora, con la determina del Servizio Lavori Pubblici del 4 dicembre scorso, il Comune, liquidata la Aerre con le spettanze dovute da legge per la rescissione del contratto (circa 7.600 euro), ha disposto la restituzione di 61.707,61 euro alla Regione Lazio in una storia iniziata nel 2011 e conclusasi 9 anni dopo.

Risultato? Il Comune ha pagato per aver rescisso il contratto a una ditta che non poteva iniziare i lavori e ha poi dato indietro i soldi che avrebbero fatto comodo. E l’oratorio di San Luca? Rimane così come è, nove anni buttati.

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