COVID, VARIANTE INGLESE: CONTROLLI ALL’AEROPORTO, 351 TESTATI. SPALLANZANI SI ATTIVA

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Lazio, controlli a Fiumicino da ieri 20 dicembre: 351 passeggeri di ritorno dalla Gran Bretagna testati dopo la scoperta della nuova variante del Coronavirus

Il bilancio dell’attività svolta nella giornata di ieri all’aeroporto di Fiumicino per i passeggeri di rientro dal Regno Unito: sono stati sottoposti a test 351 passeggeri, di cui uno confermato positivo al tampone molecolare. – comunica  l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio – È stato immediatamente posto in isolamento e si è avviata, presso l’INMI Spallanzani di Roma, la procedura per l’isolamento della sequenza del virus per verificare la cosiddetta variante. Il piano dei controlli ha funzionato, in pochi minuti si sono organizzati i flussi ed il servizio è stato eccellente. Un ringraziamento è dovuto alle unità mobili Uscar, alla preziosa collaborazione di Aeroporti di Roma e all’USMAF. È stata emanata l’indicazione a tutti i laboratori della Rete Coronet del Lazio di mettersi in contatto con il laboratorio regionale di riferimento dell’Istituto Spallanzani nel caso di positività al tampone molecolare di soggetti provenienti dal Regno Unito”.

Lo comunica l’Unità di Crisi COVID-19 della Regione Lazio.

Dopo l’allarme scattato per l’aumento vertiginoso dei contagi in Gran Bretagna, medici, scienziati e virologi si dicono “in apprensione” ma con moderazione. “Se è vero che la variante determina una maggiore diffusione, la conseguenza sarà all’inizio un aumento di contagi, poi di ricoveri in terapia intensiva e infine di morti”  afferma in un’intervista al Corriere della Sera Massimo Antonelli, direttore della rianimazione del Policlinico Gemelli e componente del Comitato tecnico scientifico. “Ci sarebbe un ulteriore pressione sugli ospedali” anticipa Antonelli, che sarà uno dei primi medici italiani a ricevere il vaccino, forse già il 27 dicembre. “Fortunatamente, a giudicare dai dati disponibili, l’efficacia di questi vaccini non dovrebbe essere compromessa ma ci vorranno mesi prima di avere una percentuale di popolazione immune e quindi poterci ritenere al sicuro”.

A Il Fatto Quotidiano, Federico Giorgi, genetista all’Università di Bologna e co-autore di uno studio specifico sul caso, dichiara che “si sta studiando questa mutazione del SarsCov2 (la M501Y) da ottobre. Circolava già in Usa e Australia, oltre che nel Regno Unito” e che la mutazione in oggetto è la quarta attualmente più diffusa nella proteina Spike. 

Sull’efficacia dei vaccini Giorgi non ha dubbi. “La proteina spike è costituita da 1.250 mattoncini, gli amminoacidi” spiega, “e la mutazione M501Y rappresenta un solo mattoncino. In genere non basta a rendere inefficace un vaccino”. 

Infine, in un’intervista al quotidiano Domani, il professor Massimo Galli del Sacco di Milano dichiara: “Davanti alla mutazione del genoma di un virus nessuno può dire con certezza se i vaccini appena scoperti saranno utili oppure no, ma stavolta dico – con il beneficio del dubbio – che sono moderatamente ottimista. Ci sono buone possibilità che la profilassi in arrivo proteggerà anche dal ceppo inglese”.

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