Carenza di organico e di servizi informatici: i dipendenti dell’Ufficio del Giudice di Pace proclamano lo stato di agitazione
Si è svolta l’assemblea del personale amministrativo dell’Ufficio del Giudice di Pace a seguito della quale è stato indetto lo stato di agitazione. Il problema più impellente e annoso, acuito anche dai disagi del Covid-19, è la carenza di organico con il 46% in meno del quadro a regime normale.
La dotazione di personale prevista, infatti, è di 15 unità ma in servizio ci sono solo otto amministrativi: mancano tre cancellieri esperti, due assistenti giudiziari e tre operatori giudiziari, senza contare l’oggettiva sproporzione con i carichi di lavoro ritenuti rilevantissimi.
Non va meglio con l’organico dei giudici che, invece dei 15 previsti, vede la presenza di tre più due applicati i quali, considerando la mole di atti che arrivano annualmente alla sezione civile (circa 7mila) e quella penale (circa mille), non hanno la possibilità oggettiva di fare fronte alla mole di lavoro.
Mancata informatizzazione dei servizi civili e precarie condizioni dell’edificio che ospita la sede fanno il resto. Ecco perché i dipendenti hanno proclamato lo stato di agitazione finalizzato ad ottenere con alcune precise finalità: in via d’urgenza dal Presidente della Corte di Appello l’espletamento della procedura di mobilità endodistrettuale con l’applicazione di almeno due unità lavorative presso il Giudice di Pace di Latina; l’inclusione dell’ufficio tra i prossimi destinatari del piano d’informatizzazione preannunciato dal Ministro della Giustizia; la revisione della pianta organica in proporzione dei carichi di lavoro civili e penali che gravano sull’Ufficio.