Che a Itri i rapporti tra Vittoria Maggiarra, Osvaldo Agresti e Giuseppe Cece, da una parte, e il sindaco Antonio Fargiorgio, dall’altra, siano tesi è noto da tempo, ma che addirittura in un comunicato i tre consiglieri di opposizione arrivino a definire l’Amministrazione “cialtrona” è un fatto nuovo. Andiamo a ripercorrere i fatti.
Sabato 4 aprile su mandato dell’Amministrazione la sezione locale Italcaccia, utilizzando i prodotti forniti dalla società De Vizia Transfer Spa che si occupa della raccolta dei rifiuti, procede a disinfezione di tutto il territorio comunale. Il perché il primo cittadino si affidi ai cacciatori e piuttosto che all’Azienda specializzata è spiegato in un post sulla pagina Facebook del Comune dello stesso giorno: “Debbo pubblicamente ringraziare i componenti della sezione locale Italcaccia – commenta il sindaco Fargiorgio- che hanno messo a disposizione i loro mezzi…consentendo con la disinfezione di raggiungere anche angoli, parti e vicoli di tutto il centro storico di Itri, che diversamente non si sarebbero potuti raggiungere con i mezzi più grandi a disposizione della De Vizia. Ai mezzi pur in dotazione della Società che si occupa della raccolta differenziata, infatti, causa i noti provvedimenti che riguardano la vicina città di Fondi , non è stato consentito di poter aver accesso a Itri“.
L’Ente doveva quindi supplire a un impedimento oggettivo a cui era sottoposto la ditta addetta alla disinfezione e si è servito di un corpo di volontari. Nel frattempo i tre consiglieri di minoranza avevano proceduto già il 31 marzo, in vista della data della disinfezione, a richiedere accesso agli atti. Cosa si chiedeva nella nota rivolta al Segretario comunale Caterina Nicoletti, al Comandante della Polizia Locale Pasquale Pugliese, al Responsabile del Servizio Igiene Ambientale Giuseppe Paparello e al Responsabile Servizio Lavori Pubblici Giuseppe Caramanica ?
I tre esponenti di minoranza domandavano in primo luogo se l’Associazione di appassionati dell’arte venatoria avessero i titoli per svolgere operazioni di disinfezione; in secondo luogo se ci fosse stato un atto o un avviso nei giorni precedenti che autorizzasse i cacciatori dell’associazione ad entrare nelle aree private condominiali per disinfettare gli ambienti; in ultimo i rappresentanti del Consiglio chiedevano copia di tutti gli atti relativi all’acquisto dei materiali e delle composizioni chimiche utilizzate sul territorio itrano per la sanificazione.
Il responsabile del Servizio Igiene nei giorni successivi, rispondendo in una nota ai consiglieri, spiegava come in realtà per le grandi arterie del centro storico e della periferia fosse stata la De Vizia a sanificare il territorio comunale, così come da contratto tra Ente e azienda appaltatrice e senza oneri aggiuntivi per l’Erario; tuttavia nel caso dei vicoli e delle strade più anguste si fosse dovuti ricorrere ai volontari dell’Italcaccia. Paparello ribadiva su questo aspetto quanto affermato da Fargiorgio: i veicoli più piccoli della De Vizia non potevano lasciare la “zona rossa” di Fondi alla volta di Itri, a causa delle note restrizioni regionali, e per tale ragione l’Amministrazione si era dovuta servire dei mezzi a disposizione dei volontari.
Arrivata la risposta del funzionario comunale il 9 aprile, non senza un secondo accesso gli atti effettuato tre giorni prima dai tre consiglieri, gli stessi Maggiarra, Agresti e Cece hanno diramato all’indomani delle festività pasquali un comunicato rovente dal titolo “Itri: Amministrazione cialtrona!”. Nello specifico i consiglieri chiedono nuovamente: di avere accesso a tutti gli atti gestionali autorizzatori e agli atti di indirizzo politico afferenti l’esecuzione delle operazioni di sanificazione da Covid 19 del suolo pubblico comunale ad opera di cacciatori locali appartenenti all’ “Associazione Italcaccia”; nonché di conoscere in base a quale titolo, normativamente previsto, l’Associazione Italcaccia abbia potuto effettuare le operazioni suddette, che sono operazioni complesse e riservate ad organismi altamente professionali e specializzati in materia igienico-sanitaria.
Di seguito nel testo documento si legge: “Con una nota evasiva e del tutto fuorviante, priva di numero di protocollo a firma del solo Responsabile del Servizio Igiene/Ambiente, l’Ufficio comunale dà ai tre Consiglieri una timida risposta, asserendo che le dette operazioni sono state eseguite dalla società De Vizia Transfert s.p.a, attuale appaltatrice del servizio rifiuti, spazzamento e pulizia delle strade comunali. Nessun accenno, invece, da parte del Responsabile comunale, ai titoli abilitanti i cacciatori dell’Associazione Italcaccia!!!
