Latina entra in Fase due ma conta la quinta e sesta vittima: ieri sono venuti a mancare la 73enne Nella Angela Sardina e il 77enne Saverio Capriglione
I signori Sardina e Capriglione sono deceduti entrambi all’ospedale Covid-19, al Santa Maria Goretti: l’una nel reparto di Medicina preposto al virus, l’altro ricoverato in Terapia Intensiva. Sono rispettivamente la quinta e sesta vittima di questa tragedia strisciante che spesso crediamo passare solo nelle bare di Bergamo trasmesse dalle televisioni ma che, invece, nonostante un calo costante nei contagi (il capoluogo è dal 28 aprile che si trova a contagi zero), ci riguarda da vicino. Silenziosamente ma costantemente.
La signora Nella era invalida, una di quelle persone che nei freddi bollettini dell’Asl o nei rapporti dell’ISS viene posta nelle statistiche tra i deceduti con “patologie pregresse”. Ha trovato il virus nel focolaio dell’Rsa di Aprilia, il San Michele Hospital, che da qualche giorno sta tenendo in apprensione una città. Il signor Saverio, che lascia moglie e tre figli, era stato un dipendente pubblico, avendo lavorato a quella che fu la Conservatoria del capoluogo in Piazza del Popolo, successivamente spostata in Viale Le Corbusier e, dopo una riforma, modificata anche nel nome: Ufficio del Territorio. Una generazione, la sua, presa di mira dal virus: l’eccesso di mortalità più consistente, secondo i dati Istat pubblicati ieri, si riscontra per gli uomini di 70-79 anni: i decessi aumentano di circa 2,3 volte tra il 20 febbraio e il 31 marzo.
E sarà anche un paragone tirato per i capelli ma, mentre ieri morivano altri due cittadini del capoluogo, lasciati l’una nella citazione del bollettino Asl del 4 maggio, l’altro in quella che verrà tra poche ore di questo 5 maggio, noi latinensi ci riversavamo al McDonald’s quasi fosse un bisogno di vitalità, nell’era del take away concesso dal Governo, che invece sembra molto uguale a morte.
Settimane a parlare e leggere di quanto la crisi ci avrebbe cambiato, anche nelle nostre abitudini alimentari, ed ecco apparire il miraggio del cibo d’asporto di grana grossa: altro che riscoperta delle piccole cose e l’affermazione definitiva del Km0 e della bottega sotto casa!
Il brulicare di auto registrato dalle parti delle Autolinee e in Via Isonzo, dove si trovano i MacDonald’s della città, non possono che significare che la Fase 1 non ci ha cambiati. Vogliamo le nostre vite indietro, ma di quali vite stiamo parlando?