Schiaffi e pugni tra sorelle, nipote e nonno al Tribunale di Latina: si è concluso in primo grado il processo che vede sul banco degli imputati una famiglia
Solo pene pecuniarie per due dei quattro imputati, a fronte della richiesta del pubblico ministero che aveva proposto la condanna a 6 mesi di reclusione per tutti e quattro gli imputati. Si è concluso il processo, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Paolo Romano, scaturito da un giorno particolare per una famiglia intera. Era il 30 aprile 2019, quando un tumultuoso trambusto spezzò la mattinata del Tribunale di Latina. Proprio davanti all’entrata del palazzo, tre donne (due sorelle, più la figlia di una delle due) avevano iniziato a urlare, litigare, insultarsi e infine a picchiarsi. La scena era stata piuttosto violenta perché, ad un certo punto, una delle due era caduta a terra dopo che l’altra l’aveva presa per i capelli. Immediato fu l’intervento della sicurezza del Tribunale e il successivo arrivo di Polizia, Carabinieri e del Pronto Soccorso.
Tante le persone che si fermarono a guardare, basiti da quanto successo. Alla fine dello scontro, a rimanere sul campo persino alcune ciocche di capelli che la donna che aveva avuto la peggio aveva raccolto da terra all’arrivo delle forze dell’ordine e dei soccorsi.
A distanza di oltre cinque anni, il giudice Paolo Romano ha stabilito che una delle due sorelle e sua figlia, assistite dall’avvocato Luca Giudetti, sono condannate rispettivamente alle multe di 700 e 1000 euro, con sospensione condizionale della pena e non menzione. Assolta l’altra sorella perché il fatto non costituisce reato e prosciolto pure il padre delle due sorelle, nonché nonno di uno dei quattro imputati, per assenza di querela di parte. I due imputati prosciolti sono difesi dall’avvocato Amelia Vitiello.
A maggio scorso, si era celebrata un’udienza di un processo dove tutti gli imputati dovevano rispondere del reato di rissa. Furono ascoltate le due sorelle, che tra di loro non hanno rapporti, anche in ragione di quella zuffa che si è verificata cinque anni fa.
La prima delle due sorelle, che vive a Londra, fu esaminata, spiegando di come, cinque anni fa, pur avendo rapporti complicati con l’altra sorella e con il padre, era a Latina per un terreno lasciato in eredità alla famiglia dalla madre deceduta. Tutti, all’epoca dei fatti contestati, si trovavano presso il Tribunale di Latina per concludere la pratica del terreno, dopodiché, finita la pratica giuridica, poco prima di uscire dal palazzo di giustizia pontino, scoppiò il caos, con versioni che divergevano.
C’era la sorella maggiore che sosteneva di aver tentato di spiegare al padre e alla sorella minore che il figlio di quest’ultima non era tirato su come doveva: “Guardava la televisione a tutte le ore e mio padre non sapeva gestirlo”. Contrariamente, la sorella minore disse che, dopo la pratica per l’eredità, fu vittima di un piano architettato dalla sorella maggiore e dalla figlia di quest’ultima, le quali presero a inveire contro di lei e il padre poco prima che uscissero dal Palazzo di Giustizia. “Urlavano contro me e mio padreo: un bambino handiccappato che viene picchiato da un vecchio di 80 anni“.
Fatto sta che in quegli attimi nacque una vera e propria rissa, con schiaffi in faccia, pugni in testa, graffi sul collo e sul viso. In particolare, la sorella minore raccontò di essere stata aggredita dalla nipote che “mi trascinò fuori dal Tribunale“. Poco prima, “l’avevo urtata per scansarla e quando sto per uscire mia nipote mi afferra per i capelli e sentivo di essere strattonata e poi anche mia sorella mi colpisce in testa e in bocca, mi graffia sul corpo e in faccia. Sentivo i capelli che venivano via, le unghie tentavano di entrarmi negli occhi. Sentivo sangue dappertutto. Ho raccolto le ciocche dei miei capelli“.
Successivamente “quando ero per terra e la gente mi aiutava, loro fumavano e mi sbeffeggiavano. Poi, all’arrivo del 118, mia nipote fece finta di stare male e di vomitare e si è fatta portare al pronto soccorso dove ha continuato a insultarmi“.
Di segno contrario la testimonianza della sorella maggiore la quale, invece, sosteneva di essere stata picchiata dalla sorella: “Sono stata colpita in testa con un pugno appena fuori dal Tribunale, poi ho avuto un colpo in faccia e sono caduta per terra, ho visto tutto buio“. E le accuse presentate nella querela dalla sorella minore, che le imputava di aver detto: “Ammazziamola questa puttana”, furono negate in toto.
Secondo quanto raccontato dalla sorella minore, i rapporti tra le due erano ai ferri corti da anni, praticamente inesistenti. Ora, è stato un giudice a stabilire le condanne e le assoluzioni. Di certo c’è che, dopo la rissa, la sorella minore e la nipote avevanoSCHIAFFI, PUGNI E GRAFFI AL TRIBUNALE DI LATINA: UNA FAMIGLIA IMPUTATA PER RISSA riportato lesioni così come certificato dai referti dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.