Ponza, Località Giancos di Sopra. Lavori edilizi abusivi e strafottenti: nonostante tre ordinanze comunali, due di sospensione dei lavori e una di sequestro del cantiere, le attività abusive riprendono impunemente in barba a quanto disposto
L’ordinanza di sequestro del cantiere in località Giancos di Sopra è stata vergata dal Sindaco di Ponza Ferraiuolo il 1° agosto scorso e la seconda notifica di sospensione dei lavori era stata recapitata ai diretti interessati il 25 luglio. Quest’ultima ordinanza era “finalizzata all’emissione dell’ordine di ripristino dello stato dei luoghi per interventi realizzati in assenza del titolo edilizio sull’immobile ubicato in località Giancos di Sopra“. Ma c’è di più.
I soggetti in questione erano già stati destinatari di un precedente ordine di sospensione lavori emesso il 5 maggio 2020, pochi mesi fa insomma, disattendendo ogni disposizione cautelare in merito.
Quindi, dopo due ordinanze di sospensione dei lavori e una di sequestro, i responsabili degli abusi continuano a lavorare nel piccolo cantiere ed è cosa nota grazie alla testimonianza di un lettore di Latina Tu che ha segnalato l’accaduto.
Ad aggravare le conseguenze del o dei presunto/presunti reati commessi, oltre all’intenzione di “portare a termine le opere abusive con ulteriore pregiudizio per l’assetto del territorio, e il paesaggio così come inciso dalle opere poste in essere in assenza di titolo abilitativo edilizio“, ci sono leggi paesaggistiche e ambientali totalmente disattese da quella che eufemisticamente il Sindaco Ferraiuolo chiama imperizia dei soggetti responsabili:
- ai sensi del Decreto Ministeriale del 14 gennaio 1954, nonché alla specifica disciplina di cui al vigente PTPR, l’isole di Ponza, insieme a quelle di Gavi Palmarola e Zannone, è stata dichiarata di notevole interesse pubblico;
- vincolo idrogeologico a norma del Regio Decreto Legislativo del 30 dicembre1923, n. 3267;
- area ZPS (Isole Ponziane – cod. IT6040019), dove per ZPS si intende zone di protezione speciale ossia aree “di protezione poste lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione di idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori“;
- zona a rischio sismico (sottozona 3B) in base alla deliberazione della Giunta Regionale del Lazio n. 382/2009;
- infine, con particolare riferimento alle particelle catastali oggetto di abuso edilizio ripetuto, l’area in questione, secondo il P.R.G., è destinata a essere una “zona rurale vincolata“, tutelata secondo la disciplina di cui all’art. 31 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. che così recita: “All’interno di questa zona è consentita esclusivamente la costruzione di fabbricati necessari per le conduzione di fondi rustici, con esclusione degli edifici residenziali. L’indice di edificabilità di zona non può superare i 0,001 mc/mq.; altezza massima degli edifici: I piano (metri 3,30); all’interno di detta zona non è permesso l’accorpamento dei volumi afferenti aree esterne alla fascia di salvaguardia; per le distanze dalle strade deve essere rispettato il D.1. 1/4/68, n°1404; devono essere rispettate le prescrizioni della legge regionale 2/7/1974 n°30, agg. 25/10/1976, n. 52. Parte dell’isola di Palmarola e l’intera isola di Gavi, come risulta dall’elaborato grafico di progetto (Tav. n° 34), sono comprese nella zona rurale vincolata“.
Era solo una facoltà quella del sindaco di sequestrare il cantiere abusivo ma, evidentemente, l’atteggiamento dei destinatari dell’ordinanza e la reiterazione di taluni comportamenti hanno spinto il primo cittadino ponzano a ratificare 1° agosto questa evenienza.
Non è servito a dissuadere i responsabili degli abusi (coadiuvati da una ditta il cui nome è stato omissato nell’atto pubblico, impresa rappresentante legale di un’ulteriore ditta, la citata T.D.F. Costruzioni srls) neanche che queste ordinanze fossero state notificate al geometra Cristofaro Accetta, responsabile del servizio Urbanistica/Demani, unitamente al comandante pro-tempore della Polizia Locale ten. Antonio Pesce. L’ultima ordinanza, quella di sequestro del cantiere, è stata trasmessa anche al Segretario Generale del Comune di Ponza, al Corpo di Polizia locale, alla Stazione dei Carabinieri di Ponza, alla Procura della Repubblica del Tribunale di Cassino, alla Regione Lazio – Direzione Territorio — Area Vigilanza Urbanistico Edilizia e Contrasto all’Abusivismo.
E meno male.