‘NDRANGHETA, OPERAZIONE RINASCITA: INDAGATA 56ENNE DI LATINA…E QUEI RAPPORTI DELL’AVVOCATO STILO NEL CAPOLUOGO

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Nell’indagine anti-ndrangheta “Rinascita-Scott” tra gli indagati una donna di Latina; emerge un’informativa della Dia che si concentrava sui rapporti tra l’avvocato Stilo e un altro avvocato di Latina

Non solo l’avvocato Francesco Stilo iscritto al foro di Latina (leggi articolo di Latina Tu), ma nell’ordinanza, tra gli indagati di “Rinascita Scott”, la maxi operazione anti-‘ndrangheta coordinata dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, spunta tra gli indagati anche Maria Olga Montemagno, classe 1963, nata a Scicli, in provincia di Reggio Calabria, e residente a Borgo Grappa, Latina. Definita nell’ordinanza come compagna dell’imprenditore Orazio Lo Bianco di Vibo Valentia destinatario della misura cautelare in carcere.

La Montemagno è conosciuta nell’ambito del mondo circense di Latina in qualità di direttrice artistica del Circo Moria Orfei dove dovrebbe ancora lavorare. Anni fa, nel 2012, fu colpita da un sequestro, che poi si tramutò in una confisca, per uno zoo ritenuto abusivo: un piccolo parco con animali esotici e specie persino protette.
È stata colpita quest’oggi, nell’ambito dell’operazione Rinascita, insieme a Nicola Adamo, Giuseppe Capizzi, Pino Cuomo e Filippo Valia, dalla misura cautelare del divieto di dimora in Calabria.

Tuttavia la figura di Francesco Stilo parrebbe emblematica di un certo modus operandi. L’avvocato, già in passato, fu citato, con una certa nettezza, in una informativa denominata “Terra di Siena” ad opera del Centro Operativo D.I.A. di Genova (Direzione Investigativa Antimafia) per una inchiesta più complessiva risalente al 2016 chiamata “Alchemia”, coordinata dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria e in cui è confluita anche l’attività investigativa della DIA che ha accertato l’operatività, su Savona, di esponenti di spicco della cosca di ‘ndrangheta Raso-Gullace-Albanese di Civitanova in provincia di Reggio Calabria.

In quell’informativa del 2010, che si concentra sui personaggi suddetti, viene spiegato che le intercettazioni e le altre attività d’indagini effettuate hanno consentito di rilevare i frequenti contatti non solo telefonici tra Carmelo Gullace detto “Nino” e suo cugino A.P., il quale condivide interessi in svariate attività (alcune delle quali presumibilmente di illecita natura) col cittadino istraeliano con passaporto tedesco Ehud Goldshmidt detto “Udi”, all’epoca amministratore unico di varie società, tra cui la “GAP” s.r.l. di Calolziocorte (Lecco), di cui A. P. risulta dipendente.

Ebbene, nel documento degli investigatori Antimafia, spunta oltre al nome dell’avvocato Stilo anche quello di un altro avvocato del foro di Latina il quale, a differenza di Stilo, non solo è iscritto al foro pontino ma è nato a Latina: il 55enne Francesco Bacco che, nel 2016, finì a giudizio per una truffa alla Carim, la Cassa di Risparmio di Rimini, insieme all’imprenditore riminese F.P., Massimo Fabbri, Gualtiero Pagani, Valeria Guttadoro e a Giuseppe Guttadoro. Quest’ultimo, a meno di un caso di omonimia di cui ci scusiamo sin da ora, è l’imprenditore delle notti pontine ai tempi dello Chez Nina di San Felice Circeo. Per Riccardo Bacco, l’imprenditore riminese e Giuseppe Guttadoro scattò l’accusa di associazione per delinquere.

Ma tornando ai rapporti tra i due avvocati del Foro pontino, Stilo e Bacco (non coinvolto nell’operazione Rinascita Scott), è nelle pieghe dell’informativa della Dia ligure che emergono alcuni particolari. 

Tra l’ottobre 2009 ed il marzo 2010 – scrivono gli investigatori – sono stati documentati alcuni incontri nella capitale tra la coppia A.P.*/Goldshmidt e gli altri indagati Carmelo Gullace, Girolamo Raso, Rocco Politi e l’imprenditore vicino ai Gullace Girolamo “Jimmy” Giovinazzo, i quali si sono attivamente adoperati, tra l’altro, per il recupero (a favore dei primi due) di una ingente somma di denaro nei confronti di alcuni soggetti di Latina, che non avevano onorato alcuni vincoli contrattuali nella gestione di una sala bingo.

Detti incontri – proseguivano gli investigatori della Dia – sono stati intervallati da una lunga serie di contatti telefonici intercorsi tra i suddetti “Udi” (Goldshmidt) ed A.P. e l’avvocato Francesco Stilo, ripetutamente sollecitato affinché facesse pervenire ai predetti la documentazione relativa alla pratica di “recupero credito” per una somma di circa 160.000,00 euro nei confronti dell’avvocato Riccardo Bacco di Latina, in rappresentanza della società “Ristoslot” (ndr: di cui risultava, come amministratore unico, Azzurra Roselli di Sabaudia) che gestiva la locale sala bingo (ndr: si trovava in Via Don Morosini, Latina sotto la galleria Pennacchi; ora si chiama Intralot). Non è noto se quell’incartamento sia infine pervenuto a “Udi” ed “Antonello”, i quali poi avrebbero dovuto “girarlo” tramite posta elettronica a Politi e Raso, questi ultimi espressamente demandati, subentrando all’avvocato Stilo, a fare personalmente azione di rivalsa.

Dalle ultime conversazioni intercettate – continua l’informativa Dia – è stata palesata, da parte di “A.P., l’intenzione di incontrarsi con Francesco Stilo a Roma, per poi recarsi insieme a “beccare” l’avvocato Bacco a Latina, ma non consta che tale appuntamento (al pari di altri preconcordati con Girolamo “Mommo” Raso) si sia concretizzato entro il termine delle intercettazioni risalenti alla fine di maggior 2010.

È chiaro che tale informativa, di cui si sono riportati alcuni stralci, è datata e va presa con le molle. Risale, infatti, a quasi dieci anni fa. Si scopre però che l’avvocato Stilo, da oggi in manette per la più grande operazione anti-‘ndrangheta della storia patria, risultava residente a Priverno e, secondo quanto scritto dagli investigatori, aveva precedenti per abusivismo in attività finanziaria, falso, truffa, tentata estorsione in concorso.

*: le iniziali A.P. rimandano a un indagato che al momento dell’articolo era coinvolto in un procedimento giudiziario per cui è stato assolto il 18 luglio 2020

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