L’ipotesi di collocare a Sezze la Statua di San Lidano in Piazza del Duomo è non rispondente alle Norme Urbanistiche vigenti. Domani il Consiglio Comunale che si dovrà esprimere sulla questione
Scritto e a cura di Vittorio Accapezzato
Qualsiasi amministrazione comunale è chiamata a rispettare i patti con la cittadinanza stabiliti da un programma elettorale. Questo strumento non è di “propaganda” elettorale ma come un insieme possibile d’idee che rappresentano la città e costituisce l’impegno per un’attività amministrativa trasparente, partecipata, che rappresenti i valori autentici del paese.
L’attività amministrativa di chi è stato delegato rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. Il programma elettorale della coalizione Di Raimo nella voce riguardante il centro storico riporta: “Il centro urbano dotato d’identità storica, Sezze centro, deve proseguire il percorso di recupero della propria identità e peculiarità architettonica, attraverso interventi di riqualificazione: ripavimentazione, completamento del restylìng dell’illuminazione pubblica, rifacimento delle reti fognanti e idriche, applicazione di tecniche, materiali e colorì nelle ristrutturazioni edilizie da ridefinire attraverso una revisione e un aggiornamento del piano colore”.
Il Comune è dotato di Piano Regolatore Generale tuttora vigente nel quale è prevista una zona “A” (Centro Storico), non regolamentata da un Piano Particolareggiato. Il Piano Particolareggiato del Centro Storico fu imposto all’articolo 31 delle Norme Tecniche Attuazione dalla Giunta Regione Lazio con delibera n.1425 del 27.4. 1976.
ZONA A-CONSERVAZIONE E RISANAMENTO: “Tutta la zona di cui al titolo è sottoposta al vincolo di conservazione dello stato attuale in tutte le parti che la compongono (case, strade, piazze, edifici pubblici ecc.) per mantenere il carattere dell’ambiente architettonico e urbanistico. Gli unici interventi ammessi sono quelli diretti ai miglioramenti delle condizioni di abitabilità del vecchio centro attraverso il risanamento per le costruzioni malsane“.
Lo scopo di un piano particolareggiato che diviene strumento attuativo del centro storico è fondamentale e in mancanza del quale non si può operare. Esso è un attento studio particolareggiato delle caratteristiche, dei materiali, degli aspetti architettonici risalenti al passato e l’esame di un metodo d’intervento accompagnato da un Regolamento Edilizio che tenda a riportare al presente e al futuro queste caratteristiche. Solo così si potranno conservare i caratteri costruttivi che hanno qualificato il passato, in maniera tale da poter valorizzare il patrimonio edilizio e, nel frattempo, consentire di innalzare la qualità abitativa e culturale del paese.
Inoltre, Il Comune è privo di un Regolamento Edilizio. L’unico esistente è del 1972. In ottemperanza della delibera Regione Lazio n.243/2017 del 19.05.2017 avrebbe dovuto adeguare il proprio regolamento edilizio allo Schema di normativo tipo e ai relativi allegati, entro centottanta giorni dalla pubblicazione della deliberazione pubblicata con il Bollettino 43 del 30.05.2017.
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Il responsabile del V settore, Vincenzo Borrelli, ebbe a inviare un anno fa, al sindaco, all’assessore all’Urbanistica, al presidente del Consiglio comunale, al segretario e agli uffici Urbanistica e Edilizia Privata, una nota riguardante l’adeguamento Regolamento Edilizio Comunale. A tutt’oggi il Comune è ancora inadempiente ed è privo di un Regolamento Edilizio Tipo rispondente adeguato quello Regionale. In effetti, il regolamento edilizio, per norma, è finalizzato al perseguimento di un ordinato sviluppo edilizio, nel rispetto delle esigenze tecnico-estetiche, igienico, sanitarie, di sicurezza e di vivibilità e a garantire la tutela di valori architettonici e ambientali, il decoro e lo sviluppo sostenibile.
Dopodomani, il Consiglio Comunale è chiamato a deliberare l’accettazione della donazione e la contemporanea approvazione dello schema di convenzione da stipularsi ai sensi dell’art.20 del d.lgs 50/2016.
Certamente il consiglio può accettare la donazione offerta riguardante la statua di San Lidano perfezionata con la stipulazione di atto notarile pubblico senza assumersi le spese (di contratto, registro, trascrizione ecc.) senza che questa sia legata all’ubicazione come da progetto.
L’accettazione di questa ipotesi definisce una donazione condizionata e con una collocazione non rispondente alle Norme Urbanistiche vigenti.
Tale posizione forzata, non contribuisce al miglioramento dell’ambiente urbano e a rendere il sito più fruibile con un intervento invasivo che viene a intaccare la bellezza naturale del luogo. Inserire il bene acquisito al patrimonio comunale disponibile per poterlo poi collocare in un’area più opportuna che rispetti le norme del PRG e del Regolamento Edilizio Tipo di cui il Comune è obbligato a dotarsi.