LA CULTURA FA SISTEMA. SETTE CITTÀ DI FONDAZIONE SI UNISCONO PER RILANCIARE UN TERRITORIO FRA ARTE, MARE E MONTI.

Il convegno di oggi al Palazzo della Prefettura, sala Cambellotti a cui hanno partecipato i sindaci delle sette città di Fondazione

Lo avevamo preannunciato lunedì 2 dicembre, questa sarebbe stata una settimana importante per l’Assessore alla Cultura del Comune di Latina Silvio Di Francia.

Ieri 3 tavoli rotondi di collaborazione, dal Museo Diffuso al Museo 4.0. E se ci si aspettava poca partecipazione, ci si deve assolutamente ricredere. Liberi professionisti, studiosi, attività sia del terzo settore che imprenditoriali, fra gli altri Confindustria, a testimoniare che Latina, nonostante tutto, ci crede. La partecipazione all’incontro di questa mattina rende orgogliosi sia l’amministrazione, tutta, sia chi a questo progetto ha lavorato moltissimo, come la dirigente Elena Lusena, colei che ha materialmente seguito i bandi della Regione Lazio, due, vinti dal Comune.

Orgogliosi soprattutto alla luce del fatto che la città di Latina, se ci si basasse sul sentiment dei social, parrebbe in coma farmacologico. Una città in cui peraltro si è recentemente trovata disdicevole la presenza delle lamiere accartocciate della Quarto Savona Quindici.

Da sinistra l’assessore alla cultura di Latina Silvio Di Francia, il sindaco Damiano Coletta e il Presidente della Provincia Carlo Medici

Adesso viene il cosa farci. Trovare un’identità per il Museo Cambellotti è complesso, almeno quanto la personalità eclettica dell’artista che è riuscito a raccontare la bonifica e non solo. Lo stato del museo è quello che tutti conosciamo. Allestimento vetusto, zero considerazione del visitatore, mancanza di etichettatura e in ultimo, tecnologicamente il museo è fermo al 1980. E nel 1980 il museo non era nemmeno nato.

A Latina si fa cultura? Sì, eppure gli eventi di qualità sono pochissimi e spalmati su una programmazione temporale lunghissima. Non basta portare poche foto o pochi quadri in un bar e in una libreria per dire che si fa cultura. Serve qualcosa che sia capace di raccontare una città che
nel 2022 compirà 100 anni. E forse questa data è il termine ultimo per dotare anche questa città di un museo tecnologico.

I presupposti ci sono tutti, e lo palesa anche la presenza, per esempio, della giovane startup pontina To Be Srl, premiata dall’Assemblea dei Soci del CDT, che ha proposto la tecnologia Li-Fi da attivare sia al Museo, ma ipotizzabile anche al di fuori per creare un percorso che attraverso la luce, letteralmente, invia info, anche audio, sui nostri smartphone.

Ci sono le archeologhe che difendono Satricum (allagato ancora), la direttrice del Museo della Bonifica, praticamente al limite della sopravvivenza che si vede spesso messo in un angolo. I risultati dei tavoli saranno resi noti nei prossimi incontri, uno al mese, che prenderanno il via da gennaio 2020. Saranno delle fucine di idee indispensabili ed innovative, se si lascerà spazio alla partecipazione attiva, mettendo da parte, per una volta, i giochi delle simpatie e della politica.

Sabato mattina, Sala Cambellotti al primo piano della Prefettura. Presenti
Carlo Medici, Presidente della Provincia di Latina nonché primo cittadino di Pontinia, Damiano Coletta, sindaco di Latina che fanno da hub per gli altri sindaci che hanno aderito a questo patto per l’Agro Pontino e Romano. Le città coinvolte sono sette: Latina, Aprilia, Sabaudia, Pomezia, Colleferro, Guidonia Montecelio. Presenti tutti i sindaci: oltre a Medici e Coletta, Antonio Terra (Aprilia), Giada Gervasi (Sabaudia), Adriano Zuccalà (Pomezia), Pierluigi Sanna (Colleferro), Michel Barbet (Guidonia).

L’evento è importante e lo dimostra la presenza al tavolo della firma di Lorenza Bonaccorsi, Sottosegretario del Ministero per le attività culturali e per il turismo, Antonio Lampis, Direttore generale di Musei MiBACT e Umberto Croppi, Presidente di Federculture Servizi e fresco di nomina di Presidente della Fondazione Quadriennale di Roma, che sottolineano, tutti, quanto la frase con la cultura non si mangia, qui, non può essere applicata.

Il sottosegretario del Ministero per le attività culturali e per il turismo Lorenza Bonaccorsi e la direttrice della Galleria Borghese di Roma Anna Coliva

Il nostro territorio è la nostra forza ed è ora di valorizzarlo nel modo corretto. Con un turismo sostenibile, come sottolinea la Bonaccorsi, con la valorizzazione anche dei cammini della Via Francigena del sud e dei percorsi archeologici. Due invece gli interventi tecnici, quelli della bravissima Anna Coliva, Direttrice della Galleria Borghese di Roma, che ricorda e raccomanda che il museo diffuso senza una vera programmazione di qualità è un progetto fallimentare, e quello del professor Marco Causi, Professore di economia all’università di Roma Tre e Presidente associazione per l’Economia della Cultura, che da bravo economista raccomanda di non scollare l’attività manifatturiera, che in questa zona ha grande tradizione, con quella artistica. Anzi, bisogna trovare un modo per intrecciarle e valorizzarle.

Il leitmotiv è narrare questo territorio, raccontarlo. Sappiate farlo cantare, come le gesta di Enea, e cerchiamo di invertire il trend di Google che appena si immettono come chiavi di ricerca “villa” e “Sabaudia” non restituisce Villa di Domiziano, ma la Villa di Totti. Portiamo contemporaneità, collegandola all’archeologia. Portiamo qui studiosi del
​contemporaneo, non solo architetti, ma anche scrittori, illuminati, che possano far emergere le bellezze, senza rimpianti. Perché le città di fondazione nascono da una forte ideologia, questo è certo. Ma non si possono bloccare nel tempo che fu.

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