LATINA, L’EGOCENTRISMO ECONOMICO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

fila al supermercato

L’egocentrismo è l’atteggiamento del soggetto che pone sé stesso e la propria problematica al centro di ogni esperienza, trascurando la presenza e gli interessi degli altri.

Lo scorso 18 marzo abbiamo avuto un esempio di egocentrismo di natura economica con le dichiarazioni rilasciate da due imprenditori di Latina della grande distribuzione, e precisamente Gianni Cassandra e Fabio Marasca, che hanno aspramente criticato l’Ordinanza della Regione Lazio del 17 marzo riguardante proprio supermercati ed esercizi commerciali

SUPERMERCATO

L’ORDINANZA DELLA REGIONE LAZIO

Come abbiamo già detto nell’articolo del 17 marzo, l’Ordinanza in questione impone alcune nuove regole ai fini della prevenzione e della gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid – 19.

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Vengono innanzitutto previste, con l’esclusione di farmacie e parafarmacie, alcune limitazioni agli orari di apertura, che ora sono diventati i seguenti: dal lunedì al venerdì ore 8.30 – 19.00, domeniche e festivi ore 8.30 – 15.00.

Viene anche specificato che i gestori delle attività devono comunque garantire un accesso ai luoghi con modalità contingentate, idonee ad evitare assembramenti di persone e tali da garantire la distanza di almeno un metro.

Appare evidente come la finalità dell’Ordinanza in questione sia anche quella di tutelare le persone che lavorano nei supermercati.

Invero, subito dopo i medici e gli infermieri, probabilmente le categorie più a rischio sono le forze dell’ordine, gli autotrasportatori, quelli che lavorano nelle farmacie/parafarmacie e e il personale dipendente della grande distribuzione. Quest’ultimo è quotidianamente a contatto con centinaia e centinaia di persone, ma solo in seguito all’Ordinanza abbiamo visto l’adozione generale di misure e comportamenti idonei e adeguati, che prima erano lasciati al semplice buon senso di ogni singolo individuo.  

Coronavirus, corsa all'acquisto nei supermercati ma e' ingiustificata

Va sottolineato che tutti i lavoratori dei supermercati sono sottoposti, sin dall’inizio dell’emergenza, ad una fortissima pressione, anche a causa del vero e proprio assalto che stanno subendo da chi, nonostante le raccomandazioni e le rassicurazioni del Governo, sta ritenendo opportuno fare incetta di derrate alimentari e di altri prodotti per la casa.

Pertanto, il lieve contenimento degli orari (aperti tutti i giorni fino alle 19.00 e la domenica fino alle 15.00) significa anche contenimento dello stress cui è sottoposta una intera categoria di lavoratori.

Sul punto ci preme anche segnalare che non ci sembra di particolare pregio la critica secondo cui l’Ordinanza Regionale potrebbe produrre assembramenti a causa della riduzione degli orari.

Innanzitutto le eventuali persone in coda fuori dal supermercato sono tenute ad osservare il metro di distanza e caldamente consigliate ad indossare la mascherina.

Inoltre, ci è ormai stato detto ripetutamente che la spesa deve essere fatta da una sola persona per famiglia e che è bene andare al supermercato il meno possibile, premurandosi quindi di fare la spesa almeno per una settimana.

Infine, è bene precisare che si sta parlando di una riduzione di orario molto contenuta.  

PER QUALCHE ORA IN MENO E, FORSE, PER QUALCHE DOLLARO IN PIÙ

Per quanto esposto, la dura presa di posizione dei due imprenditori sopra citati (legata alla riduzione degli orari) ci sembra ingiustificata.

Inoltre, come abbiamo detto all’inizio, la stessa evidenzia una forma di egocentrismo di natura economica. 

Invero, oltre ad essere ingiustificata, appare anche completamente fuori luogo in un contesto come quello che stiamo vivendo.

Si sono resi conto i due imprenditori che una delle poche attività imprenditoriali che non è penalizzata dalla pandemia è proprio la loro? Anzi è probabile che, nell’immediatezza del sorgere dell’emergenza, ci sia stato addirittura un incremento di fatturato rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente

parrucchieri

Prima di aprire bocca lo scorso 18 marzo non è venuto loro in mente di pensare a tutti i titolari di attività commerciali (ad esempio bar, ristoranti, pub, pizzerie, parrucchieri, estetisti e altri negozi vari) costretti a chiudere dalla sera alla mattina? Questi ultimi non incasseranno un euro fino a quando non sarà loro consentito di riaprire.

Prima di aprire bocca lo scorso 18 marzo non hanno pensato alle fabbriche? Molte avevano già chiuso e altre stavano per chiudere per mancanza di ordinativi.

Prima di aprire bocca lo scorso 18 marzo non hanno pensato alle pesanti ricadute sulle attività di servizi?

Sarebbe interessante avere da parte loro un aggiornamento delle loro riflessioni ora che il Governo, con il decreto di ieri 21 marzo, ha praticamente chiuso tutto, salvo i servizi essenziali (tra cui appunto sono ricompresi i supermercati)

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Insomma, nel pieno di una situazione drammatica dal punto di vista economico per le attività imprenditoriali (situazione destinata a protrarsi nel tempo), proprio quelli che possono continuare ad operare e guadagnare si lamentano per una misura adottata a tutela dei lavoratori. Anzi, per meglio dire, a tutela dei loro lavoratori.      

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