È stato assolto dal Tribunale di Perugia Silvio Mascetti dall’accusa di aver creato un profilo Facebook del magistrato Lucia Aielli
Mascetti era stato accusato di aver architettato sul social un fake con cui interagiva sotto mentite spoglie, proprio perché Lucia Aielli lo aveva condannato più volte quando era un giudice impegnato nel Tribunale penale di Latina.
I fatti risalgono al 2014. Fu la Polizia postale a individuare Mascetti come uno dei soggetti riconducibili all’indirizzo IP rilasciato dalla compagnia telefonica al momento della creazione del falso profilo e collegato allo stesso.
La Aielli, oggi magistrato della Corte di Cassazione, aveva presentato una denuncia per l’apertura a suo nome del falso profilo Facebook, facendo scaturire per il 50enne un’indagine per accesso abusivo a sistema informatico e sostituzione di persona. Il sostituto procuratore della Repubblica di Perugia (competente per materia, in quanto si trattava di un magistrato di Latina), Antonella Duchini, aveva aperto così l’indagine a carico di Mascetti poiché, nel corso degli anni, si sarebbe reso protagonista nei confronti di Lucia Aielli di una minaccia durante un’udienza e delle famigerate false epigrafi affisse vicino al liceo classico “Dante Alighieri (a due passi dal Tribunale di Latina) frequentato dalle figlie.
La giudice Aielli si era distinta in processi importantissimi per il capoluogo pontino che hanno descritto la situazione ad alto tasso criminale e criminogeno della provincia – Damasco II e Caronte su tutti.
Le false epigrafi furono lo stimolo per organizzare in città, il 28 novembre 2014 (proprio il giorno indicato dalle false epigrafi), una grande manifestazione con la partecipazione di giovani, scuole, associazioni, Istituzioni eccetera.
Fatto sta che, dopo l’assoluzione di ieri per Silvio Mascetti, recentemente citato in Tribunale anche dal collaboratore di giustizia Renato Pugliese quando ha ripercorso almeno tre lustri di storia criminale pontina, tutte le minacce e le intimidazioni vigliacche non hanno un responsabile.
Chi è stato allora a perseguitare un giudice a Latina? È probabile, anzi è sicuro, che non lo sapremo mai.