Lo scorso 2 dicembre ad Aprilia tre uomini a bordo di una Alfa Romeo 156 e di una Audi A4, mentre percorrevano la strada Pontina all’altezza di Aprilia, venivano sorpresi dai Carabinieri. Dall’ispezione delle autovetture emergeva che i sedili dell’Audi erano abbassati e sotto ad alcune coperte giacevano 7 valigie contenenti ciascuna di esse almeno 30 chili di hashish per un totale di 223 kg di sostanza stupefacente.
Il valore complessivo del narcotico superava il milione di euro. Durante l’interrogatorio Michela Paladinelli, quarantunenne residente ad Aprilia e originaria di Anagni, a bordo di una delle due auto assieme ai due marocchini Aziz Boukrab (34 anni) e Hamid Jemal (36 anni), aveva negato le accuse di fronte alle contestazioni del magistrato. I due uomini si erano invece avvalsi della facoltà di non rispondere.
Si ricordi che sei mesi dopo, come riportato in Nord pontino. Aprilia e Cisterna, lì dove passa la mafia nel silenzio, in seguito all’operazione Sinergy condotta dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza di Fiuggi, sempre ad Aprilia, è stato il figlio della Palladinelli, Nicholas Fortuna, ad essere perquisito e scovato con 15 kg di droga tra hashish e marijuana, oltre a ventimila euro in contanti provento forse dell’attività di spaccio.
Tornando agli eventi relativi al controllo stradale di dicembre, durante il processo davanti alla Corte di Latina il pubblico ministero aveva chiesto nei giorni scorsi condanne tra i 9 e i 7 anni per i 3 presunti corrieri della droga. Ieri il giudice del Tribunale Mario La Rosa ha condannato i tre imputati a 4 anni e due mesi per Hamid Jamal e 3 anni sia per Aziz Boukrab che per la Paladinelli.