TRA GAETA E SAN FELICE LA GUERRA DELLE MASCHERINE: SINDACI, PARTITI, FIGURACCE E UNA POLITICA PERDENTE

mascherine e Mitrano
La foto postata da Mauro Sasso: sopra il biglietto allegato alle mascherine che ha generato polemiche in provincia e oltre; sotto il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano mentre concede un'intervista

Le mascherine “made in Gaeta” per l’emergenza Coronavirus-Covid-19 continuano a far discutere: la “gaffe” di Fratelli d’Italia, l’indignazione del sindaco Mitrano, lo storico rappresentante della destra gaetana Mauro Sasso che non abbocca e se la prende pure col primo cittadino 

Che avessero il sentore di propaganda politica queste benedette mascherine lo avevano capito pure i sassi a Gaeta e, si scusi il gioco di parole, è un Sasso, che di nome fa Mauro, da sempre nell’ambiente della destra del Golfo, a prendere la parola e a dire la sua: stigmatizzare i Fratelli d’Italia locali sì, ma pure il sindaco Cosmo Mitrano…

Ma andiamo con ordine.
Sabato 4 aprile, molti cittadini e utenti gaetani si indignano perché il circolo locale di Fratelli d’Italia posta una nota sul proprio profilo con una foto di una mascherina, proprio una di quelle annunciate urbi et orbi da Mitrano, e un bigliettino del partito della Meloni con la dicitura dell’Associazione Montecristo. Quelle mascherine filtranti in Tnt, doppio strato, protezione naso e bocca con stringinaso, Tnt non abrasivo al tatto/idrorepellente, prodotto e distribuito da E.T.I. srl, di cui il sindaco di Gaeta ha tessuto le lodi e lo spessore a reti e social unificati.

Apriti cielo. Infatti, è lo stesso primo cittadino Mitrano, che ha occhi e orecchie reali e virtuali a Gaeta, a deprecare l’azione dei Fratelli d’Italia locali, scomodando persino il Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18: “Non sappia la mano sinistra ciò che fa la mano destra. Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati…“.
E giù la filippica contro l’uso della mascherina a corredo di un simbolo politico (o viceversa) e l’ukase finale: “Non c’è logica di partito o colore politico, esiste solo una tangibile necessità di dare risposte, conforto ed assistenza a chi ne ha bisogno. Pertanto a nome personale e di tutta l’Amministrazione condanniamo questo comportamento fuori luogo ed inopportuno ed esigiamo che si chieda scusa alla Città ed ai suoi cittadini!“.

Solo che Cosimino si scorda di dire il nome del partito, anzi lo cripta, proprio come è evidente dalla foto che ha postato sul suo profilo. Ma in tempi di Internet e di social che sia stato Fratelli d’Italia locale a fare la furbata è sotto gli occhi di tutti e gli utenti si scatenano. E non poteva mancare la pagina arguta e pungente di GaetaSpia che canzona: “Avverti in te i sintomi del sovranismo? Sospetti di essere stato contagiato dal Melonivirus? Proteggi te stesso e gli altri: usa le mascherine di Fratelli d’Italia – sezione di Gaeta”.

Il consigliere comunale del partito, Marco Di Vasta, considerata la gaffe sesquipedale, non può che scusarsi e verga a sua volta un post (di seguito).

Ma ormai la frittata è fatta e il casus belli arriva anche sui circuiti nazionali; anche l’ormai lanciatissimo giornalista social Andrea Scanzi ne prende spunto per la sua quotidiana razione di video su Facebook, tra satira, moralismo e supponenza.
Un altro dei primi a intervenire è il collaudatissimo renziano di Italia Viva, il deputato Davide Faraone che, sempre a mezzo social, si indigna e si impegna bollando l’episodio come “uno degli atti di sciacallaggio politico più volgari ed indecenti accaduti durante questa tragedia nazionale“. Boom!

Finita qui? Manco per idea. Dopo Cosimino e il povero Matteo apostolo, le scuse con la coda tra le gambe di Di Vasta, gli attacchi di Faraone, il puntuto sarcasmo di GaetaSpia, e giornali nazionali e locali a rimpallare la vicenda, ecco arrivare Giorgia Meloni, proprio lei la “Io Sono Giorgia” che, prima del Covid-19, sembrava essere la politica più in ascesa nel panorama nazionale.
La leader “de destra” e pure “cristiana” cerca di stemperare e porre fine al cicaleccio? Macché. Ed eccola rincarare la dose, spostando la critica verso un altro partito e persino verso un altro comune: della serie, come si direbbe a Roma dove è nata, “il più pulito c’ha…“.

Secondo la Meloni, il PD che si è detto indignato per il post dei Fratelli gaetani, dovrebbe tacere, non avendo titolo di indignazione. In più, l’ex Ministro della fu “èra Berlusconi” cerca di salvare il proprio circolo locale, ossia rinfacciando ai Dem di Terracina di aver messo il cappello sui soldi stanziati da Governo e Regione con il Fondo di Solidarietà e i buoni spesa. “La differenza – ha scritto la leader Giorgia – cari amici del Pd, è che almeno il circolo di FdI ha messo il simbolo su un’iniziativa pagata con i suoi soldi. Voi invece mettete il simbolo sulle cose pagate con i soldi degli italiani. Decisamente vi mancano la statura morale e la dignità per dare lezioni a chicchessia“.

Insomma, dopo questo ping pong deprecabile dove ci si scorda che intanto, nelle stesse giornate, si va a centinaia di morti al giorno e la situazione non ha perso di un grammo della sua drammaticità, forse a dire che, in fondo, c’è qualcosa che stona a monte, è l’unico che dalla politica pare essersi ritirato: Mauro Sasso. L’ex esponente di destra non le manda a dire e scrive dal suo profilo: “Questa non è MAI stata la Gaeta che ho avuto in mente! Questa non è la città che vorrei! Io credo in una Gaeta diversa di valori e non di sciacallaggio! Io credo in un futuro diverso dove non ci sia un sindaco che specula su questa tragedia per farsi pubblicità e per apparire in televisione! Non credo in un partito di pseudo maggioranza che pur di fare propaganda distribuisce mascherine elettorali! Io non credo in questo voto di scambio! È ora di dire basta…“.

Tutto da buttare come dice Sasso? Chissà. È certo che la guerra delle mascherine, in una provincia come la nostra, ce la saremmo fortemente risparmiata, senza contare che anche il sindaco di San Felice Giuseppe Schiboni ci si è messo attaccando l’Agenzia delle Dogane e il Governo perché la prima si è permessa di requisire, come fa con tutti peraltro, le mascherine inviate da un cittadino svizzero innamorato della città del Promontorio. Motivo? Servono alla Protezione civile e all’apparato sanitario. Ma, in questa Italia in tragedia, pare che la polemica politica che ci fa provinciali è evidente che non riusciamo proprio a dimenticarla. Coronavirus o meno.

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