Lo scorso martedì 9 settembre è iniziato in tribunale a Trento il processo per diffamazione a carico di 18 persone responsabili di commenti offesinvi contro Andrea Papi, il 26enne ucciso dall’orsa JJ4 nel 2023.
Le diciotto persone citate a giudizio provengono da tutta Italia, tra cui anche una donna di Latina. Sui loro profili social avevano attaccato Andrea Papi, la sorella e la fidanzata, pubblicando post offensivi che – secondo la Procura trentina – screditavano la reputazione e la memoria di Papi e anche le iniziative organizzate dalla famiglia in sua memoria.
L’udienza è terminata con una decisione del giudice che ha accettato l’eccezione di incompetenza territoriale avanzata da uno degli avvocati difensori. Bisognerà dunque ricominciare tutto da capo in diversi tribunali italiani, a seconda della provenienza degli imputati. E ad essere coinvolto c’è anche il Tribunale di Latina che dovrà processare la donna pontina.
Tra coloro che hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagine per diffamazione a mezzo social, in merito a commenti apparsi dopo la morte violente del runner ucciso dall’orso in Trentino ad aprile dell’anno scorso, c’è, infatti, anche una donna di Latina la quale, su Facebook, si era espressa, secondo la magistratura, in maniera offensiva.
La Procura di Trento, a marzo 2024, ha chiuso le indagini aperte dopo la denuncia dei genitori del giovane dopo che sui social si erano scatenati i commenti degli haters.
Dopo un mese dalla morte di Andrea Papi nei boschi del Trentino, la famiglia del 26enne aggredito e ucciso dall’orsa Jj4, aveva richiesto l’intervento della magistratura per i commenti offensivi pubblicati sui social.
Per i famigliari, l’odio riversato è stato come “un secondo dolore derivato dalla moltitudine di commenti aggressivi, sconsiderati e denigratori della memoria di Andrea”, che, a detta di genitori, sorella e fidanzata, “muore per la seconda volta, vittima ora non tanto dell’orso ma dei leoni da tastiera”.
