Ha parlato all’Adnkronos il mostro del Circeo, Angelo Izzo, a 24 ore dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in cui, proprio, ieri, Nicola Zingaretti ha annunciato l’intenzione di istituire un consultorio a Sezze nella casa che fu di Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo nel 1975, e che per anni lavorò presso la Regione Lazio. Un desiderio espresso dal fratello Di Donatella, Roberto Colasanti.
Rinchiuso nel carcere di Velletri, all’agenzia di stampa, Izzo non ha rinnegato praticamente niente della sua vita criminale. A suo dire, sarebbe a conoscenza di tutti i segreti italiani: da piazza Fontana alla strage di Bologna, dall’omicidio Pecorelli all’uccisione di Piersanti Mattarella, l’ex Presidente della Regione Sicilia, nonché fratello del Presidente della Repubblica, trucidato nella Sicilia del 1980 infestata dalla presenza militare di Cosa Nostra.
Izzo, che nel 2004 venne rimesso in libertà e ammazzò madre e figlia di un ex affiliato alla Sacra Corona Unita per quello che passò alle cronache come il massacro di Ferrazzano, si è auto-accusato dello stupro di Rossella Corazzin, la 17enne scomparsa 43 anni fa in Umbria: “Semplicemente volevo confessare alcuni dei fatti ai quali ho partecipato nell’ambito di una ricostruzione, chiamiamola storico-giudiziaria”, per poi dichiarare che ci sono “parecchie cose ma sinceramente sono stanco di avere a che fare con investigatori ai quali dovrei fornire io le prove, oltretutto in gran parte si tratta di episodi datati”.
“Non sento un bisogno di pace – dice all’Adnkronos che cerca di pungolarlo sul lato dei rimpianti – Mi rendo conto che talvolta ho commesso cose crudeli, ma se pure provo dei rimorsi non mi sembra il caso di esibirli“.
“Trovo poco estetico questa specie di mercato che intercorre tra rei e parenti delle vittime. Non appartiene al mio modo di essere e di fare”.
Poi, l’attacco viene sferrato nei confronti dello Stato che tutto sommato gli ha concesso anche la seconda possibilità, trasformata da lui stesso in orrore con l’omicidio succitato delle due donne: “Non so dire cosa rifarei o al contrario eviterei. Impossibile tornare indietro. Certo oggi non vedo tante cose nello stesso modo in cui le vedevo, che so, a 20 anni. Se proprio ho un rimpianto è quello di aver “collaborato” con grandi magistrati come Vigna, Mancuso, Borsellino, Guido Salvini, Grasso, cioè, gente che come me ci credeva, poi invece ho incontrato uno Stato incapace di fare giustizia. Se penso ai vari Sergio Calore e Italo Ceci, assassinati recentemente senza manco ottenere giustizia, sono nauseato…”.
Izzo si concentra sul delitto di Piersanti Mattarella: “Cercavo di far emergere una verità che all’epoca consideravo importante. Non mi sarebbe spiaciuto avere dei vantaggi riguardo alla pena. L’attenzione è l’ultima cosa che mi interessava”.
“Ho parlato di centinaia di episodi riguardanti il terrorismo nero e la strategia della tensione. Mai ho avuto smentite o si sono trovati colpevoli diversi rispetto a quelli da me indicati”. Precisa, riporta l’Adnkronos, di non aver mai accostato alla strage di Bologna Cavallini (ex terrorista dei Nar ad oggi unico imputato, ndr) e Fioravanti. La storia dei reperti organici (nella bara di Maria Fresu, il corpo di una delle vittime della strage di Bologna scomparso nel nulla, ndr), però “è una balla o un depistaggio“.
Alla fine un’ammissione di pentimento per un uomo che però non risulta credibile, molto vicino a un essere al di là del bene e del male. Amorale prima ancora di essere un mostro, così come tutti lo chiamano: “Le violenze carnali che ho commesso facevano parte di un modo di vivere sbagliato dei miei anni verdi. Avevano a che fare con l’idea che mi sentissi una specie di vichingo. Oggi penso siano atti sbagliati. Chi commette queste cose è un miserabile. Adoro le donne e penso siano meglio degli uomini”