Gli agenti della Polizia di Stato – Questura di Latina, nella serata hanno eseguito l’arresto di Giovanni De Caprio, classe ’62, di professione avvocato, in esecuzione dell’Ordine di esecuzione per la carcerazione emessa dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli – Ufficio Esecuzioni Penali.
L’uomo, rintracciato dagli investigatori del Commissariato Distaccato di Polizia di Terracina, è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Latina per l’espiazione della pena di 6 anni di reclusione. Inoltre gli sono state irrogate le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici nonché l’interdizione legale per l’intera durata della pena.
I reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso di cui all’art. 7 della L. 203/1991.
L’avvocato era finito a processo con l’accusa di essere vicino e aver favorito gli affari del boss di Boscoreale (Napoli), Francesco Casillo, detto “a Vurzella”, capo di una costola del clan Aquino-Annunziata, ed ex collaboratore di giustizia di cui Latina Tu aveva riportato in un articolo alcune sue dichiarazioni potenzialmente esplosive che aveva rilasciato a maggio nell’Aula di Tribunale di Torre Annunziata (leggi qui). Una storia, quella di “a Vurzella, che aveva già toccato il territorio pontino secondo quanto dichiarato dal boss e che avrebbe visto l’avvocato De Caprio, secondo le ipotesi della magistratura, come un trait d’union tra lui e dieci carabinieri infedeli, sette dei quali, accusati di essere corrotti dal boss stesso, sono stati assolti e tre sono ancora sotto processo.
I soldi derivanti dal narcotraffico di Casillo, secondo gli inquirenti, sarebbero stati reinvestiti anche in casa. Nel 2016, gli furono sequestrati a scopo di confisca addirittura 66 appartamenti situati tra Boscoreale, Poggiomarino e Vitulazio, in provincia di Caserta.