Per i cancelli privati di Itri piazzati su area pubblica, adesso scatta la diffida al Sindaco da parte dei consiglieri comunali d’opposizione Osvaldo Agresti e Vittoria Maggiarra
È una storia particolare quella dei cancelli privati di Itri su area pubblica, proprio in corrispondenza delle estremità di uno storico vicolo perpendicolare alla centralissima Via della Repubblica.
Piccola la storia semmai ce ne fossero di grandi in questa nostra provincia pontina, ma esplicativa di un certo modo di intendere il bene pubblico. Amministratori superficiali senz’altro, cittadini altrettanto incuranti degli spazi che vivono, con tutto il rispetto per le loro motivazioni che in effetti appaiono sconosciute o quantomeno poco comprensibili.
Il privato, infatti, da mesi, come riportato a ottobre da Latina Tu, custodirebbe anche le chiavi dei cancelli e si sarebbe impegnato di fronte all’Amministrazione locale a tenerli chiusi solamente dalle ore 20 di sera fino al mattino seguente alle 8. I motivi risiederebbero nel fatto che il vicolo di notte non sarebbe sufficientemente sicuro e che i passanti vi sosterebbero per far fare i bisogni ai propri cani o per fumare qualche spinello. Certo, se tutti facessero così, è probabile che ci ritroveremmo interi quartieri sbarrati, labirinti di porte e porticine con orrende inferriate a ostruire il passaggio, centri storici praticamente militarizzati.
Per fortuna il modello Itri non è stato ancora esportato ma, come ricostruiscono i due consiglieri Agresti e Maggiarra nella loro diffida indirizzata alla Segreteria generale del Comune di Itri, al Sindaco di Itri Antonio Fargiorgio, al Comandante della Polizia Municipale Pasquale Pugliese e al Dirigente dell’Ufficio Tecnico, l’iter dei cancelli privati presenterebbe le banali facilonerie che, al contrario dei cancelli privati, sono presenti in ogni Comune della provincia pontina e oltre.
Secondo il dettagliato riassunto di Agresti e Maggiarra sull’iter autorizzativo, il 6 novembre 2018 alcuni cittadini itrani chiedevano al Sindaco e agli uffici comunali di competenza l’autorizzazione ad installare, a propria cura e spese, due cancelli ed una recinzione a chiusura del vicolo pubblico comunale che parte da via S.Gennaro e arriva dietro il Bar Appia. Al che, 5 mesi dopo, a marzo 2019, il responsabile dell’ufficio tecnico, con firma del sindaco Fargiorgio, rilasciava agli interessati espressa autorizzazione alla installazione dei cancelli.
Un provvedimento che più di qualche perplessità l’avrebbe lasciato, sopratutto nei due consiglieri che, con l’accesso agli atti, hanno appurato che l‘autorizzazione era stata emessa senza avviare il procedimento amministrativo. Ma, sopratutto, “senza procedere alla preventiva obbligatoria richiesta di parere alla competente Soprintendenza per i Beni Culturali e del Paesaggio, in quanto l’area in interesse è vincolata sotto il profilo Storico, Artistico e Culturale“. Un’area vincolata concessa così, in uso ai privati con cancelli delimitatori su area pubblica, non si può proprio dire una bella figura da parte di un’amministrazione.
E ci fossero stati motivi validi che, non ce ne vogliano i cittadini itrani bisognosi dei cancelli, non si possono ravvedere nella pipì dei cani. D’altra parte se lo spazio è di pregio, non avrebbe dovuto provvedere il Comune in persona a promuovere e concretizzare una soluzione al degrado di un’area vincolata?
Ma andiamo avanti, o almeno è quello che tenta di fare, in questo caso, la denuncia dell’opposizione che già il 30 settembre scorso aveva rappresentato, nell’assise consigliare, quelli che loro stessi ritengono “i profili di illegittimità (eccesso di potere, carenza di istruttoria, carenza di motivazione, difetto dei presupposti spazio-temporali per l’emanazione dell’atto) che viziavano il provvedimento amministrativo autorizzatorio rilasciato dal Sindaco Fargiorgio e dall’Arch. Meschino, chiedendo pubblicamente agli organi di competenza di procedere alla rimozione degli abusi“.
Ora, dopo che Agresti a novembre aveva già chiesto con una lettera la rimozione dei cancelli, arriva la diffida di quest’ultimo insieme a Maggiarra affinché si ci si muova entro 7 giorni (la loro lettera è del 31 dicembre 2019) per rimuovere integralmente gli abusi che i due consiglieri definiscono illegittimamente realizzati, e tornare al transito normale della via ripristinando “lo stato dei luoghi e del manto stradale in basalto di evidente interesse storico-architettonico insistente sull’area pubblica incisa“.
Se non succederà niente, i due – promettono – adiranno le Autorità giudiziarie ed amministrative di competenza.