RAPINA E SEQUESTRO AL GOLF CLUB DI APRILIA: DEFINITIVE 3 CONDANNE

Ex Oasi Golf Club di Aprilia
Ex Oasi Golf Club di Aprilia

Golf Club di Aprilia: definitive le condanne per tre degli uomini che consumarono la rapina alla tenuta degli imprenditori Lanza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Romolo Esposito, 72 anni, residente a Vetralla, il nipote Argentino Esposito, 38 anni, residente anche lui a Vetralla, e Redzep Bajrami, 36 anni, originario della Macedonia, residente a Montefiascone.

A marzo 2023, davanti all’allora giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, i tre uomini dovevano rispondere di rapina e sequestro in merito all’operazione dei Carabinieri denominata “Oasi” che, nel novembre 2021, portò a sei arresti. Il Gup La Rosa aveva condannato, col rito abbreviato, tutti e tre gli imputati 5 anni per Romolo Esposito4 anni e 5 mesi per il nipote Argentino Esposito; infine, 4 anni e 5 mesi per Renzep Bajrami. Il Pubblico Ministero Daria Monsurrò aveva chiesto per il primo 7 anni, per il secondo 4 anni e 6 mesi, per il terzo 6 anni.

L’operazione “Oasi” fu eseguita, come detto, a novembre 2021,, tra Vetralla (Viterbo), Montefiascone (Viterbo), Bologna, Acilia (Roma) e Fiumicino dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia. Gravi i reati contestati dagli inquireni: rapina in abitazione in concorsosequestro di persona aggravato e danneggiamento seguito da incendioconsumato nei confronti dei proprietari del Golf Club di Aprilia nell’estate del 2020: la famiglia Lanza, ossia i coniugi Paolo Lanza e Marina Tugnoli.

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L’indagine aveva consentito – come si leggeva in una nota dei Carabinieri – la disarticolazione di un sodalizio criminale specializzato nella consumazione di “rapine in villa”, la cui efferatezza aveva terrorizzato, in particolar modo, i proprietari del club.

A luglio 2020, il proprietario della villa ad Aprilia (in località Campo di Carne, via della Cogna), Paolo Lanza aveva denunciato ai Carabinieri del locale Reparto territoriale che, alle 22.30 dell’11 luglio 2020, cinque persone travisate ed armate di coltelli si erano introdotte all’interno della sua abitazione e, dopo averlo legato assieme alla consorte Marina e al domestico, si erano impossessate di una pistola cal. 9×21, di una carabina cal.12, di due autovetture di sua proprietà (una Mercedes Clk e una Fiat Doblò) e delle chiavi dell’abitazione romana ubicata ai Parioli, dove i rapinatori si erano successivamente recati, lasciando uno dei cinque malviventi ad Aprilia per fare il palo e asportando dalla casa 7.000 euro in contanti

marzo 2021, un fatto inquietante. Durante una perquisizione dei militari dell’Arma presso l’Oasi Golf Club, nel corso della quale furono trovati armi e droga, il domestico 33enne, rapito anche lui insieme ai Lanza nel luglio 2020, si uccise sparandosi un colpo di pistola in testa. Non era mai stato accertato il nesso tra rapina e suicidio del domestico originario dello Sri Lanka. La notte della rapina, come raccontò Marina Lanza, l’uomo fu picchiato barbaramente dai rapinatori. Successivamente, dagli arresti eseguiti dai militari di Aprilia, si è evinto che uno degli accusati (ma non compresi nel giudizio col rito abbreviato) – Dinusha Kasun Mihindukulasuriya, 34 anni – è della stessa nazionalità del domestico e che fungeva da basista per la banda. Secondo le ipotesi investigative, l’uomo si è suicidato una volta che si era visto incastrato dalle indagini serrate dei Carabinieri i quali, per di più, trovarono nella sua disponibilità droga e armi.

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Al momento il processo per gli altri uomini della banda è incardinato al Tribunale di Latina col giudizio ordinario.

Ad ogni modo, per i due Esposito e Bajrami, la Corte di appello di Roma, nel prendere atto dell’accordo raggiunto dagli imputati, con la rinuncia ai motivi di impugnazione della sentenza di primo grado, aveva ristabilito le pene: 4 anni e 2 mesi di reclusione e 1.200 euro di multa per Romolo Esposito; 3 anni e
8 mesi di reclusione, più 900 euro di multa ciascuno, per Argentino Esposito e Fajarami Redzep. Sostituzione per Romolo Esposito della pena accessoria della interdizione perpetua dai pubblici con quella della interdizione temporanea e revoca della interdizione legale.

Ora, la Cassazione, respingendo il ricorso di tutti e tre gli imputati ritenendolo ammissibile (chiedevano il riconoscimento delle attenuanti generiche), ha reso definitive le pene stabilite dalla Corte d’Appello.

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