Il 19 novembre, il Presidente della Commissione Bilancio del Comune di Itri, Vittoria Maggiarra, ha inviato una lettera al Sindaco Antonio Fargiorgio e ad altri organi politici e amministrativi in merito alla spinosa questione delle dimissioni del vice sindaco itrano e assessore ai Servizi Sociali Andrea Di Biase da consigliere comunale. Secondo Maggiarra, in sintesi, quelle dimissioni “travolgerebbero” anche la carica di assessore talché, dal 14 ottobre, giorno delle dimissioni da consigliere, gli atti firmati e/o condivisi da Di Biase, in quanto componente della Giunta Fargiorgio, sarebbero tutti nulli. Un problema non di poco conto per un ente amministrativo che in un mese può disporre, tramite l’organo esecutivo, provvedimenti dirimenti per una città.
A stretto giro di posta, in data 21 novembre, il segretario generale del Comune di Itri, Riccardo Feola, interpellato dal Presidente della Commissione Bilancio Maggiarra nella lettera di due giorni prima, ha risposto sostenendo che, secondo quanto da lui verificato, la questione, di fatto e di diritto, non sussisterebbe.
Secondo il segretario generale, il tema del ruolo doppio assessore/consigliere di Di Biase deve essere inquadrato nell’ambito dell’art.64 del Tuel che disciplina “l’incompatibilità tra consigliere comunale e provinciale e assessore nella rispettiva giunta”.
Nei Comuni fino a 15,000 abitanti, spiega il segretario generale Feola, non vige alcuna incompatibilità fra la carica di consigliere comunale e quella di assessore. Il Consigliere eletto può cumulare tale incarico con quello di assessore nella giunta comunale dello stesso ente nel quale è consigliere comunale. Il segretario cita una circolare del Viminale, la n.5 del 2005, con cui argomenta che il consigliere nominato assessore il quale intenda rinunciare alla sua carica di membro dell’organo rappresentativo dovrà dimettersi e l’ente dovrà procedere alla successiva surroga. Caso che in realtà, a Itri, ancora non è formalmente avvenuto in quanto il consigliere Nicola Di Fazio non è ancora subentrato.
Aggiunge però che, sempre lo stesso Viminale in data 12 luglio 2005, in risposta ad un quesito, ha precisato che il consigliere nominato assessore può dimettersi dalla carica di consigliere “nell’intento di dedicarsi in via esclusiva all’impegno richiesto dall’espletamento dell’incarico in qualità di assessore senza che tale comportamento rilevi alcuna violazione“.
Infine, Feola, citando lo stesso parere del Viminale, datato 24 luglio 2008 e utilizzato da Maggiarra per la sua lettera, ha spiegato il suo disaccordo con la parte che recitava: “le dimissioni del consigliere-assessore interno travolgono anche la carica di assessore interno essendo venuto meno il presupposto di tale ultimo nomina e cioè lo status di consigliere comunale. Nel caso in cui vi sia l’intendimento che l’assessore in questione continui o far parte della giunta comunale, sarà opportuno che il Sindaco, con un ulteriore provvedimento, disponga una nuova nomina dello stesso quale assessore esterno nei rispetto del numero massimo degli assessori previsto dalla Statuto comunale”.
Secondo Feola, escludendo le varie cause di decadenza stabilite dal Testo Unico Enti Locali, la conclusione di Maggiarra non può essere condivisa perché “né la Circolare del 2005, né il successivo parere del 2005 e nemmeno la dottrina e le linee guida dell’Anci del 2019 citate fanno alcun cenno, nel caso di dimissioni volontarie del consigliere nominato assessore, ad un effetto caducatorio di tale ultima nomina“.
Nessun problema dalle parti del Comune di Itri, a quanto pare, solo che non si è fatta attendere la risposta di Maggiara la quale, nel frattempo, in giornata odierna, insieme ai consiglieri di opposizione Agresti e Soscia, ha respinto i punti all’ordine del giorno in Commissione Bilancio, facendo finire sotto, per la seconda volta, la maggioranza sostenuta dall’unico voto del consigliere Sinapi.
Per il Presidente Commissione Bilancio, Vittoria Maggiarra, la risposta del segretario generale Feola è “un’offesa all’intelligenza giuridica” dal momento che si fa una commistione di argomentazioni, confondendo e giustapponendo una serie di estrapolazioni da leggi e circolari, peraltro disattendendo, a parere di Maggiarra, la statuizione ministeriale del 24 luglio 2008 intervenuta per fare chiarezza in modo definitivo.
Fa notare, inoltre, il Presidente della Commissione, che è lo stesso segretario a entrare in contraddizione poiché lascia aperta, nella parte finale della lettera, la facoltà del Sindaco di emanare un provvedimento di conferma della nomina ad assessore di Di Biase e a provvedere ad una successiva convalida degli atti ritenuti nulli. Denotando, secondo Maggiarra, non solo una scarsa conoscenza dei procedimenti ma anche una sorta di paracadute che il segretario generale avrebbe posto in essere.
Un garbuglio non molto lontano dalla definizione che ha dato Latina Tu: il papocchio di Itri. Anche perché ora, Maggiara, in qualità di Presidente della Commissione Bilancio, è intenzionata non solo a formulare un altro quesito da indirizzare al Viminale e alla Prefettura di Latina, ma si riserva di esporre la questione alla Corte dei Conti in merito alla eventuale indebita corresponsione di indennità che starebbe percependo Andrea Di Biase come assessore il quale, secondo Maggiarra, è stato “travolto” dalle sue stesse dimissioni da consigliere comunale.