Nei vorticosi passaggi di denaro con il finale aumento di capitale della Italy Glass spa c’è il riciclaggio di soldi illeciti dei fratelli Festa tramite Iannotta e con la supervisione di Pasquale Pirolo condannato per associazione mafiosa e contiguo alla camorra
Non finiscono di stupire le possibilità che Luciano Iannotta, presidente di Confartigianato Latina, membro della Camera di Commercio e presidente del Terracina calcio, si dà per accrescere la sua vita imprenditoriale.
Fermo non sta mai fermo, sin da quando lo ricordano in tanti a Latina quando si occupava di generi alimentari o, più tardi, quando ebbe un passaggio in politica in qualità di Assessore a Sonnino, o nella sua capacità relazionale anche con personaggi in vista nella Latina bene come, ad esempio, con l’ex Presidente del Latina calcio, deceduto da anni, Michelangelo Condò.
Solo che nello spaccato emerso dall’indagine della Squadra Mobile di Latina, di mezzo ci sono soldi sporchi di provenienza illecita che servono a una delle società della galassia Iannotta a ricapitalizzarsi non prima di aver fatto quei giri immensi che Antonello Venditti sublimava con l’amore mentre qui si cristallizzano in affari e soldi. Tanti.
A spiegare questi “giri” sono gli indagati nelle conversazioni. È lo stesso Iannotta che contatta il Presidente della sua Italy Glass Spa e ad avvertirlo di quanto accadrà di lì a breve: i “napoletani inietteranno 2 milioni di euro”.
E allora parte la giostra. Una società riconducibile a Gennaro e Antonio Festa (indagati), i cosiddetti “napoletani” di cui sopra, la C.R. LOGISTIC SRL, simula l’acquisto, attraverso un atto preliminare falso, dell’immobile presso cui ha sede la CEMENFER, di proprietà della FERROCAL SRL, società con sede a Latina e di proprietà di Luciano Iannotta e del commercialista, nonché suo partner in affari, Paolo Fontenova.
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I 2 milioni di euro, attraverso vari bonifici da 300mila euro ciascuno, vengono iniettati nella LTA LONDON iNVESTMENT LTD, con sede a Londra, di cui Luciano Iannotta risulta essere company director. La società londinese, in seguito, effettua un finanziamento, per una pari somma di denaro, in favore della AKROS INVESTMENT LTD, anche questa con sede nella capitale del Regno Unito. Un passaggio, quest’ultimo, che non avverrà perché i soldi transiteranno nella disponibilità della AKROS INVESTMENT LTD.
È a questo punto che la AKROS INVESTMENT LTD, titolare per il 99% delle quote dell’italiana AKROS HOLDING srl, conclude un finanziamento per un aumento del capitale sociale in favore della sua corrispettiva italiana la quale, a sua volta, compie la medesima operazione in favore della Italy Glass Spa, partecipata al 100% dalla AKROS HOLDING srl.
Fin qui, come detto, i giri immensi. Ma che provenienza hanno questi soldi? A spiegarlo è sempre Luciano Iannotta in una conversazione con un altro indagato di “Dirty Glass”, il 45enne di Napoli Daniele Ruggiero contabile di fiducia di un altro indagato, Michele Tecchia, assoldati entrambi proprio per l’operazione di Italy Glass.
È Iannotta che afferma che, grazie all’atto preliminare fittizio per la compravendita di un immobile, servita a giustificare l’iniezione di liquidità da parte dei napoletani, il denaro verrà “ripulito” attraverso le società londinesi che ricadono sotto il controllo dell’imprenditore di Sonnino: “Lo facciamo diventare pulito sopra“. Sopra nel senso nella terra della perfida Albione che qui, per loro, diventa molto benefica o, sarebbe meglio dire, munifica.
Nella gestione dell’affare che coinvolge i fratelli Festa, c’è anche l’ingresso di un commercialista di Pomigliano che risponde al nome di “Nunzio”, sul conto del quale Daniele Ruggiero afferma non essere in grado di lavorare ma, comunque, di risultare indispensabile per concludere l’affare proprio perché vicino ad ambienti criminali. Iannotta lo definisce “borderline”.
Il vertice tra i Festa (di cui Iannotta vuole rendere puliti i soldi) e lo stesso imprenditore sonninese avviene ad aprile 2018 a Napoli presso la sede della FGA Distribution dei Fratelli Antonio e Gennaro Festa, di cui risulta amministratore Tecchia. A partecipare c’è anche il contabile che si occupa dell’aumento di capitale della Italy Glass, Daniele Ruggiero, il quale non lascia in sospeso un problema. C’è infatti da soddisfare un pezzo da novanta come Pasquale Pirolo che non solo si è fatto mediatore tra Festa e Iannotta presentandoli ma ha un certo passato che vuole dire Bardellino e Zagaria. Insomma, uno con cui quando si parla di soldi è meglio non scherzare. Iannotta, Tecchia e Gennaro Festa vorrebbero escludere Pirolo dall’affare della ricapitalizzazione della Italy Glass ma Ruggiero li riporta a più miti consigli.
Infatti, Pirolo rivendica il 50% degli introiti derivanti dal suddetto affare e l’aspetto si evince bene da una intercettazione captata dagli investigatori in cui conversa con Antonio Abagnale (non indagato).
Pirolo: “A ma io…io lo rovino proprio..lo distruggo!” – riferendosi a Iannotta – “Quell’altro che dice ei Festa…ma chi te li ha presentati i Festa, Luciano? Quelli sono miei fratelli e alla mia famiglia„.perché ti danno i soldi! E per tutto quanto mi ha dato due lattine di olio? Ma che stiamo dando i numeri? Io gliel’ho detto a Luciano,„ed ha detto ma allora è una questione di soldi? E certo! ma poi è talmente …ah?“
Abagnale: “Tu dicesti che aveva mandato un milione?“
Pirolo: “Si! Ho detto io voglio il cinquanta per cento di tutto quello che guadagnate! Quello si è comprato…ha cinquecentomila euro di macchine! Proprio così!“
Insomma, Pirolo vuole un milione tondo tondo ossia la metà dell’affare.
Non ha dubbi il gip a definire nell’ordinanza l’episodio come riciclaggio: “È difatti pacifico l’avvenuto riciclaggio di fondi di provenienza delittuosa derivanti dalla famiglia Festa, in particolare costoro dopo avere distratto dalla società CR Logistic sri la somma di 254.000 euro mediante la simulazione di un contratto preliminare di compravendita, trasferivano il denaro a titolo dì caparra in favore della Ferrocal srl, corrisposta con un contratto preliminare di compravendita simulato, per poi trasferire la somma nelle casse della AKROS Holding sri e successivamente reimpiegarla nella ITALY GLASS spa, vetreria riconducibile alici Iannotta“.
È proprio da questa girella di soldi che vanno “sopra” per essere lavati e tornano puliti “sotto” per essere spartiti che l’inchiesta prende il nome di Vetro Sporco: per l’appunto Dirty Glass.