Operazione Scheggia: Cetrone e Pagliaroli, confermate le accuse anche dalla Cassazione che respinge i ricorsi
Brutte notizie dal Palazzaccio romano per gli indagati Gina Cetrone, Umberto Pagliaroli e i tre Di Silvio: Armando detto “Lallà” e i figli Samuele e Gianluca, accusati a vario titolo a vario titolo per estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
La Corte di Cassazione, che ha confermato anche l’aggravante col metodo mafioso nelle condotte estorsive contro due imprenditori a cui partecipò anche l’attuale collaboratore di giustizia Agostino Riccardo, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di tutti e cinque contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa nel gennaio scorso. Gli indagati dovranno pagare anche le spese processuali e 2mila euro ciascuno alla cassa delle ammende.
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Cetrone e l’ex marito Pagliaroli, a cui si contesta di aver ingaggiato gli affiliati del Clan Di Silvio per estorcere due imprenditori, di cui uno ex dipendente della loro società, sono imputati davanti al Tribunale di Latina. A Gina Cetrone è contestato anche di aver interpellato i Di Silvio per la campagna elettorale alle amministrative di Terracina nel 2016 dove, dapprincipio, era candidata a sindaco.
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Il processo, già iniziato, prevede la prossimo udienza il 3 novembre quando deporrà l’altro collaboratore di giustizia, ex affiliato dei Di Silvio di Campo Boario, Renato Pugliese.