Latina, i Carabinieri eseguono un decreto di applicazione di una misura della Sorveglianza Speciale nel confronti del 36enne Nabil Salami
Nella giornata di ieri, 12 giugno, i Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, hanno notificato un decreto di applicazione della misura della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza emesso dalla Sezione III Penale, Sezione specializzata – Misure di Prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, al 36 enne pontino, Nabil Salami, ritenuto pericoloso in quanto persona che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica.

L’attività di indagine eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sotto la direzione della Procura pontina ha consentito di dimostrare come l’uomo, sin da quando era appena maggiorenne, quasi senza soluzione di continuità, sia stata una persona dedita ad attività delittuosa quali reati contro la persona, in materia di stupefacenti e di partecipazione a sodalizio mafioso.
Il provvedimento obbligherà l’uomo, per i prossimi 3 anni, a fissare la propria dimora e di comunicarla all’Autorità di Polizia, a non uscire dalla propria abitazione nell’arco orario compreso dalle 21.00 alle 07.00, a darsi immediatamente alla ricerca di un lavoro ed a non associarsi a persone che hanno subìto condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione.
Salami, che al momento si trova in carcere, è imputato per associazione mafiosa nel maxi processo di mafia “Assedio”, derivante dall’indagine che ha terremotato il Comune di Aprilia, portandolo allo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Il 36enne, come noto, è compagno di una delle figlie del boss latitante di Aprilia, Patrizio Forniti. Nell’indagine “Assedio”, Salami, oltreché agli affari nel mondo della droga, progettava col medesimo Forniti di eliminare fisicamente uno dei capi della locale di ‘ndrangheta tra Anzio e Nettuno, Giacomo Madaffari. In uno degli episodi descritti dall’indagine, Forniti, Aitoro e Salami avrebbero trasportato i 20 chili di cocaina nel magazzino dell’imprenditore Massimiliano Ambrosini il quale avrebbe messo a disposizione i locale. Per tali fatti, però, Ambrosini è stato assolto nel 2021.
Il genero del boss ha un passato molto noto nel mondo del riciclaggio delle auto di lusso. Coinvolto in svariate inchieste, è stato coinvolto nell’ottobre 2021 in una complessa operazione della Polizia Stradale denominata “Marrakech Express” che lo vede accusato sempre di far parte di un sodalizio dedito a riciclare auto di lusso rubate. Tale procedimento è tuttora pendente presso il Tribunale di Latina.
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