TERRACINA. DA ANNI RITENUTO LEGATO AL CLAN LICCIARDI, MARANO È STATO ASSOLTO

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Corte di Appello di Napoli

La Corte di Appello di Napoli, IV sezione penale, ha assolto Eduardo Marano da ogni accusa: il fatto non sussiste dopo la condanna in primo grado per associazione mafiosa

Gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Rocco Curcio hanno evidenziato “la fragilità e l’inconsistenza delle accuse di due collaboratori di giustizia, peraltro unici tra gli oltre trenta escussi a fare il nome del Marano”. Collaboratori che, secondo i legali, si erano contraddetti anche nel corso dell’udienza di primo grado.

Eduardo Marano, 60 anni, era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli a nove anni di reclusione per il reato di associazione mafiosa. Oggi, dopo circa 12 anni, è stato assolto dopo un processo che si è celebrato nell’aula bunker di Poggioreale.

Nel 2017, i finanzieri del comando provinciale di Roma gli confiscarono un ingente patrimonio mobiliare e immobiliare, del valore stimato di circa 1 milione e 120mila euro. Marano era da tempo considerano legato al clan Licciardi di Secondigliano, poiché ha sposato Patrizia Licciardi, figlia di Gennaro Licciardi detto “la scimmia” e sorella del boss Vincenzo. Da anni, i Marano sono residenti a Terracina.

Il provvedimento di confisca che fu disposto dal Tribunale di Latina, ed eseguito dagli specialisti del Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, fu annullato per incompetenza territoriale e derivava proprio da quella condanna risalente al 2008 che gli aveva visto affibbiare in primo grado l’associazione mafiosa.

Così scriveva, nel 2017, il giudice delle misure di prevenzione nel provvedimento di confisca: “[…] il Marano è stato raggiunto oggettivamente da indizi gravi che lo indicano come appartenente a pieno titolo dell’associazione camorristica facente capo alla famiglia Licciardi […] I rapporti del Marano Eduardo con il predetto clan Licciardi derivano dal vincolo di coniugio del proposto con Licciardi Patrizia, figlia di Licciardi Gennaro, detto “la scimmia”, storico capo dell’associazione. […] Sul punto è sufficiente in questa sede richiamare le concordi dichiarazioni dei pentiti […] che hanno individuato il Marano come soggetto stabilmente inserito all’interno del clan Licciardi con compiti di esercizio dell’attività di usura e traffico di stupefacenti”.

Parole come pietre ma spazzate via dalla sentenza di assoluzione odierna. Il nome Marano, di recente, è tornato prepotentemente noto poiché il più giovane dei Marano a Terracina, Genny (figlio di Patrizia ed Eduardo), coinvolto nell’operazione Terminal, relativa a un giro di spaccio di cocaina, hashish e marijuana, con tanto di intimidazioni e pestaggi per i debitori, è un nome citato a più riprese dai collaboratori di giustizia, ex affiliati al clan Di Silvio, Agostino Riccardo e Renato Pugliese. Secondo i due pentiti, che lo hanno dichiarato nei verbali resi alla DDA romana tra il 2017 e il 2018, Genny Marano era un personaggio a cui si doveva chiedere permesso per ogni azione criminale che il clan zingaro voleva compiere a Terracina.

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