Operazione Risiko: dopo l’arresto, l’ex latitante e leader del sodalizio di Fondi, Massimiliano Del Vecchio, non parla
È comparso davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, il 42enne di Fondi, Massimiliano Del Vecchio, dopo l’estradizione dalla Spagna dove è stato catturato dalla Guardia Civil e dai Carabinieri di Latina lo scorso agosto. Il narcos doveva essere ascoltato nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia per via dell’ordinanza cautelare in carcere eseguita nel novembre 2024, da cui lui era sfuggito dandosi alla latitanza.
Del Vecchio, come prevedibile, però, si è avvalso della facoltà di non rispondere, trincerandosi nel silenzio. I fatti di cui deve rispondere sono contenuti nella maxi operazione “Risiko” che ha portato a 16 arresti tra Fondi e Latina nel novembre 2024, tra cui il suo ex amico Johnny Lauretti, diventato collaboratore di giustizia. Per i suoi sodali sono state già chieste condanne esemplari nel rito abbreviato che si concluderà a breve, il prossimo 28 ottobre.
Nel 2022, Massimiliano Del Vecchio, insieme al gemello Gianluca, furono arrestati in una operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla DDA di Napoli, che aveva messo in luce le rotte della droga che dal Sud America andavano in Olanda e in Spagna per arrivare allo stoccaggio della droga tra Sezze e Latina. Anche in quel caso il legame di Del Vecchio con la terra iberica era evidentemente consolidato, con cocaina venduta a trentamila e cinquecento euro al chilo.
Nell’operazione “Risiko”, le investigazioni hanno consentito di ricostruire l’esistenza di un’associazione armata dedita al traffico di sostanze stupefacenti e operante in provincia di Latina. E gli indagati utilizzavano anche la il sistema criptato “Encrochat”, che è stato possibile decriptare grazie all’individuazione, in territorio francese, del server sul quale confluivano tutte le chat. Un sistema da criminalità di Seria A.
L’antipasto dell’indagine era stata la cosiddetta operazione “Jars”. In quell’operazione, eseguita dai Carabinieri ad aprile 2024, emergeva la guerra per lo spaccio, condita da minacce, armi e attentati incendiari tra il gruppo guidato dalla coppia Alessio Ferri (legato ad Aldo Trani, cognato dei fratelli Tripodo) e Andrea Pannone (un tempo collocato nel clan Zizzo) e il sodalizio capeggiato da Massimiliano Del Vecchio. Nella guerra dello spaccio fondano, il gruppo Del Vecchio è uscito vittorioso su quello Ferri-Pannone, a suon di attentati incendiari e armi da guerra.
Del Vecchio sarà giudicato separatamente dai suoi sodali fondani. Rischia diversi anni di carcere, dal momento che è considerato capo e promotore dell’associazione per delinquere che è diventata molto temuta anche nel capoluogo di provincia dove aveva assoldato personaggi quali Alessandro Artusa e Roberto Ciarelli.
