SATNAM SINGH, SFRUTTAMENTO DEL LAVORO: TRA I DUE ARRESTATI C’È RENZO LOVATO

Renzo Lovato
Renzo Lovato

Latina, i Carabinieri eseguono una misura cautelare personale per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro

Nella mattinata odierna, 23 gennaio, su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina stanno eseguendo la misura cautelare personale della custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina nei confronti di due uomini, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato. Uno degli arrestati è Renzo Lovato, padre di Antonello Lovato.

L’indagine prende le mosse dall’inchiesta scaturita dall’infortunio mortale di Satnam Singh, avvenuto nel mese di giugno dello scorso anno. Nel frattempo, per la morte del bracciante indiano, è stata fissata la data del processo a carico del 39enne di Latina, Antonello Lovato, accusato dell’omicidio doloso del 31enne di nazionalità indiana.

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L’azienda agricola di Borgo Santa Maria dove è accaduto l’incidente di Satnam Singh. Si trova in Strada del Passo

Renzo Lovato, titolare dell’azienda agricola Agrilovato a Borgo Santa Maria, risulta indagato anche nella imponente operazione dei Carabinieri denominata “Jamuna” per cui, ad agosto 2023, è arrivato l’avviso di garanzia a 16 imprenditori pontini.

Lo scorso 4 agosto 2023, la Procura della Repubblica di Latina, a conclusione dell’indagine condotta dal Nucleo Investigativo, dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Latina e dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Latina, aveva emesso un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 16 persone, indagate a vario titolo per il reato di caporalato, tra cui per l’appunto Renzo Lovato e il caporale Paul Uttam a cui l’uomo si riferiva per reclutare manodopera a basso costo e senza un contratto di lavoro regolare. Lovato risulta indagato in qualità di rappresentante legale dell’Agrilovato soc. coop. Agricol, insieme al socio Massimo Varelli. Nella sua azienda, i Carabinieri hanno trovato una situazione degradante per i lavoratori, con paghe da fame e condizioni di vita prive di dignità.

Le indagini, condotte dal marzo 2019 al dicembre 2020, secondo i militari dell’Arma, hanno consentito di accertare l’assunzione e l’impiego di manodopera di cittadini extracomunitari di etnia indiana, bengalese e pakistana, all’interno delle aziende agricole coinvolte grazie alla intermediazione di caporali di origine extracomunitaria; la reiterata corresponsione delle retribuzioni “a cottimo” con importi inferiori alla somma di euro 8,65 all’ora, previsto dall’attuale contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operai agricoli; la violazione della normativa relativa all’orario di lavoro costringendo i lavoratori a lavorare minimo otto ore al giorno senza la corresponsione degli straordinari; l’inosservanza delle norme di sicurezza non avendo i datori di lavoro ottemperato agli obblighi di formazione e vigilanza sanitaria ex d.lgs 81/2008; la sottoposizione dei lavoratori a condizioni di lavoro ed alloggiative in strutture indegne, venendo obbligati ad operare anche in condizioni climatiche avverse raggiungendo le aziende agricole a bordo di mezzi fatiscenti, dietro il compenso economico mensile di circa 110 euro per ciascun extracomunitario.

Il processo, con giudizio immediato, per il figlio Antonello Lovato, per la morte di Satnam Singh, prenderà avvio davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina (compresa la giuria popolare), presieduta dal giudice Gian Luca Soana, il prossimo 1 aprile. Una data che potrebbe essere solo indicativa in quanto da oggi, giorno di notifica, gli avvocati difensori di Lovato – Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi – stanno valutando se chiedere un rito alternativo, ossia un abbreviato previsto dalla legge, con la riduzione di un terzo della pena eventualmente inflitta. A quel punto il procedimento si svolgerà davanti a un giudice per l’udienza preliminare, sempre presso il Tribunale di Latina.

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Il bracciante indiano è diventato simbolo del malcostume del caporalato e il suo nome, dopo la sua morte, è finito all’attenzione di tutti i giornali e telegiornali nazionali e internazionali. L’arresto di Lovato è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Trobunale di Latina, Giuseppe Molfese, lo scorso 2 luglio, dopo la richiesta pervenuta dal sostituto procuratore di Latina, Marina Marra, il 25 giugno.

Come noto, “Navi”, come era chiamato Satnam da amici e conoscenti, era venuto in Italia nel 2016. Dopo aver ottenuto il primo permesso di soggiorno, era diventato, a scadenza del lasciapassare, un vero e proprio invisibile come tanti extracomunitari sfruttati nei campi dell’agro pontino e oltre. Feritosi lo scorso 17 giugno, con la macchina avvolgi-plastica per i meloni nell’azienda della ditta individuale di Antonello Lovato a Borgo Santa Maria, il 31enne lavoratore in nero è stato caricato su un furgone dal medesimo Lovato, suo datore di lavoro, e trasportato con la moglie via dall’azienda.

Dopo sette chilometri, senza essere portato in ospedale, “Navi” è stato abbandonato con la moglie in Via Genova, a Castelverde (già comune di Cisterna) davanti alla casa dove era ospitato da una coppia di italiani. Copiosa la perdita di sangue dal braccio mutilato e dalle gambe in condizioni gravissime, Navi è morto due giorni dopo in un letto dell’ospedale San Camillo di Roma dove era stato elitrasportato.

Al momento, il 38enne Lovato è indagato per i reati omicidio doloso e per diverse violazioni del decreto legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo il sostituto procuratore di Latina, Marina Marra – che ha chiesto la misura cautelare in carcere al Gip Giuseppe Molfese che l’ha condivisa – Lovato, “con plurime condotte”, ha causato con colpa, violando le norme di sicurezza sul lavoro, il ferimento di Satnam Singh, indiano irregolare e privo di permesso di soggiorno.

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