EUROPA, LBC: “SERVE UNA MOBILITAZIONE COLLETTIVA”

Elettra Ortu La Barbera
Elettra Ortu La Barbera

“L’Europa deve tornare ad avere un ruolo politico di autentica mediazione. Serve una mobilitazione collettiva per dire che un altro mondo è possibile. Quando sta accadendo nella politica mondiale ci indigna ma deve anche risvegliare le coscienze di tutti. Senza bandiere di partito, ma solo con una che ci accomuna, quella europea, nata su una piccola isola del Mediterraneo con il manifesto di Ventotene e che esprime valori democratici e di solidarietà, ripudiando il potere oligarchico e i sovranismi tossici. Ora è il momento di esserci”.

È la posizione espressa dal movimento civico Latina Bene Comune, per voce della segretaria Elettra Ortu La Barbera

“È sempre più necessario coinvolgere i cittadini per affermare il principio che siamo cittadini italiani ma siamo anche cittadini europei – spiega – Il sogno di un’Europa unita va realizzato concretamente. E l’Italia, come Paese fondatore, ha un ruolo decisivo, senza ambiguità. Bisogna capire da che parte stare, dalla parte dei valori che l’Europa ha incarnato dopo la Seconda Guerra mondiale oppure in un rapporto di sudditanza nei confronti degli Stati Uniti. E’ dunque il momento di sentirci comunità.

Michele Serra ha proposto ‘Una piazza per l’Europa’ e come movimento civico abbiamo il dovere di esserci: per difendere i valori su cui si fonda l’Unione, per chiedere un’Europa più forte, solidale e giusta, capace di affrontare le sfide globali senza farsi dettare l’agenda da potenze ostili. Scenderemo in piazza con le bandiere europee, non di parte, per riaffermare che l’Europa è la nostra casa e che vogliamo migliorarla, non distruggerla”.

“Chiediamo alla sindaca – aggiunge la segretaria Ortu La Barbera – cosa intende fare e se intenda aderire a questo movimento che parte dal basso e dalle municipalità. Un movimento trasversale, a cui hanno aderito sindaci di tutti i posizionamenti politici. La partecipazione di Latina sarebbe un segnale importante anche per i giovani della nostra città, nati con l’Europa. Non vogliamo lasciare loro un continente debole, ma un luogo democratico in cui crescere e realizzarsi”.

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