La Terza Sezione della Corte di Appello di Roma ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo e ha assolto Angelo Bardellino dall’accusa di omessa comunicazione della sua variazione patrimoniale, accertata nel 2018 dagli uomini della Guardia di Finanza di Formia e che aveva portato noi primi giorni del 2025 a una condanna a 3 anni di reclusione e la confisca per equivalente dei beni del Bardellino, pronunciata dal Tribunale di Latina su conforme richiesta del Pubblico Ministero.
“La sentenza di primo grado che aveva condannato il Sig. Bardellino a 3 anni di reclusione e la confisca dei beni per equivalente in seguito all’acquisto di una Toyota Yaris con un regolare finanziamento di dodicimila euro, di cui era stata omessa la comunicazione, è stata annullata – ha commentato l’avvocato Cardillo Cupo – perché per legge (uguale per tutti..) non doveva essere neanche pronunciata ; la contestazione mossa all’imputato, infatti, era proceduralmente estinta in quanto l’esito positivo di un precedente affidamento del 2024 aveva caducato la pena e gli effetti penali, quindi in assenza di recidiva il presunto reato, nel rispetto della procedura penale, era estinto per prescrizione da tempo”.
Il procedimento penale era prescritto prima della sentenza di primo grado, ma il Tribunale aveva applicato la normativa erroneamente, non riconoscendo estinzione degli effetti penali delle precedenti condanne per l’esito positivo di un affidamento
A gennaio 2025, il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Enrica Villani, aveva condannato alla pena di 3 anni di reclusione e al pagamento della multa di 16mila euro Angelo Bardellino. Il 53enne, nato a San Cipriano d’Aversa e residente a Formia, è, come noto, figlio di Ernesto Bardellino (ex sindaco socialista di San Cipriano d’Aversa) e personaggio di spicco dell’omonima famiglia – che per l’Antimafia si può definire sodalizio -, il cui zio, Antonio Bardellino, è stato come noto il fondatore del clan dei Casalesi.
Il mondo Bardellino ERA stato scosso dalla maxi indagine coordinata da due procure distrettuali antimafia, quella di Roma e quella di Napoli, con il coinvolgimento nelle indagini di Polizia, Carabinieri, più reparti speciali (Ros e Dia). A fine luglio 2023 le perquisizioni a Formia e San Cipriano d’Aversa nei confronti di tutti i Bardellino e loro fiancheggiatori per una inchiesta tripartita: gli inquirenti indagano sul tentato omicidio di Gustavo Bardellino (cugino di Angelo Bardellino), sul nuovo patto di camorra e droga tra gli stessi Bardellino e i Casalesi e sulla misteriosa morte di Antonio Bardellino, di cui è stato ritrovato un covo a Formia, ufficialmente freddato nel 1988 in Brasile per mano di Mario Iovine, su mandato della fazione casalese Schiavone/Bidognetti/Zagaria, come pronunciato dalla sentenza Spartacus nel 2005.
Il processo conclusosi con l’assoluzione, invece, riguardava un fatto minimo, eppure spia di un mondo, quello bardelliniano, che non muta. Angelo Bardellino è stato condannato per aver comprato una Toyota Aygo nel 2015, pur essendo, all’epoca, in regime di misura di prevenzione e obbligato, secondo il codice antimafia, a comunicare al nucleo Pef della Guardia di Finanza di Latina ogni acquisto al di sopra dei 10mila euro.
All’epoca dei fatti contestati, così come ricostruito da un luogotenente dei Carabinieri di Formia, ascoltato in aula come testimone nel processo, Angelo Bardellino, peraltro, era praticamente nullatenente: non dichiarava redditi e patrimoni. Tuttavia, oltreché all’auto, i Carabinieri che lo monitoravano scoprirono anche un passaggio di natura immobiliare. Bardellino avrebbe venduto alla compagna un’unità immobiliare da 75mila euro. Una compravendita che non passò inosservata ai militari dell’Arma e per la quale il reato contestato a Bardellino è stato dichiarato prescritto dalla Cassazione.
Leggi anche:
CODICE ANTIMAFIA: PRESCRITTO ANGELO BARDELLINO PER L’IMMOBILE VENDUTO ALLA MOGLIE
L’auto che ha messo nei guai Angelo Bardellino fu acquistata per un valore di 12mila e 30 euro. Un particolare se non altro curioso se si pensa che il cugino Gustavo Bardellino, l’uomo attinto dai colpi d’arma da fuoco il 15 ottobre 2022, è proprio nel ramo delle rivendite d’auto, lavorando come ormai notorio alla Buonerba di Gianola (Formia). Le rivendite d’auto, peraltro, rientrano anche negli accertamenti che gli inquirenti della maxi indagine stanno conducendo per fare luce sugli affari dei Bardellino.
Nel processo, come testimoni, avrebbero dovuto essere ascoltati anche la compagna di Angelo Bardellino e il socio in affari, nel campo della musica, Rocco Palazzo. A ottobre 2024, però, il giudice Villani ha dichiarato decadute come controprova le due testimonianze chieste dalla difesa.
