RAPINE IN SERIE NEI BAR DI LATINA: CONDANNATO A 6 ANNI E 4 MESI

Rapine in serie a Latina: rito abbreviato per uno dei due giovani arrestati da Carabinieri e Squadra Mobile lo scorso novembre

È stato condannato col rito abbreviato uno dei due giovani di Latina ritenuti autori di un furto e di tre rapine avvenute nello scorso mese di maggio 2024.

All’esito di articolate indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Valentina Giammaria, la Squadra Mobile di Latina ed i Carabinieri della Stazione di Borgo Podgora, lo scorso 4 novembre, avevano tratto in arresto i due giovani: si tratta del trentenne Davide Tomassini e, per l’appunto, del ventiduenne Michele Saltarell, entrambi residenti nel territorio pontino, per i reati di rapina aggravata e furto.

Saltarelli, attualmente detenuto e difeso dagli avvocati Stefano Perotti e Valerio Righi, è stato giudicato oggi, 10 luglio, nell’ambito del rito abbreviato che si è tenuto dinanzi al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli. La posizione di Tomassini, invece, è stata stralciata e il trentenne verrà giudicato separatamente. Il giudice per l’udienza preliminare ha condannato Michele Sartarelli alla pena di 6 anni e 4 mesi di reclusione, a fronte della richiesta del pubblico ministero Marco Giancristofaro che si era fermata a 5 anni e 6 mesi.

Davide Tomassini è un soggetto piuttosto noto a cronache giudiziarie e forze dell’ordine. Secondo i collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e Renato Pugliese, sarebbe stato lui a dare materialmente fuoco, su imput del clan Travali, all’auto dell’allora candidato sindaco alle elezioni amministrative di Latina, Davide Lemma. Vicino, in particolare, al fratello di Angelo e Salvatore Travali, Alessandro Anzovino, con cui era stato processato per aver commesso furti e rapone, Tomassini, secondo l’altro collaboratore di giustizia, Andrea Pradissito, sarebbe stato in passato anche l’autore dell’attentato incendiario al Nicolosi contro la casa di Antonio “Cavallo” Di Silvio.

Il giovane Saltarelli è stato immortalato dalla cronaca recente per aver minacciato con un anaffiatoio di benzina alcuni Carabinieri intervenuti per sedare una lite in famiglia tra lui e i nonni a cui chiedeva continuamente denaro. Per tale episodio, il 22enne è stato condannato.

Tornando alle indagini che hanno portato all’arresto, Tomassini e Saltarelli sono ritenuti responsabili di un furto col cosiddetto “metodo della spaccata” e di tre rapine messe a segno nel giro di tre giorni, nello scorso maggio.

Saltarelli era accusato di aver infranto, con la propria autovettura, lo scorso 5 maggio, la vetrina di un negozio di abbigliamento di Latina, “Zigo Zago”, in Viale Le Corbusier, dove venivano poi asportati i soldi contenuti nella cassa e un computer portatile, mentre entrambi sono indiziati di tre rapine, commesse tra il 6 e il 7 maggio, nei confronti di due bar – il noto Bar Massimo in Via Villafranza e mezz’ora prima al bar-pizzeria “La Dispensa” Di Borgo Carso – e un altro locale: il Bar Romagnoli nella via omonima, poco dopo le Autolinee. Simile la dinamica, mentre uno dei due arrestati attendeva in auto – una Fiat Panda – il suo complice entrava negli esercizi commerciali dove, dopo aver minacciato, anche con l’uso di una pistola, i diversi baristi, si impossessava dei soldi contenuti nei registratori di cassa, per poi darsi alla fuga.

Le investigazioni di Polizia e Carabinieri avevano permesso di ricostruire, in modo chiaro e puntuale, quanto accaduto a seguito delle denunce delle vittime, circostanziando ed approfondendo tutti gli elementi raccolti con numerosi riscontri oggettivi, tra cui immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza privati e comunali, l’escussione di vittime e testimoni. In particolare le attività tecniche degli investigatori hanno consentito di ricostruire i movimenti degli autori nelle giornate in cui erano state messe a segno le rapine.

L’identificazione dei responsabili era avvenuta anche grazie alla puntuale ricostruzione dei percorsi dell’autovettura utilizzata dagli stessi per il compimento dei “colpi”, ovvero un’autovettura presa a noleggio che durante uno dei furti si era danneggiata, lasciando sul posto alcuni frammenti. Un’importante traccia grazie alla quale è stato possibile collegare i vari episodi delittuosi. Tra gli episodi più importanti per risalite all’identità dei due rapinatori c’era stata anche la perquisizione che i medesimi subirono, in un’area di servizio sulla SS Pontina, da parte dei Carabinieri. I due furono perquisiti, dopo essere stati trovati a bordo della Fiat Panda.

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