TARI 2023 BOCCIATA A SABAUDIA: “LE AMNESIE DELLA MAGGIORANZA”

Sabaudia
Comune di Sabaudia

“Le amnesie della maggioranza. La politica dei fumogeni sulla sentenza del Tar sulla tariffa Tari 2023”, interviene di nuovo la minoranza a Sabaudia

“Ma è proprio certo che le cose siano andate così come la propaganda dei supporter e le dichiarazioni del sindaco vogliono far credere sulla vicenda Tari? La giustificazione ancora una volta è peggio della toppa. Da un lato c’è il debito verso la ditta Sangalli di Monza, ex gestore del servizio raccolta rifiuti urbani, dall’altro il tema della tariffa.

Vediamo il primo come ricostruito dagli stessi uffici finanziari nella relazione allegata alla delibera di riconoscimento dei debiti fuori bilancio del 31 luglio 2023, n.92. La relazione, allegata alla deliberazione e pubblicata sul sito del comune, è chiara sui tempi senza voler entrare nel merito delle responsabilità. Anche su queste un breve cenno: il debito è derivato da una sentenza per la richiesta di compensi revisionali del servizio per gli anni 2016-2020, nelle more che prendesse il posto il vincitore della gara la Ditta Del Prete. Compensi che l’amministrazione contestava, come emerge dalla relazione tramessa dai competenti responsabili dell’ente all’avvocato difensore dell’ente in data 7 aprile 2021 nella quale, in conclusione, si affermava che “la richiesta previsionale dei compensi deve far data dal 1.03.2017” spetterebbero alla ditta € 56.264,26 e ancora che, tenuto conto di una serie di fattori relativi agli ammortamenti, il comune fosse a credito di € 60.443,15.

Il Tar di Latina, però, con sentenza del 24 dicembre 2021 n.698 condannava il comune di Sabaudia rinviando la quantificazione del danno. Nel frattempo, l’inchiesta Dune faceva cadere l’amministrazione guidata da Giada Gervasi e si insediava il Commissario Prefettizio. In data 15 marzo 2022, quando la giunta Gervasi non c’era più, la ditta Sangalli faceva pervenire al comune i calcoli relativi ai canoni revisionali ed il 10 agosto del 2022 il competente ufficio provvedeva a nominare il consulente tecnico di parte, il quale rimetteva la relazione il 28 marzo del 2023., dopo circa nove mesi dall’incarico, quantificando la spesa in € 237.208,61 oltre iva al 10%. Ricordiamo che dalla fine di giugno 2022 l’amministrazione era guidata dall’attuale sindaco Alberto Mosca. La spesa così come individuata veniva riconosciuta come debito fuori bilancio il 31 luglio del 2023.

Nel frattempo, però, la somma impropriamente, come ricorda il Tar nella recente sentenza, veniva caricata (oltre che improprio senza che peraltro fosse avvenuto il formale riconoscimento del debito) sulla tariffa della Tari. Tariffa che era oggetto di contestazione da parte della minoranza sia nella seduta del 5 maggio e del 9 maggio 2023, all’atto dell’approvazione del documento unico di programmazione che del bilancio di previsione. Si riportano alcuni stralci degli interventi nella seduta del 9 maggio. “Io non sono convinto della bontà della spiegazione dell’assessore questi 237 mila euro devono essere inseriti nel PEF e ci sono ampie motivazioni, motivi e ampie giustificazioni che questa somma non può essere inserita nel PEF ma al di là, voi sostenete, sì, vedremo…” e ancora “Io ho dei dubbi l’ho espresso per quanto riguarda l’applicazione di 237 mila euro della sentenza, che a mio avviso dovrebbero essere ricaricati sulla fiscalità generale e non sulla tariffa, sono dei dubbi che è legittimo che ognuno di noi abbia, perché in realtà la tariffa funziona e lo dice anche il nostro regolamento su anno solare e non si possono applicare a cittadini dei costi che non sono addebitabili 21 perché+ in quel periodo non abitavano”, mentre nella seduta del 5 maggio, a proposito del DUP, “ci sono delle cose che non vanno, poi lo vedremo anche nella definizione della TARI, il fatto che venga caricata la spesa del debito non riconosciuto perché ancora non è stato riconosciuto come debito fuori bilancio e che fa riferimento non all’annualità ma alla competenza, sono degli oneri aggiuntivi sulle tasche dei cittadini”.

Tanto per concludere si tende a mistificare la realtà. Andiamo con ordine.

