Quasi raddoppiata la produzione di vino a Latina, che è la seconda provincia del Lazio nel settore, seconda solo a Roma.
Nella campagna vitivinicola 2024, stando ad un’elaborazione di Coldiretti Latina su dati Istat, sono stati prodotti complessivamente oltre 231.400 ettolitri, contro i 134.900 dello scorso anno, quando la produzione era stata distrutta dalla Peronosopora, una malattia fungina, che può causa gravi danni alle viti e compromettere a capacità produttiva dei vigneti, ma con essa anche la tenuta economica delle aziende e delle strutture cooperative che operano nel comparto. Quest’anno, invece, la situazione è tornata alla normalità ed è anche leggermente migliorata con una produzione lievemente più alta del 2022. quando gli ettolitri totali erano stati leggermente inferiori, fermandosi a 223.180. Restano, però, i danni causati lo scorso anno dalla Peronospora e i costi alti di produzione a carico delle aziende. Ottima la qualità del vino.
“Un’annata che, dopo i danni causati dalla Peronospora – spiega il presidente di Coldiretti Latina, Daniele Pili – nella precedente stagione 2023, ha riportato alla normalità la produzione. Una produzione che resta, però, costantemente a rischio a causa degli effetti causati dai cambiamenti climatici. Un fattore che ha inciso anche sui costi di produzione, riducendo i margini e la redditività delle aziende”.
Aziende che stanno avendo molte difficoltà anche a mantenere gli impegni rispetto alle misure di settore, come la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investimenti e promozione, con il rischio concreto di perdere preziose risorse del bilancio comunitario. Da qui la richiesta di Coldiretti alle istituzioni comunitarie e nazionali di strategie concrete per il settore, a partire da finanziamenti per ricerca e investimenti volti a contrastare e mitigare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, con un ruolo centrale ricoperto dalle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) e l’Agricoltura di precisione (Adp).
“Tra le proposte avanzate dalla Consulta vitivinicola della Coldiretti – prosegue Pili – anche una maggiore flessibilità nella gestione delle autorizzazioni al reimpianto, allungandone la durata delle risorse comunitarie destinate al settore, ad esempio con la possibilità di trasferire al bilancio successivo una percentuale delle risorse, l’istituzione di un fondo straordinario nazionale per le emergenze, misure di semplificazione burocratica e la possibilità di aprire alla promozione del vino e dei territori vitati con l’enoturismo anche all’interno dell’Ue. In questo modo si potrebbe supportare con i giusti mezzi un settore in espansione”.
Un nuovo modo per supportare una produzione “Made in Latina” che può contare su vigneti a denominazione Lazio Igt e sei vini a Denominazione d’Origine Controllata (Doc), come il Circeo Doc, il Moscato di Terracina Doc, il Cori Doc, l’Aprilia Doc, Castelli Romani Doc e Velletri Doc.
La produzione dell’uva da vino a Latina è stata di oltre 307.600 quintali su una superficie utilizzata a vigneto nella provincia pontina di oltre 4.300 ettari, contro i 181 mila ettolitri dello scorso anno. Bene anche la produzione di uve da vini Dop che si estendono su una superficie di oltre 1.100 ettari e hanno raggiunto una quantità di 79.160 quintali che hanno prodotto oltre 59.370 ettolitri di vino. Ancora meglio le uve per vini Igp, che si estendono su una superficie di oltre 1.800 ettari e hanno raggiunto una quantità di oltre 130.600 quintali che ha prodotto oltre 98 mila ettolitri di vino.
La produzione di mosto, inoltre è stata di oltre 249.200 ettolitri, contro i 145.700 ettolitri dello scorso anno, mentre l’uva da tavola prodotta è stata di oltre 60.300.