Una risposta che ha obbligato i tre Amministratori a diffidare gli Uffici comunali aditi, ciascuno per la propria rispettiva competenza, al fine di rendere un riscontro esaustivo e secondo i basilari criteri della trasparenza amministrativa, alla luce delle disposizioni superiori nazionali e regionali in materia di abilitazione e specializzazione all’esecuzione degli interventi emergenziali di sanificazione da Sars-Cov 2 e di idoneità dei mezzi e delle attrezzature connesse alla detta esecuzione.Con nota prot. n. 5070 del 09 aprile u.s., il responsabile dell’Ufficio Igiene sig. Paparello Giuseppe scrive ai tre consiglieri “Gli interventi di sanificazione delle strade comunali sono stati eseguiti dalla ditta De Vizia Transfert s.p.a e non dall’Associazione Italcaccia che si è limitata a mettere a disposizione un proprio mezzo…Nessun incarico è stato conferito dal sottoscritto all’Associazione Italcaccia per l’esecuzione dei predetti interventi”.
Peccato che, in un comunicato alla cittadinanza di qualche giorno prima (04 aprile), pubblicato sulla pagina facebook del Comune di Itri, è lo stesso Sindaco Antonio Fargiorgio a smentire quanto poi riportato dal sig. Paparello Giuseppe nella sua nota ufficiale ai tre Consiglieri comunali. “Debbo pubblicamente ringraziare i componenti della locale sezione Italcaccia che hanno messo a disposizione i loro mezzi, utilizzando i prodotti a noma di legge forniti dalla De Vizia…” commenta il Sindaco di Itri nel suo comunicato.
Dubbi sulla materiale esecuzione delle delicate operazioni emergenziali di cui trattasi da parte dei cacciatori Italcaccia, allo stato, non sussistono, perché il fatto è notorio e riscontrato da gran parte della cittadinanza, che, peraltro, senza un preventivo avviso, ha assistito alla disinfezione messa in atto nelle piene ore mattutine e pomeridiane.
Ma v’è di più! Proprio in questi giorni, sui social, sono stati pubblicati video, fotografie e commenti da parte di una locale ditta privata di edilizia che asserisce di aver, anch’essa, effettuato le operazioni di sanificazione/disinfezione da Covid 19 sul territorio itrano avvalendosi, a sua volta, di una locale ditta di trasporto inerti.
Le fotografie e i video resi pubblici ritraggono personale impegnato nella sanificazione del centro storico di Itri senza indossare gli indumenti e le attrezzature prescritte dal Ministero della Salute e dal Protocollo di Gestione Coronavirus, sprovvisto di filtrante respiratorio raccomandato, di protezione facciale e di camice monouso impermeabile a maniche lunghe.
“Una situazione disarmante oltre che imbarazzante – commenta la Consigliera Vittoria Maggiarra Capogruppo del Gruppo Misto in Consiglio comunale; ancora una volta la Giunta Fargiorgio palesa le sue pesanti e gravissime limitazioni, il suo fare cialtrone, la sua incompetenza nella gestione della cosa pubblica e nella tutela di quelli che sono gli interessi primari della nostra Comunità cittadina. Restano ancora da vagliare le
modalità di esecuzione della sanificazione/disinfezione effettuata sul territorio itrano, perché, come dettano le linee guida ministeriali e i Protocolli varati per l’emergenza Covid-19, al fine di aumentarne l’efficacia, la disinfezione doveva essere preceduta dal lavaggio e dalla pulizia di tutte le strade cittadine. Inoltre, benché richieste agli Uffici comunali di competenza, nessun riscontro ci è stato dato in merito alla tipologia e alla composizione dei prodotti utilizzati, che, sempre per Protocollo, devono essere disinfettanti verucidi specifici, approvati dal Ministero della Salute, la cui efficacia deve essere comprovata secondo le normative UNI EN di riferimento affinché tutte le attività biocide siano certificate per dosi di impiego e tempi di contatto contro i cosiddetti virus incapsulati, di cui il Covid-19 fa parte. Di tutto questo non vi è traccia né risposta da parte degli Uffici comunali interpellati, rimasti aimè silenti. Incresciosi ed infelici rimangono i comunicati del Sindaco Fargiorgio laddove deliberatamente sbeffeggia e deride pubblicamente quello che è un diritto ed uno strumento proprio di azione dei Consiglieri comunali, ossia, il diritto di accesso ai documenti e agli atti amministrativi; diritto espressamente normato dal legislatore ed assunto alla base di ogni sistema gestionale del nostro Ordinamento, esercitato da me e dai miei colleghi Consiglieri di opposizione nella piena legittimità consentita e nel pieno esercizio del nostro mandato istituzionale e delle nostre precipue funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo.
Una precisazione ultima la ritengo doverosa, anche a nome dei colleghi Consiglieri Agresti e Cece, perché, se indiscusso rimane l’apprezzamento e l’ammirazione per la volontà e per lo spirito solidale che animano i nostri cittadini, non possiamo tuttavia pensare di consentire e di tollerare azioni che si traducono in un utilizzo improprio del volontariato, cui, evidentemente, nessuna responsabilità può attribuirsi dinanzi ad una consapevole forzatura attuata dal Sindaco Fargiorgio e dalla sua Giunta comunale. E pensare che la stessa Direzione Regionale di Protezione Civile, con una recentissima nota trasmessa a tutti i Sindaci della Regione Lazio per la gestione delle attività di disinfestazione delle aree comunali nella emergenza Covid-19, ha scongiurato finanche l’utilizzo del Volontariato Regionale di Protezione Civile e delle attrezzature in dotazione dello stesso, in quanto non avente le competenze e le specializzazioni del caso e privo di adeguate attrezzature connesse all’esecuzione”.