“Il Comune di Latina resta immobile e sordo alle esigenze espresse dal territorio e al tema scuola. Il piano di dimensionamento scolastico voluto dalla Regione, che accorperà nel capoluogo i due istituti comprensivi Vito Fabiano e Don Milani, non interessa alla nostra amministrazione comunale, nonostante da più parti (dirigenti scolastici e famiglie prima di tutto) siano arrivate richieste di aiuto”.
Latina Bene Comune, con la segretaria Elettra Ortu La Barbera e i consiglieri comunali Dario Bellini, Damiano Coletta, Floriana Coletta e Loretta Isotton, torna sul caso del piano di dimensionamento scolastico voluto dalla Regione Lazio, sottolineando come la sindaca e la sua giunta siano rimasti in silenzio di fronte a decisioni calate dall’alto senza il necessario confronto con il territorio e nelle sedi opportune quali la Consulta della Scuola ed il Consiglio comunale, e come invece altre amministrazioni si siano attivate mettendo in campo azioni e impegni concreti per cercare di tutelare gli studenti, le famiglie e le risorse del territorio.
Il ricorso al Tar promosso dal comune di Viterbo ha bloccato ad oggi gli effetti della delibera regionale. Un altro ricorso lo sta predisponendo l’amministrazione di Terracina, dove il sindaco, espressione del centrodestra, non solo ha incontrato i ragazzi che hanno protestato sotto la sede del municipio, ma ha annunciato loro di aver già preso le dovute contromisure, dando mandato all’avvocatura di predisporre un ricorso al Tar per impugnare il provvedimento regionale.
“Latina ha mancato invece per l’ennesima volta l’occasione di confronto e ha scelto di voltare le spalle a studenti, dirigenti e docenti di due popolosi istituti della città – spiega Lbc – Nonostante le ripetute richieste di intervento arrivate prima ancora dell’approvazione del piano, ai dirigenti, ricevuti solo nei giorni scorsi, è stato spiegato che non c’era ormai più nulla da fare. E la nostra richiesta di discutere il caso in commissione Istruzione, avanzata il 20 gennaio, è caduta nel vuoto”.
“La scuola insomma, per la sindaca e per la sua amministrazione, è un fanalino di coda – continua il movimento – Lo dimostra con chiarezza un altro episodio avvenuto in questi giorni, con il viaggio della Memoria, un’importante visita che coinvolge alcune scuole del comune, e che da quest’anno è diventata ‘solo per ricchi’. Alle famiglie è costata infatti 639 euro, più del doppio di quanto veniva sborsato negli anni passati. Una somma che, evidentemente, non può essere alla portata di tutti. Fino al 2020 venivano messi in bilancio dall’amministrazione 10mila euro per un viaggio, mentre il costo per gli accompagnatori istituzionali veniva coperto da un altro capitolo appositamente creato, così da non incidere sul prezzo pagato dagli studenti. Quest’anno ci sono 15mila euro per due viaggi e la cifra a carico delle famiglie è salita fino a superare i 600 euro, senza prevedere contributi per redditi bassi. Siamo alle solite, ancora disuguaglianze, ancora incapacità di venire incontro alle esigenze della comunità”.