Si è ufficialmente aperto il secondo corso di alfabetizzazione per persone straniere organizzato dalla Cisl di Latina, il quale prevede l’insegnamento di nozioni della lingua italiana a cittadini immigrati con lo scopo di favorire una vera e propria inclusione sociale e lavorativa nel settore agricolo e non solo.
“Il progetto – spiega il sindacato – si propone di rendere autonomi e consapevoli i lavoratori, affinché possano sottrarsi alla sopraffazione di un triste fenomeno diffuso capillarmente in tutta Italia: il caporalato. Nutrita la partecipazione di lavoratori indiani, ritrovatisi in una sala messa a disposizione da un ristoratore di Borgo Le Ferriere dato che non è stato possibile trovare un’immediata corrispondenza con le istituzioni locali. Tutti i partecipanti sono ragazzi impegnati in un reparto indispensabile per la vita di tutti i giorni, vale a dire quello dell’agricoltura e degli allevamenti. Alcuni di loro, inoltre, lavorano nel settore metalmeccanico come saldatori e impiantisti”.
“Abbiamo mantenuto l’impegno e, come Cisl, siamo sempre in prima linea per portare avanti l’idea che chi impara l’italiano sfugge al caporale – le parole del segretario generale di Latina Roberto Cecere -. Questo è ciò che bisogna fare: i lavoratori non vanno lasciati soli e dobbiamo contrastare il fenomeno attraverso attività preventive come questa. Bisogna stare vicino ai più deboli e a tutti coloro che vogliono dare il proprio contributo per la crescita della nostra comunità. Quando arrivano in Italia devono essere trattati come persone: in questo senso, l’insegnamento della lingua italiana permette loro di entrare direttamente in connessione con il territorio, senza dover ricorrere ad alcuna interposizione di terzi, mettendoli così al riparo da possibili iniziative di vessazione.
Tuttavia, oltre ad imparare l’italiano, bisogna lavorare affinché chi è sul nostro territorio, e può avere la possibilità di un lavoro, possa ottenere il permesso di soggiorno, o altrimenti verrà sfruttato da quei datori di lavoro infedeli. Ciò risulta fondamentale per eliminare l’illegalità che ormai dilaga in lungo e in largo, sia nel settore agricolo che in quello manufatturiero, e non lasciare più da soli i lavoratori più bisognosi”.