Legge regionale sul gioco nel Lazio, Consiglio di Stato conferma la legittimità delle restrizioni: “Fondamentale la tutela della salute pubblica”
Il Consiglio di Stato conferma la legittimità della legge regionale sul gioco nel Lazio, sottolineando la priorità della tutela della salute pubblica e dell’ordine sociale rispetto agli interessi economici degli operatori del settore. E’ quanto stabilisce una sentenza che respinge i ricorsi di alcuni concessionari e gestori, che ritenevano che le restrizioni – contenute in una circolare applicativa della legge regionale – fossero in contrasto con la normativa statale e persino incostituzionali, poiché a loro avviso limitavano la libertà d’impresa. Le misure contestate, focalizzate in particolare sulle slot machine, includevano: pausa obbligatoria di 5 minuti ogni 30 minuti di gioco, presenza di orologi e cartelli informativi, sistemi audio di segnalazione, divieto di gioco in stato di ebbrezza, divieto di fumo in prossimità delle postazioni di gioco, limiti orari imposti dai Comuni (almeno 8 ore di stop giornaliero), divieto di installazione in prossimità di scuole, centri sportivi, luoghi di culto e strutture sociosanitarie.
Secondo il Consiglio di Stato, la legge regionale si muove nel rispetto della normativa statale e persegue obiettivi di rilievo costituzionale come la tutela dei soggetti vulnerabili e la prevenzione della ludopatia. Le restrizioni imposte non riguardano le caratteristiche tecniche degli apparecchi da gioco – materia riservata allo Stato – ma disciplinano le modalità d’uso, ambito su cui la Regione può legittimamente intervenire. La sentenza evidenzia inoltre che “la normativa nazionale sul gioco ha tra le sue finalità la protezione dei consumatori e la salvaguardia dell’ordine pubblico”. Tuttavia, le Regioni possono introdurre norme integrative a tutela della salute, purché non si sovrappongano alle competenze statali in materia tecnica o fiscale.
Il Consiglio di Stato richiama anche la giurisprudenza della Corte Costituzionale, secondo cui “la libertà d’impresa può essere limitata per motivi di interesse generale, come la salute pubblica”. In tal senso, l’intervento normativo della Regione Lazio è legittimo, proporzionato e coerente con i principi costituzionali. In conclusione, viene ribadita la piena legittimità della normativa regionale sul gioco nel Lazio e viene definitivamente respinto il ricorso delle società ricorrenti, confermando l’equilibrio tra libertà economica e tutela dei diritti fondamentali.