Giornata mondiale contro l’AIDS nasce nel 1988 dopo un summit mondiale dei ministri della salute e organizzata fino al 2004 dal’UNAIDS, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della lotta all’AIDS, la quale, a sua volta, ha demandato l’organizzazione della giornata alla WAC, un’associazione indipendente.
Chi scrive indossa diligentemente il fiocco rosso dal 1994, anno in cui si vide consegnare un condom, una spilletta e una caramella con Lupo Alberto dai volontari dell’Anlaids. Chi scrive ha avuto almeno due amici strettissimi che hanno avuto paura di essere rimasti contagiati, ha atteso i risultati del test e gioito quando sono risultati negativi. Tutto questo per ribadire che questa malattia recente, ancora poco conosciuta e raccontata meravigliosamente nella serie Pose (Netflix), è lì e può colpire tutti. Negli ultimi dati calano i morti, anche grazie a delle cure sempre più avanzate, ma aumentano i contagi. Aumentano anche i casi di cronaca che raccontano di contagi volontari, di uomini che infettano le donne. Donne che ancora poco spesso sono consapevoli che la contraccezione va oltre il non restare incinta, e che anche noi possiamo portare un condom nella borsa.
L’impegno di Latina
Ieri (1-12-2019) il Museo Cambellotti ha aperto le sue porte a 10 tavole di Silver con Lupo Alberto e tutti i personaggi che vivono nella fattoria McKenzie – la coppia di talpe Enrico e Cesira, la sua amata gallina Marta, il cane Mosè – una mostra Silver dal titolo Lupo Alberto, fallo per te e per gli altri a cura di Eugenio Lendaro, docente universitario pontino, e Fabio D’Achille, presidente della commissione Cultura del Comune di Latina e consigliere con mandato del sindaco all’arte contemporanea. A contorno delle tavole c’è anche la U=U HIV 2019 Challenge, una sfida di grafica ideata e promossa dalla Facoltà di Medicina di Latina in sinergia con il Centro per le Malattie Infettive dell’Ospedale Santa Maria Goretti, dove U=U sta per undetectable=untrasmittable: se non mi controllo non posso sapere di trasmettere il virus.
Il concorso “L’unione fa la differenza”, organizzato anche grazie alla collaborazione con Comune, Asl e associazioni locali – Sei come sei e ArcigayLT – richiama i giovani fino a 26 anni a cimentarsi in opere grafiche per la sensibilizzazione dal contagio. Una cosa fondamentale, specialmente fra le nuove generazioni.
Perché (non) vedrete questa mostra
Purtroppo le tavole sono state in esposizione solo nella giornata di ieri e il Museo si sta preparando al convegno che la prossima settimana deciderà il rinnovamento dell’allestimento. Una nota molto lieta è che ieri, al Cambellotti, in molti, accorsi per la Maratona, sono entrati e sono rimasti colpiti dalle opere in mostra. A sostegno della necessità di aprire questo museo alla cittadinanza, superando la damnatio memoriae che spesso lo relega ad un museo di serie B.