“Abbiamo attivato la commissione antimafia e a fine mese audiremo il procuratore Prestipino sul tema mafia-politica a Latina”. Parole di Franco Mirabelli, senatore del Pd, capogruppo Pd nella Commissione bicamerale Antimafia, che poco fa nella sede del Pd ha tenuto un incontro con la stampa, “Parlateci della mafia”, sull’inchiesta “Alba Pontina”, sul presunto voto di scambio che coinvolgerebbe esponenti della destra a Latina, conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche il senatore Bruno Astorre, segretario regionale del Pd nel Lazio, e il segretario provinciale del partito Claudio Moscardelli. A riportare la notizia è askanews.it.
“Il Pd – ha detto Mirabelli – fa la lotta alla mafia davvero e denuncia da tempo la presenza di associazioni criminali a Latina. Il problema è cosa dice chi in questi anni ha governato Latina senza reagire di fronte a una presenza criminale che ormai da tempo la magistratura ha disvelato e oggi cosa dice chi governa Latina e chi oggi è coinvolto con la partecipazione dei propri esponenti nelle vicende di cui parlano i pentiti. Hanno qualcosa da dire? Io penso che chi vuole governare un Paese – ha sottolineato parlando con i cronisti – deve prendere le distanze dalla mafia sempre, anche quando ci sono esponenti del proprio partito sfiorati dai sospetti. Il quadro che è emerso dall’inchiesta è di una criminalità organizzata forte, invasiva, che ha condizionato ordini professionali, commercio, tutti i gangli della società civile. E lo ha fatto con metodi mafiosi, con una capacità di violenza e intimidazioni che non ha molti paragoni“.
“Noi non vogliamo essere giustizialisti – ha assicurato il senatore – però pensiamo che un partito politico, quando ci sono personaggi di quel peso coinvolti dalle dichiarazioni dei pentiti, pentiti la cui affidabilità è stata riconosciuta da sentenze passate in giudicato in rito abbreviato. Quando pentiti fanno quelle ipotesi, che sono anche ipotesi di reato che spetta alla magistratura verificare, non possono stare zitti, non possono non prendere le distanze”. Per Mirabelli quando “si parla di lotta alla mafia non si può guardare in faccia nessuno. Non si può difendere qualcuno perché sta dalla tua parte, non ci possono essere ombre rispetto al fatto che persone che gestiscono, governano e stanno nella vita pubblica abbiamo rapporti con la criminalità organizzata”.