RUBANO L’IDENTITÀ A UN’AVVOCATA DI LATINA: CONDANNATI PER RICICLAGGIO

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Riciclaggio d’auto e furto d’identità, si conclude il processo a carico di tre soggetti per fatti accaduti una quindicina d’anni fa

Ritrovarsi a pagare multe mai prese e rispondere di infrazioni con l’auto mai compiute, oltreché a ricevere telefonate delle forze dell’ordine e sentirsi dire che una donna si spaccia per te. È questa l’assurda vicenda in cui è incappata una nota avvocata del foro di Latina che, quindici anni fa, si è vista rubare, naturalmente a sua insaputa, l’identità da un gruppo di “professionisti” recidivi il cui processo si è concluso oggi, 23 ottobre, dinanzi al terzo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Mario La Rosa.

Un vero calvario per l’avvocata di Latina che, dopo le prime multe pagate e mai prese, si insospettì, capendo di essere finita in un raggiro. Facile a dirsi e difficile a dimostrarlo, tanto che a ogni multa era seguito un ricorso che significa spendere energie e tempo. L’avvocata si è costituita parte civile, assistita dalla collega Valentina Sartori.

Il processo, come detto, si è concluso oggi, 23 ottobre, dopo diversi anni. Imputati il 67enne Enrico Parolisi, residente a Formia, il 40enne Luigi Parolisi, residente a Santi Cosma e Damiano e la 49enne Rita Carmela Polizzi, residente a Palermo. Solo quest’ultima doveva rispondere anche del reato di sostituzione di persona, andato incenerito dalla prescrizione. È stata lei, infatti, a sostituirsi all’avvocata di Latina, attribuendosi il suo addirittura per compilare una denuncia dello smarrimento di alcune targhe d’auto.

La donna e i due Parolisi, assistiti dagli avvocati Roberto D’Arcangelo e Ernesto Renzi, dovevano rispondere anche del reato di riciclaggio d’auto, l’unico rimasto intonso dai tentacoli della prescrizione, di falsità ideologica e materiale.

Secondo l’accusa, i tre, tra il settembre 2010 e il febbraio 2011, avrebbero modificato il telaio di una Mercedes rubata, apponendovi anche le targhe false, in modo tale da camuffare la provenienza furtiva del mezzo.

Dopodiché, utilizzando anche il nome dell’avvocata di Latina, i tre hanno denunciato la sparizione delle targhe ai Carabinieri di Formia. Entrambi i Parolisi, peraltro, sono recidivi.

Un raggiro compiuto che ha causato i disagi all’avvocata pontina la quale ha dovuto rispondere di cose mai commesse, per di più in luoghi in cui mai era stata negli specifici giorni contestati dai verbali delle multe. La donna imputata, infatti, le aveva clonata anche la carta d’identità, identica all’originale tranne che per la foto.

Il pubblico ministero di Latina, Giuseppe Aiello, al termine di una breve requisitoria, invocando la prescrizione per i falsi commessi dai tre imputati, ha chiesto pesanti condanne: 6 anni con 7500 di multa per Enrico Parolis; 7 anni e 6 meI e 9mila di multa per Luigi Parolisi; 5 anni e 6mila euro di multa per Rita Carmela Polizzi. Le difese, invece, hanno chiesto l’assoluzione per i tre imputati.

Al termine della requisitoria, il Tribunale di Latina, dichiarando prescritti i reati di falso, ha condannato Luigi Parolisi e Rita Carmela Polizzi alla pena di 2 ani e 8 mesi di reclusione, condannandoli al risarcimento di 2mila euro da destinare all’avvocata di Latina. Assolto, invece, Enrico Parolisi, per non aver commesso il fatto.

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