  1. 1)  Il Comune a fronte della richiesta dei canoni revisionali dal periodo 2016-2020 riteneva che nulla fosse dovuto, al contestando la richiesta della ditta Sangalli, come si evince dalla relazione sottoscritta dai responsabili e inviata al legale dell’ente in data 7 aprile 2021;
  2. 2)  Il Tar, accogliendo il ricorso della Sangalli, il 24 dicembre 2021 rinviava la quantificazione del danno ad una fase successiva;
  3. 3)  Nel febbraio del 2022 il Comune di Sabaudia veniva commissariato;
  1. 4)  La relazione che quantificava il debito a favore della ditta Sangalli viene rimessa il 28 marzo del 2023;
  2. 5)  Nel maggio del 2023 viene approvato il piano economico finanziario della Tariffa sui rifiuti relativi al corrente anno e viene inserita, prima ancora che fosse riconosciuta come debito fuori bilancio (31 luglio 2023) all’interno del costo (anche in questo si inserisce un debito senza che lo stesso abbia avuto un riconoscimento formale);
  3. 6)  Questioni, quelle sulla legittimità dell’inserimento del debito fuori bilancio (nel maggio 2023 non si tratta nemmeno di questo non essendo ancora stato riconosciuto), che vengono sollevate, nei termini ripresi dalla recente sentenza del Tar, dai consiglieri di minoranza.

Nel frattempo, a firma degli apicali dell’ente, vengono messi in mora (il termine giuridico anche in questo caso è difficile da dipanare visto le incongruenze) dipendenti ed ex amministratori contestando la natura del debito. Giova ricordare, per chi non è avvezzo di questioni amministrative e contabili, che all’atto dell’approvazione di un debito fuori bilancio lo stesso deve essere obbligatoriamente trasmesso alla Procura della Corte dei conti, entro 10 giorni dall’approvazione del Consiglio comunale. Si tratta di un adempimento previsto in modo espresso dalla legge 289/2002. Invece di fare come Enrico IV a Canossa cospargendosi il capo di cenere per la figuraccia di fronte a Matilde (era il 10 gennaio del1077 e faceva freddo per restare tre giorni a capo scoperto fuori dal castello: altri tempi ed altri cavalieri), si pretende di dare lezioni di competenza e di buona amministrazione. Se ci sono responsabilità erariali, ad oggi non rilevate in nessuna sede, qualcuno sarà chiamato in causa (tra l’altro avendo riconosciuto il debito l’attività della Procura della Corte dei Conti è automatica) e risponderà della correttezza del proprio operato (va ricordato che il servizio è stato erogato e le vicende riguardano eventuali proroghe nelle more dell’affidamento della nuova gara), ma ciò non toglie che quelle somme non potevano essere sottratte dalle tasche dei cittadini, costretti a sostenere nel 2023 un incremento medio tra l’11 ed il 15% della tari.

Tanto per capirci: si sono vantati della piccola riduzione della tariffa nel 2024, se non fosse stato scaricato il debito fuori bilancio nel 2023 anche nel 2024 ci sarebbe stato un aumento, la cui piccolissima riduzione non ha compensato l’incremento dell’anno precedente, come peraltro fatto rilevare anche dai consiglieri di minoranza.

La figuraccia, come nel caso sempre nel 2023 dell’addebito agli utenti delle spese postali extra pef sconfessata da Arera su segnalazione della minoranza, è stata fatta. Nonostante gli avvertimenti, inutili, l’arroganza e la supponenza di chi amministra è stata sconfessata dal Tar. Potete fare anche ricorso al Consiglio di Stato ma, senza fare “terrorismo psicologico”, anche dare incarichi legali di fronte ad una pronuncia così evidente potrebbe configurarsi un danno erariale. E continuare a fare danni ai cittadini. Il diritto alla difesa è sempre legittimo ma, come chiarisce in una delle tante pronunce la Corte dei Conti, “l’attribuzione di un potere amministrativo discrezionale da parte della legge non implica la creazione di un’area di assoluta libertà decisionale in capo al titolare, ma esige pur sempre che tale potere venga esercitato nel rispetto dei fini per i quali è stato conferito”. Secondo la giurisprudenza,“dal principio di legalità e di soggezione dell’amministrazione alla legge, dunque, ne consegue che qualunque manifestazione dell’azione amministrativa è passibile di controllo da parte della competente giurisdizione per verificarne la conformità alla normativa, anche sotto il profilo della logicità e della ragionevolezza”. Tanto per essere chiari nessuno è “legibus solutus” (sciolto dalle leggi). Occhio Pinocchio”.

Così, in una nota, i consiglieri comunali di minoranza Vincenzo Avvisati, Simone Brina, Immacolata Iorio, Enzo Di Capua, Maurizio Lucci, Giancarlo Massimi e Paolo Mellano.

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